Noureddine Bédoui s’inchina a Abdelaziz Bouteflika

Francesco Cecchini

Giovedì14 marzo Djamila Bouhired, eroina della lotta di liberazione contro il colonialismo francese, ha lanciato un appello a tutti coloro che stanno lottando contro Abdelaziz Bouteflika, innanzitutto ai giovani:

Miei cari figli e nipoti, prima di tutto, vorrei dirvi quanto sono felice di essere qui per prendere il mio posto di cittadina in questa lotta per la dignità, nella comunione fraterna. Vorrei esprimere la mia gratitudine per avermi permesso di vivere la resurrezione, di poter combattere per l’Algeria, che alcuni avevano sepolto troppo in fretta. Vorrei dirvi tutta la mia gioia, tutto il mio orgoglio nel vedervi riprendere la fiaccola dei vostri anziani, che hanno liberato l’Algeria dal dominio coloniale; voi state tornando agli algerini la loro libertà e il loro orgoglio di cui sono stati spogliati dopo l’indipendenza…

…Più di mezzo secolo dopo la vittoria sul dominio coloniale e l’indipendenza del paese, il sistema politico installato con la forza nel 1962 cerca di sopravvivere con l’inganno, di continuare a opprimere gli algerini, di deviare il nostro ricchezza, ed estendere la tutela neocoloniale della Francia per beneficiare ancora della protezione dei suoi leaderSpetta a voi che state lottando nelle università per una formazione di qualità, nelle aziende per imporre ai vostri diritti sindacali, nei tribunali, il ritiro dell’arbitrarietà, negli ospedali per richiedere un’assistenza di qualità per tutti; spetta a te, i giornalisti, dare la caccia alla verità per esporre menzogne ​​e manipolazioni, alcune delle quali hanno pagato per essa con le loro vite; spetta a voi artisti, che mettono la luce nell’oscurità della nostra vita quotidiana, spetta a voi che resistete al degrado per imporre l’etica; sta a voi tutti disegnare il vostro futuro e dare forma ai vostri sogni….

… Spetta a voi, che lottate ogni giorno, nominare i rappresentanti con mezzi democratici e in completa trasparenza. La nostra generazione è stata tradita; non è riuscita a preservare la sua lotta contro il colpo di stato di opportunisti, usurpatori e guerriglieri della venticinquesima ora che hanno preso in ostaggio il paese dal 1962. Nonostante la rabbia delle persone che lo hanno respinto, il loro ultimo rappresentante si aggrappa ancora al potere, all’illegalità, al disonore e all’ingiustizia. Non lasciate che i suoi agenti, mimetizzati da rivoluzionari, prendano il controllo del vostro movimento di liberazione. Non lasciate che pervertano la nobiltà della tua lotta.

Non lasciare che rubino la vostra vittoria …….

Djamila Bouhired

Djamila Bouhired

La risposta all’appello di Djamila Bouhired sono state il giorno dopo, venerdì 15 marzo, nuove proteste di massa in tutta l’ Algeria contro il potere e Bouteflika, che ha esteso sine die il suo mandato presidenziale oltre il termine previsto, il 28 aprile. Al culmine della mobilitazione contro il quinto mandato e per un cambiamento radicale nel sistema politico , il regime algerino ha nominato Noureddine Bédoui, ministro dell’Interno, a capo del governo, in sostituzione di Ahmed Ouyahia. All’annuncio ufficiale della nomina dell’ex ministro dell’Interno, lo smarrimento, lo stupore, l’indignazione e la rabbia si sono impadroniti degli algerini. In sostanza è stata l’estensione del mandato di Bouteflka: una provocazione che il popolo algerino non sta digerendo. Il nuovo Primo Ministro è stato nel governo dal settembre 2013, quando è stato nominato Ministro dell’istruzione professionale. Era dal maggio 2015  Ministro degli Interni e Autorità locali e, in questa veste, si sarebbe distinto nella feroce repressione di tutti i movimenti delle richieste sociali, tra cui quella dei medici, da gennaio ad aprile 2018. Noureddine Bedoui è anche noto per essere un amico intimo di Nacer Bouteflika, fratello del presidente, che è stato anche il suo capo di gabinetto al Ministero della Pubblica Istruzione.

 I milioni di insorti contro il sistema e i suoi uomini hanno preso molto male l’ incarico a questo uomo  e trovano che sia la prova definitiva della non sincerità del regime.

Alla fine sta vincendo la mobiltazione , ma Abdelaziz Bouteflika e il suo regime oligarchico e corrotto non non sono  stati sconfitti. Il gioco è ancora aperto e manca una reale alternativa che sappia raccogliere le esigenze emerse nelle ultime settimane dalle generazioni più giovani dell’ Algeria e trasformarle in un cambio politico radicae.

Una giovane professoressa manifestando ieri ad Algeri contro Bouteflika e il suo regime.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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