Il ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza ha respinto ieri le dichiarazioni rilasciate dall’opposizione venezuelana, così come dagli Stati Uniti, che alludono alla presenza di soldati russi sul territorio venezuelano.
“Non ci sono soldati russi. Quello che è venuto è stato un gruppo di ufficiali che hanno un piano di formazione in Venezuela per l’uso di attrezzature militari che a partire dal 2001 stiamo importando dalla Russia: carri armati, elicotteri, armi, le nostre armi sono anche AK di fabbricazione russa e naturalmente la cooperazione nella tecnica militare e nelle arti militari”, ha spiegato in un’intervista all’agenzia turca Anadolu.
Il ministro degli Esteri venezuelano ha sottolineato, tuttavia, la “libertà” di cui gode Caracas ad “associarci militarmente alla Russia, alla Cina o alla Turchia, e rivendichiamo questo diritto così come la Colombia è entrata nella NATO come ‘partner globale’ a fine maggio 2018”.
Washington ha espresso la sua preoccupazione per la crescente presenza della Russia in America Latina, che nel caso del Venezuela unisce i due paesi in una “alleanza politica ed economica” che potrebbe costituire una minaccia per Washington. Nel quadro di tale preoccupazione, il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha messo in guardia i paesi dell’America Latina, in particolare il Venezuela, della “falsa amicizia” di Mosca e della Cina, un’etichetta che entrambi i paesi hanno respinto in modo forte.
Allo stesso modo, in un altro punto delle sue dichiarazioni, il ministro degli Esteri venezuelano ha denunciato il colpo di stato contro il governo del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, che è stato fabbricato “alla Casa Bianca, nel Dipartimento di Stato e al Pentagono (Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti). “
A questo proposito, si è rammaricato che l’opposizione venezuelana sia diventata il “portavoce degli Stati Uniti”.
“Il governo degli Stati Uniti aveva annunciato al mondo che avrebbe risolto la questione in fretta in Venezuela, ma questo non è successo. Non solo non sono stati veloci, non sono stati nemmeno lenti: non è successo niente, hanno fallito”, ha detto.
Rete solidarietà rivoluzione bolivariana
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