di David Cromwell e David Edwards

Il 25 aprile un nuovo rapporto di uno stimato studio di esperti ha stimato che le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al Venezuela nell’agosto 2017 hanno causato circa 40.000 morti. Questa atrocità è stata quasi interamente ignorata dai media britannici ‘prevalenti’, compresa BBC News. Ulteriori sanzioni imposte nel gennaio del 2019 probabilmente causeranno decine di migliaia di altri morti.

Il rapporto è stato stilato insieme da Mark Weisbrot e Jeffrey Sachs per il Center for Economic and Policy Research (CEPR) con sede negli Stati Uniti. Il CEPR è stato fondato nel 1999 ‘per promuovere un dibattito democratico sui problemi economici e sociali più importanti che affliggono le vite delle persone’. Il suo comitato consultivo include gli economisti premi Nobel Robert Solow e Joseph Stiglitz.

Weisbrot è co-direttore del CEPR e la sua competenza si estende alla crescita economica, al commercio, alle istituzioni finanziarie internazionali e allo sviluppo in America Latina. Sach è un economista di fama mondiale e alto consulente dell’ONU con una considerevole conoscenza delle politiche collegate allo sviluppo sostenibile e alla lotta alla povertà. Le loro credenziali sono impressionanti e il titolo del loro rapporto è accusatorio: ‘Le sanzioni USA contro il Venezuela sono responsabili di decine di migliaia di morti’.

L’amministrazione Trump ha imposto le sanzioni contro il Venezuela nell’agosto del 2017. Esse hanno vietato al governo venezuelano di finanziarsi sui mercati statunitensi, in tal modo impedendo al paese di ristrutturare il proprio debito verso l’estero. Come ha chiarito il rapporto:

‘E’ importante evidenziare che quasi tutta la valuta estera necessaria per importare farmaci, cibo, attrezzature mediche, parti di ricambio e attrezzature necessarie per la generazione dell’elettricità, per i sistemi idrici o i trasporto, è ricevuta dall’economia venezuelana attraverso le entrate governative derivanti dall’esportazione di petrolio. Così ogni sanzione che riduce i guadagni da esportazioni, e in tal modo le entrate governative, riduce in tal modo le importazioni di tali beni essenziali e, in molti casi, salvavita’.

Gli autori hanno aggiunto:

‘Le sanzioni hanno ridotto il consumo calorico del pubblico, aumentato malattie e mortalità (sia tra gli adulti sia tra i neonati) e allontanato milioni di venezuelani che hanno abbandonato il paese in conseguenza della depressione economica e della iperinflazione crescenti. Hanno esacerbato la crisi economica del Venezuela e reso quasi impossibile stabilizzare l’economia, contribuendo ulteriormente a un eccesso di morti. Tutti questi impatti hanno colpito sproporzionatamente i venezuelani più poveri e più vulnerabili’.

Nel gennaio del 2019 ulteriori sanzioni statunitensi hanno tagliato fuori il Venezuela dal suo più vasto mercato petrolifero: gli Stati Uniti. Washington è anche intervenuto per premere su altri paesi, tra cui l’India, perché non comprassero il petrolio venezuelano che in precedenza era importato negli USA. Le conseguenze sono state catastrofiche. Tra i risultati del rapporto ci sono:

  • Più di 40.000 morti dal 2017-18;
  • Le sanzioni hanno ridotto la disponibilità di cibo e farmaci e aumentato malattie e mortalità;
  • Le sanzioni dell’agosto 2017 hanno contribuito a un acuto declino della produzione di petrolio, causando un grave danno alla popolazione civile;
  • Se le sanzioni messe in atto nel gennaio 2019 proseguiranno, determineranno quasi certamente decine di migliaia di morti evitabili in più;
  • Questi risultati sono basati su una stima di 80.000 persone affette da HIV che non hanno avuto cure antivirali dal 2017, 16.000 persone che hanno bisogno di dialisi, 16.000 persone malate di cancro, e quattro milioni di malati di diabete e ipertensione (molti dei quali non possono ottenere insulina o farmaci cardiovascolari);
  • Dopo le sanzioni del gennaio 2019 la produzione di petrolio è diminuita di 431.000 barili di petrolio al giorno, cioè del 36,4 per cento. Questo accelererà di molto la crisi umanitaria. Ma il previsto declino del 67 per cento della produzione petrolifera nell’anno, se le sanzioni proseguiranno, causerà una perdita molto maggiore di vite umane.

Weisbrot ha dichiarato con chiarezza l’enormità delle politica punitiva degli Stati Uniti contro il Venezuela:

‘Le sanzioni stanno privato i venezuelani di farmaci salvavita, attrezzature mediche, cibo e altre importazioni essenziali. Ciò è illegale in base alla legge statunitense e a quella internazionale e a trattati che gli Stati Uniti hanno sottoscritto. Il Congresso dovrebbe intervenire per fermare questo.’

