Abdelaziz Bouteflika e Abdelkader Bensalah


Francesco Cecchini


In Algeria, in ogni caso, qualcosa si muove. Il Parlamento algerino il 9 aprile, una settimana dopo le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika, ha nominato Abdelkader Bensalah presidente ad interim. Abdelkader Bensalah, presidente del Senato e incarnazione di un sistema di cui gli algerini vogliono sbarazzarsi, deve agire come Presidente provvisorio per 3 mesi. Già nei giorni scorsi, il popolo algerino aveva manifestato contro la possibile nomina di Bensalah, considerato uno stretto alleato dellex presidente Abdelaziz Bouteflika ed un puro prodotto del regime che ha governato negli ultimi 20 anni. Abdelkader Bensalah è stato l’ombra di Abdelaziz Bouteflika, un ‘ombra che ora ha preso il posto del corpo. Abdelkader Bensalah, classe 1941, appartiene alla medesima generazione di Bouteflika, di cui è appena 4 anni più giovane, è la generazione dei padri della nazione che a un certo punto ha preso in ostaggio il passato per aggiudicarsi la gestione del futuro.
Gli studenti algerini al grido di “Bensalah vattene” si sono immediatamente mobilitati. Massiccio è stato il dispiegamento della polizia ad Algeri e in altre città dell’Algeria. Ad Algeri la polizia antisommossa ha caricato e sparato gas lacrimogeni per disperdere le manifestazioni degli studenti nei pressi del tunnel di accesso all’Ateneo della capitale.
Abdelkader Bensalah, classe 1941, appartiene alla medesima generazione di Bouteflika, di cui è appena 4 anni più giovane; la generazion, quindi,e dei padri della nazione che, accusano i giovani, a un certo punto ha preso in ostaggio il passato per aggiudicarsi la gestione del futuro. Non a caso , subito dopo lannuncio dellassegnata presidenza ad interim, gli studenti algerini si sono precipitati in strada per gridare: “Bensalah vattene!” Il dispiegamento di forze dellordine per le strade di Algeri è stato massiccio, anche se finora le proteste si sono svolte perlopiù in modo pacifico.
E ‘chiaro che questo rimpasto non basterà oltre che agli studenti a professori, commercianti, giudici, sindacati e a pezzi sempre più consistenti dellesercito. Al popolo algerino,insomma, che sembra non aspettare il prossimo venerdì.
E’ chiaro anche questa mobilitazione sembra non assomigliare alle primavere arabe che molto tempo fa hanno scosso il Maghreb, come la Tunisia, per poi diventare degli inverni.

Bensalah vattene! Algeri (AP Photo/Toufik Doudou)

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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