I vertici dello Stato si schierano ancora una volta contro la rivoluzione passiva del governo, al cui interno prevalgono sempre più le forze fautrici di una reazione aperta, come appare evidente dalla legge sulla legittima difesa e dal sostegno alla “famiglia naturale”.

 di Renato Caputo

Ancora una volta il capo dello Stato e i grandi mezzi di comunicazione, che egemonizzano la società civile, intervengono per delimitare quanto resta della presunta sovranità popolare, che si esprimerebbe attraverso il sistema parlamentare liberal-democratico, ricordando che nel modo di produzione capitalistico il potere politico deve essere assoggettato al potere economico della società civile.

Così il tentativo della componente populista e qualunquista del governo, ovvero del Movimento 5 stelle, di rilanciare in vista delle prossime elezioni il proprio programma di rivoluzione passiva [1], istituendo una commissione parlamentare di controllo sulle banche, viene prontamente e imperiosamente ridimensionato da quei centri del potere dello Stato e della società civile che esprimono gli interessi complessivi del settore dominante – il grande capitale finanziario– del blocco sociale borghese esercitante la propria dittatura sui ceti subalterni. In tal modo, la principale forza di opposizione parlamentare, ossia il Pd che esprime il capo dello Stato e gli stessi organi della stampa sedicente comunista come “Il manifesto” [2], insieme agli esponenti della sinistra radical [3] – al solito egemonizzati dai liberali – riescono per l’ennesima volta a criticare da destra, in modo più o meno consapevole del pensiero unico neoliberista, il governo più vicino al fascismo della storia della Repubblica italiana.

Ancora una volta, quindi, le forze della sinistra (borghese), dalle più moderate alle più radicali, fanno nei fatti quadrato a difesa del capitale finanziario e giocano di sponda – più o meno coscientemente – con la componente più reazionaria del governo, per impedire il rilancio di una politica di rivoluzione passiva da parte della componente sinceramente qualunquista del governo.

Dunque, neanche in modo demagogico e del tutto strumentale può essere messa in discussione l’assoluta sacralità delle verità rivelate dalla nuova religione neoliberale, per cui nessun organo elettivo, sulla base del suffragio universale, può mettere in discussione e far anche soltanto finta di voler controllare la politica economica, del tutto assoggettata al dominio dei tecnici espressione dei poteri forti del capitale finanziario nazionale e continentale che, naturalmente, nessuno si è nemmeno sognato di poter eleggere. Se può essere considerato “normale” per un marxista che, nel modo di produzione capitalistico, i poteri forti – che determinano realmente le sorti dello Stato – intervengano ancora una volta a gamba tesa per impedire a chi è stato eletto dal suffragio universale di avere voce in capitolo sulle questioni decisive dal punto di vista strutturale, ossia sulla politica economica, è sinceramente imbarazzante che tutte le forze della (a)sinistra tanto liberal quanto radical continuino a suicidarsi, pur di dimostrarsi affidabili agli occhi del grande capitale finanziario nazionale e transnazionale, sperando di avere in cambio qualche poltrona nelle istituzioni dello Stato imperialista.

In tal modo, nella sostanziale assenza di una credibile e significativa opposizione di sinistra, quest’ultima continua a essere rappresentata agli occhi della stragrande maggioranza degli stessi subalterni, privi di coscienza di classe, dai Cinque stelle. Così, anche alle prossime elezioni europee, la maggioranza dei subalterni, che non accetteranno il voto di scambio promosso al solito dal centro-destra, o continueranno ad appoggiare la componente “meno peggio” del governo o si asterranno. In tal modo, anche dalla prossima espressione della sovranità popolare attraverso il suffragio universale ne uscirà ulteriormente rafforzata la componente più reazionaria del governo e, in prospettiva, l’opposizione di destra alla Lega, ossia le forze apertamente neo-fasciste.