Proprio come i media industriali accusarono Saddam Hussein del devastante impatto delle sanzioni britannico-statunitensi contro l’Iraq che determinarono la morte di più di un milione di iracheni tra il 1990 e il 2003, la ‘nostra stampa libera’ è unita nell’incolpare Nicolas Maduro, il presidente venezuelano, della crisi economica e umanitaria del paese. Il nuovo rapporto del CEPR confuta tale quadro propagandistico. Sachs sottolinea:

La colpa della crisi economica del Venezuela è regolarmente attribuita interamente al Venezuela. Ma è molto più di così. Le sanzioni statunitensi sono mirate deliberatamente a distruggere l’economia del Venezuela e portare in tal mondo a un cambiamento di regime [grassetto nostro]. E’ una politica infruttuosa, crudele, illegale e fallita, che causa un grave danno al popolo venezuelano’.

Il rapporto evidenzia che:

‘il dolore e le sofferenze inflitte alla popolazione civile possono non essere un danno collaterale, bensì una parte effettiva della strategia per rovesciare il governo’.

In effetti Weisbrot e Sachs sostengono la tesi devastante che le sanzioni:

‘corrisponderebbero alla definizione di punizione collettiva della popolazione civile come descritta nelle convenzioni internazionali di Ginevra e dell’Aja, di cui gli Stati Uniti sono firmatari’.

In un mondo politico e mediatico sensato, questo farebbe notizia.

Reazioni dei media?

Dunque quale è stata la reazione dei media a un rapporto così incriminate di due esperti autorevoli? Di fatto, con un’unica eccezione, i giornali statunitensi e britannici ‘prevalenti’ hanno semplicemente chiuso gli occhi. Questa assenza di copertura è particolarmente ironica nel caso del Guardian. Come ha segnalato il giornalista John McEvoy, un collaboratore regolare di The Canary:

‘In un editoriale [del 2008] il @guardian ha elogiato il CEPR come ‘una professionale spina nel fianco dell’ortodossia’ & affermato ‘in un mondo di Golia, il CEPR costituisce un David parecchio efficace’. Tuttavia non ha detto nulla del recente studio del CEPR che ritiene le sanzioni statunitensi responsabili di 40.000 morti in Venezuela’.

Abbiamo sfidato via Twitter BBC News a occuparsi dell’importante nuovo rapporto del CEPR che implica la politica statunitense nella morte di più di 40.000 venezuelani:

 ‘Quali sono le probabilità che @BBCNews promuova questo come il suo servizio principale, come una grossa copertura su #BBCNewsTen da uno dei suoi giornalisti di chiara fama? #Venezuela’

Non c’è stata nessuna copertura della BBC per quanto ne sappiamo.

In rete abbiamo trovato una breve citazione in un articolo dell’agenza di stampa ‘prevalente’ Agence France-Press: era sepolta negli ultimi tre paragrafi di un pezzo di 25 paragrafi. Eccezioni alla ‘norma’ di un silenzio vergognoso amico del potere si sono trovati in canali mediatici che si suppone siano ignorati o screditati in occidente: RTSputnik InternationalTeleSur EnglishVenezuela Analysis, tra altri.

Immaginate se la politica russa fosse stata responsabile di un numero simile di morti in un altro paese, con decine di migliaia di altre vite a rischio nei mesi a venire. I titoli e la copertura approfondita in tal caso sarebbero incessanti. L’ambasciatore russo a Londra riceverebbe una severa lavata di capo da parte del Segretario agli Esteri britannico. Ci sarebbero richieste a Westminster da parte di tutti i partiti di condannare Putin nei termini più vigorosi possibili. Ci sarebbero richieste globali di intervento dell’ONU. La disciplina ideologica imposta per ignorare un tale grande crimine sotto la politica occidentale è rimarchevole, ma del tutto normale nel sistema mediatico industriale, come Noam Chomsky ha a lungo osservato.

Come ha sintetizzato la giornalista indipendente Caitlin Johnstone:

‘Per essere chiari, questa atrocità imperdonabile persa prevalentemente sulle spalle dell’amministrazione Trump. […] Immaginate se Trump impiegasse una raffica di missili Tomahawk sulle parti più impoverite di una città densamente popolata del Venezuela, e poi si sentisse tutti dire: ‘Beh, in realtà è stato Maduro a far saltare in aria quella gente, perché non ha voluto fare quello che gli avevamo detto”. […] Le sanzioni sono un’arma di guerra più lenta e più estenuante delle bombe e dei missili, ma sono enormemente superiori quando si tratta di tenere il pubblico addormentato mentre si compiono atti depravati di sterminio di massa.’

Come sempre, i media industriali stanno facendo il lavoro loro richiesto per mantenere il pubblico in uno stato d’ignoranza, o acquiescenza, riguardo ai crimini dell’occidente. ‘Quando la verità è sostituita dal silenzio’, disse una volta il dissidente sovietico Yevgeny Yevtushenko, ‘il silenzio è menzogna’.  Come ha osservato John Pilger nel 2004 dopo l’invasione e l’occupazione dell’Iraq:

‘Avrebbe potuto riferirsi al silenzio sui devastanti effetti dell’embargo. E’ un silenzio che attribuisce ai giornalisti il ruolo di accessori, proprio mentre il loro silenzio ha contribuito a un’invasione illegale e non provocata di un paese indifeso’.  

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originale: http://www.medialens.org/index.php/alerts/alert-archive/2019/902-40-000-dead-venezuelans-under-us-sanctions-corporate-media-turn-a-blind-eye.html

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2019 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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