ECCO COME SI VIVEVA IN VENEZUELA PRIMA DI CHÁVEZ E MADURO.
13 aprile 1965 Il quotidiano L’Unità spiegava bene chi governava il Venezuela e come viveva il popolo.
“Quando Nelson Rockefeller si sente stanco di New York prende il suo aereo e va in una delle sue haciendas in Venezuela. Più corretto sarebbe dire che va nella sua “proprietà” perchè il Venezuela, in un certo senso, è una grande hacienda del vasto impero Rockefeller. (…) È il paradiso di vari imprenditori nordamericani, solo Rockefeller guadagna 600 milioni di dollari l’anno sfruttando il Venezuela, una cifra quasi uguale a quella della Shell. (…) La tragedia del Venezuela è quella di tanti altri paesi nel mondo, vittime dell’imperialismo, enormi ricchezze sfruttate da potenze straniere e mostruose metropoli formate, al centro, da immensi grattacieli e in periferia da distese di baracche di legno, cartone, fango e paglia abitate da disoccupati, manovali, contadini, braccianti impoveriti, attirati dalla speranza di un lavoro meno brutale, di un cibo meno miserabile ma caduti in una povertà ancora più grande e disperata. (…) A Caracas, la capitale, nei 65.000 ranchos, cioè baracche, sulle colline intorno alla città vivono 300.000 disperati in condizioni disumane: né acqua, né luce, né fogne, né latrine. In queste terribili bidonville la tubercolosi, la dissenteria, le malattie veneree e la fame fanno stragi di esseri umani e soprattutto di bambini.
Lo dicono le stesse statistiche ufficiali: su 55.019 decessi registrati in Venezuela nel 1.960, 14.310 avevano come causa la fame.
Contro uno stato di cose così infame i venezuelani lottano valorosamente da lunghi anni. Gli omicidi degli avversari politici commessi dal regime commessi dalla polizia e da una specie di milizia fascista organizzata da Betancourt assoldando delinquenti comuni sono stati 130 fino al 1964, molti di loro erano ragazzi.
Nella lista non sono compresi i guerriglieri caduti negli scontri con l’esercito. Le cronache dei quotidiani locali (…) sono piene di notizie drammatiche: manifestazioni, scioperi, brutalità poliziesche, saccheggi effettuati dai governativi, aumenti paurosi dei prezzi, inflazione”.
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