È evidente, infatti, che i governi e i parlamenti eletti a suffragio universale hanno perduto del tutto voce in capitolo sulla decisiva politica economica – tanto che assumono sempre più un ruolo di pura rappresentanza senza poteri reali, come avviene già esplicitamente nel parlamento europeo – a causa dell’enorme debito pubblico, in quanto sono i grandi creditori, espressione del capitale finanziario, ad avere ben salde nelle loro mani le leve di comando. Come è noto, il debito pubblico italiano è esploso proprio quando si è resa la Banca d’Italia – a opera di due esponenti della classe dominante, che diverranno punti di riferimento del centro-sinistra, ovvero C. A. Ciampi e B. Andreatta – del tutto indipendente dal potere politico elettivo, mediante il suffragio universale, unica vestigia della presunta sovranità popolare sempre più apertamente negata nello stadio di sviluppo superiore del capitalismo, ossia nell’imperialismo.

L’altra grande causa del debito e della crisi economica che colpisce, in modo particolare, il nostro paese è l’aver delegato la politica economica nazionale agli organismi non elettivi dell’Unione europea, dove a decidere sono i più ricchi e potenti, ovvero i tedeschi che hanno imposto la loro moneta rendendo non più concorrenziali sui mercati internazionali le merci italiane. Anche in questo caso, a ergersi a paladini delle politiche neoliberiste imposte dagli organismi non eletti del capitale finanziario continentale, sono i poteri forti che controllano lo Stato e le forze della (a)sinistra, da quelle più moderate che si presteranno a svolgere il ruolo di foglie di fico a copertura delle politiche apertamente neoliberiste del Pd, a quelle più radical come Diem25 di Varoufakis, che vogliono dare a credere agli elettori del popolo della sinistra che con il semplice voto alle elezioni per il parlamento europeo – privo di poteri reali – sia possibile fare gli interessi delle classi subalterne, senza mettere nemmeno in discussione i trattati neoliberisti, fondamento reale dell’Unione europea.

Non può, dunque, stupire che, in assenza di una reale opposizione di sinistra capace di incidere, il governo stesso si sposti sempre più su posizioni apertamente reazionarie anche perché, come abbiamo visto, è criticato dai poteri forti, dalla società civile, dai grandi mezzi di comunicazione e persino da tutta l’opposizione in grado di incidere solo nel caso in cui, in modo puramente demagogico, dia a intendere di voler portare avanti una politica di “sinistra”. In tal modo, le forze apertamente reazionarie sono riuscite a portare a termine, senza incontrare una significativa opposizione, due pericolosissime offensive volte a rimettere in discussione alcune delle principali conquiste politiche e sociali del mondo moderno.

La prima, passata senza incontrare neanche la parvenza di una reale opposizione, è la norma che prevede, in nome di una sedicente legittima difesa, la superiorità del diritto di proprietà patrimoniale rispetto allo stesso diritto alla vita di un essere umano. La nuova legge, passata con appena 38 voti contrari e 6 astenuti, sancisce che chiunque possa tranquillamente aprire il fuoco contro chiunque osi violare la proprietà patrimoniale in quanto tale. Tale dogma neoliberista, a cui al solito aveva aperto la strada il precedente governo di centro-sinistra, pretende di eliminare la stessa divisione liberali dei poteri e l’autonomia della magistratura, che non avrebbe nemmeno più la possibilità di valutare la legittimità del farsi giustizia da soli, nel momento in cui viene violata la proprietà privata.

La seconda offensiva della componente più reazionaria del governo ha reso possibile organizzare in Italia il Congresso mondiale delle famiglie, con il patrocinio del comune di Verona, della regione Veneto e della stessa Repubblica italiana, solo all’ultimo minuto costretta a ritirarlo, dato alle forze più oscurantiste a livello internazionale che intendono rimettere in discussione gli stessi diritti civili conquistati nel corso della modernità. Tali forze sponsorizzate e apertamente esaltate dalla componente più reazionaria del governo, sempre più in grado di egemonizzarlo, mira a naturalizzare la condizione di subalternità e di schiavitù domestica della donna e in prospettiva dei figli e a legalizzare la discriminazione e la persecuzione di ogni forma di sessualità che non sia finalizzata alla riproduzione della specie. Più in generale, si mira a ritornare alle società puritane antecedenti la rivoluzione sessuale del sessantotto, in cui il piacere e il desiderio erano considerati in quanto tali peccaminosi e la sessualità era completamente subordinata alla tirannia genitali e legittimata unicamente se subordinata – come negli animali – alle esigenze riproduttive della specie.

