UN’IMMAGINE DEL GENOCIDIO

Francesco Cecchini

“L’ultima battaglia dei colonizzati contro i colonizzatori, spesso sarà quella dei colonizzati contro colonizzati.” Frantz Fanon, I Dannati della Terra.


La storia del XX secolo conta oltre una decina di episodi di genocidio. Il termine episodio non è comunque il migliore, poiché questi massacri sono generalmente durati molto tempo. In ogni evento, lo svolgimento del massacro e dello sterminio della comunità perseguitata è stato preceduto da un periodo di sofferenze, di privazione per fame, di umiliazione, di terrore. Inoltre, in tutti i casi i genocidi sono stati preparati ed eseguiti in contesti sociali di crisi economica, politica, culturale e morale profonda.
Il 27 gennaio giornata della memoria vanno ricordati tutti i genocidi, non solo quello del popolo ebraico.
Nel 1994 si consumò quello che sarà il più grande massacro dalla fine della seconda guerra mondiale sotto gli occhi delle potenze occidentali che non intervengono assolutamente se non per portare via gli occidentali presenti nel Ruanda al momento delleccidio. Questo genocidio che si attuò fra laprile e il luglio del 1994, è stato il palese risultato delle politiche coloniali e post coloniali, quanto meno irresponsabili e sconsiderate, che si sono intrecciate con il retaggio storico africano. Quello del Ruanda è un genocidio diverso che vede il massacro nellarco di poco tempo, soli cento giorni, di un numero spropositato di persone, i Tutsi. Vengono massacrate sistematicamente a colpi di armi da fuoco ma soprattutto con machete e bastoni chiodati non meno di 800 mila vittime, uomini ,donne e bambini.Nel 1994 si consumò quello che è il più grande massacro dalla fine della seconda guerra mondiale sotto gli occhi delle potenze occidentali che non intervengono assolutamente se non per portare via gli occidentali presenti nel Ruanda al momento delleccidio. A parte la Francia che intervenne. Questo genocidio che si attuò fra laprile e il luglio del 1994, è stato il palese risultato delle politiche coloniali e post coloniali, quanto meno irresponsabili e sconsiderate, che si sono intrecciate con il retaggio storico africano. Quello del Ruanda è un genocidio diverso che vede il massacro nellarco di poco tempo, soli cento giorni, di un numero spropositato di persone, i Tutsi. Vengono massacrate sistematicamente a colpi di armi da fuoco ma soprattutto con machete e bastoni chiodati non meno di 800 mila vittime, uomini ,donne e bambini. Lemittente radiofonica Radio Mille Colline, nota anche come Radio Machete coordinó efficacemente il genocidio fin dal suo primo giorno: il 6 aprile 1994. La radio genocidaria non fu chiusa dai Caschi Blu del ONU né dai soldati francesi, continuando anche dopo la fine del genocidio a diffondere odio etnico nel vicino Congo
Da leggere The Rwanda Crisis. History of a Genocide di Gérarad Prunier che è stato scritto un anno dopo il genocidio, nel 1995, ma è ancora valido. Per Gérard Prunier il genocidio è stato una conseguenza di una cattiva leadership e di un’ideologia erronea che è stata inculcata nelle menti di masse ingenue nel corso degli anni ed è stato, quindi, l’apice tragico di questioni complesse che hanno caratterizzato il Ruanda in passato.
Prunier,uno storico, descrive l’organizzazione socio-economica e politica del Ruanda in epoca precoloniale, quando i ruandesi vivevano in armonia. Inoltre ha il merito di aver messo in risalto il ruolo della Chiesa cattolica e delle potenze occidentali durante il genocidio. Già allora aveva descritto bene l’Operation Turquoise, gestita dalla Francia, come falsamente umanitaria.
Nello scrivere ciò disse agli africani di prendere in carico i loro affari e determinare il loro destino in quanto potenze occidentali e anche la Chiesa cattolica si preoccupavano solo dei loro interessi.
CARTA DIDENTITA DEL LIBRO. Titolo: The Rwanda crisis. History of a genocide. Autore: Gérard Prunier Editore: Fountain Publishers, Kampala. Pagine: 389 Anno: 1995
Il libro di Gérard Prunier può essere parzialmente letto su Google in inglese:


https://books.google.it/books?id=XYIJcrgzgQ0C&pg=PA8&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=3#v=onepage&q&f=false
Gérard Prunier, nato il 14 ottobre 1942 a Neuilly-sur-Seine (Seine) 1, è uno storico francese, naturalizzato canadese, specializzato nel Corno dAfrica e nellAfrica orientale.

FOTO ALL’ INTERNO DEL KIGALI GENOCIDE MEMORIAL

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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