Il rifiuto della Commissione elettorale centrale di registrare il leader del Partito Comunista di Ucraina Petro Simonenko come candidato alla presidenza è incostituzionale: il partito si appella alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Questo ha dichiarato in una nota rilasciata a GolosUA Petro Simonenko, che è stato candidato alla carica di presidente dell’Ucraina dal Partito Comunista. “Ciò rappresenta una discriminazione e la negazione dei diritti non solo ai membri del partito, ma anche a molte persone che simpatizzano per noi e ci esprimono sostegno, milioni di cittadini che oggi difendono e chiedono il rispetto delle idee di sinistra da parte delle autorità. Questa è una grave violazione della Costituzione, che consente ai partiti di prendere parte alle elezioni. La Costituzione richiede anche che i processi elettorali rappresentino una varietà di idee e ideologie. Questa è una grave violazione, dal momento che al Partito Comunista è vietato partecipare alle elezioni. Inoltre, il divieto, che la Commissione elettorale Centrale ha imposto con la sua decisione, si basa sul fatto che non abbiamo abbandonato la nostra ideologia, il nome del partito e i suoi simboli “, ha detto il leader del Partito Comunista. Secondo Petro Simonenko, gli elettori dovrebbero capire che i comunisti devono essere ammessi perché rappresentano una diversa linea ideologica e altre opinioni su ciò che sta accadendo in Ucraina e su come è possibile risolvere i suoi problemi. “Si dovrebbe anche capire che in questa situazione viene negata la registrazione di un partito politico che non è proibito. Il destino della legge sulla “decomunistizzazione” è attualmente all’esame della Corte costituzionale (…) Ci troviamo perciò di fronte a una grave violazione dei diritti umani, e sicuramente ci rivolgeremo ai tribunali, in particolare alla Corte europea dei diritti dell’uomo”, ha concluso Petro Simonenko.