Dietro a questa campagna ideologica oscurantista c’è il tentativo di re-imporre al posto della visione filosofico-scientifica moderna una concezione del mondo mitologico-religiosa. C’è, inoltre, l’esigenza di restaurare – dinanzi a un modo di produzione che garantisce privilegi sempre più ingiusti e irrazionali, fondati sullo sfruttamento della stragrande maggioranza dell’umanità – sin dall’ambito “privato” della vita famigliare una impostazione autoritaria e gerarchica. Sulla base di quest’ultima, anche fra i generi e nel rapporto con i figli si mirerebbe a tornare a imporre un rapporto di subordinazione, sul modelli di quello fra servo e signore. Il tutto, poi, ha al solito dei precisi fondamenti strutturali, ossia la necessità dinanzi alla caduta inesorabile del tasso di profitto di poter sfruttare tutte le energie psicofisiche dell’individuo, costringendolo a una completa rinuncia alla ricerca del piacere e della felicità. Inoltre, vincolando nuovamente la sessualità alla riproduzione si mira a garantire, anche al di là delle emigrazioni, un esercito di riserva ampio, indispensabile a tenere basso il salario e il livello di conflittualità dei lavoratori salariati.

Infine colpisce la sfacciata ipocrisia di queste concezioni oscurantiste che sostengono di schierarsi a favore della vita e della procreazione, in quanto si tratta di posizioni che, nei fatti, hanno portato ad accettare supinamente il pensiero unico liberista, che ha prodotto la precarizzazione della forza lavoro e lo smantellamento dello Stato sociale e assistenziale, ovvero un drastico taglio al salario indiretto e differito, che rende sempre più difficile per i giovani potersi permettere di mettere al mondo dei figli. Anche perché, con la nuova completa e arbitraria possibilità di licenziamento o di semplice non rinnovo dei contratti a termine da parte delle imprese, le donne sono sempre più tenute sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro nel momento in cui decidessero di mettere al mondo un bambino. Andrebbe, inoltre, ricordato – a proposito dell’ipocrisia delle forze oscurantiste – che le leggi che hanno legalizzato, entro certi limiti, l’aborto, tanto avversate dalle sedicenti forze pro-life, hanno ovunque prodotto un calo del numero di aborti, oltre a ridurre quasi a zero i pericolosissimi aborti clandestini che proliferano proprio nei paesi in cui la legge lo vieta, in quanto prevalgono le forze anti abortiste. Senza contare che a praticare e ad arricchirsi con gli aborti clandestini sono spesso quelli stessi medici “cristiani” che si battono contro la legalizzazione dell’aborto. È più o meno lo stesso ragionamento che porta la chiesa cattolica a condannare il marxismo in quanto mirerebbe a eliminare la povertà, impedendo così ai fedeli cristiani e alla chiesa di poter fare l’elemosina e attività assistenziali a favore dei più poveri.

Note

[1] A scanso di equivoci, intendo sottolineare di utilizzare il concetto di “società civile” nel senso datogli da Gramsci che, come è noto, considera forme esemplari di rivoluzione passiva nella sua epoca tanto il New deal roosveltiano, quanto il fascismo mussoliniano.

[2] Cfr. Andrea Colombo, Commissione banche, Mattarella frena il M5s, in “Il manifesto” del 30/3/2019.

[3] Cfr. l’articolo del più significativo ideologo del bertinottismo, A. Gianni, Sulle banche, i paracarri di Mattarella davanti alla commissione d’inchiesta, in “Il manifesto” del 30/3/2019.

20/04/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte. 
Credits: Francisco de Goya, Auto de fe de la Inquisición, c. 1812-1819. Real Academia de Bellas Artes de San Fernando Madrid http://www.in-verso.it/goya-pitture-nere

https://www.lacittafutura.it/editoriali/l-offensiva-delle-forze-oscurantiste-in-italia

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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