Arundhati Roy


Francesco Cecchini


Nel 2002 Arundhati Roy scrisse: “Se sei un macellaio o un genocida che si da alla politica, hai tutti i motivi per essere ottimista.” Arundhati Roy si riferiva a Narendra Modi, allora primo ministro di Gujarat, che era stato coinvolto nelle rivolte del 2002 contro i musulmani in questo stato, in cui almeno un migliaio di persone furono uccise. Il 27 febbraio 2002, nella cittadina di Godhra in Gujarat, un treno carico di Karsevaks il Sabarmati Express e fece sosta nella stazione. secondo alcune testimonianze, durante la sosta i passeggeri avevano preso a insultare e provocare i locali venditori e facchini musulmani e questi avevano reagito chiamando in aiuto i propri correligionari residenti nell’area, dando origine a uno scontro. . I resti delle vittime carbonizzate vennero sottratti alle autorità giudiziarie e scortate in pubblico corteo ad Ahmedabad, provocando il 28 Febbraio l’inzio di un massacro sistematico dei Musulmani, di quartiere in quartiere e poi di villaggio in villaggio, che si protrasse per circa un mese, finchè assai tardivamente il governo centrale inviò l’esercito per sedare la carneficina. Le fonti ufficiali parlarono allora di circa 1.000 morti e 100.000 profughi, ma a molti osservatori esterni le cifre sembrarono sin dal principio assai riduttive, mentre un computo anche aprossimativo delle donne e bambine musulmane stuprate e seviziate per rappresaglia a tutt’oggi non è mai stato effettuato.
Un ruolo importante nel massacro lo ebbero il primo ministro del Gujarat Narendra Modi e Lal Kishen Advani , ministro dell’Interno del governo centrale, , entrambi esponenti del BJP, che lasciarono intendereche la strage fosse stata frutto di un piano terroristico preparato in anticipo, al quale avevano collaborato probabilmente anche elementi dei servizi segreti pakistani. Una tesi che non trovò però alcuna conferma. Fu invece arrestata l’ex ministro dell’ istruzionee del Gujarat Maya Kodnani inchiodata alle sue responsabilità a seguito di intrecettazioni telefoniche disposte dalla magistratura assieme ad altre 31 persone per il ruolo svolto in uno dei peggiori eccidi di massa accaduti durante il pogrom del 2002, che costò la vita a 94 persone, in maggioranza donne e bambini. Il terribile episodio accadde la mattina del 28 Febbraio 2002, quando i fondamentalisti induisti irruppero nell’insediamento musulmano di Naroda Patiya, Ahmedabad, i cui abitanti vennero poi in larga parte bruciati vivi o mutilati a morte.
Modi ha sempre proclamato la sua innocenza, ma la previsione di Arundhati Roy sul suo futuro è stata corretta. Dopo le ultime elezioni in India, dove il suo partito, il Bharatiya Janata Party (BJP), ha stravinto con un programma di supremazia induista. Modi si nel suo secondo mandato presidenziale raccoglie nelle sue mani più potere che mai. Come dice Roy, la “più grande democrazia del mondo” esiste allo stesso tempo, con il sistema delle caste e il caos del turbocapitalismo. Modi, l’ex ragazzo Chaiwala, servitore di tè, che ora indossa abiti da $ 16.000, incarna queste contraddizioni: l’hindutva e il neoliberalismo. Modi non è menzionato nel secondo romanzo di Roy, The Ministry of Utmost Happiness, pubblicato nel 2017, ma la sua visione di una nazione hindu è presente nel libro. “Forse non si dovrebbe dire “, dichiara Arundhati Roy , “ma se un romanzo può avere un nemico, il nemico di questo romanzo è l’idea di una nazione, di una religione, di una lingua, che sono l’ ideologia Hindutva di Modi”. Sebbene Arundhati Roy sia diventata famosa con il suo primo lavoro, Il Dio delle Piccole Cose, che vinse il Booker Prize nel 199, non volle mai essere conosciuta , come “una bella donna che ha scritto un libro.”, né era interessata a diventare un’ambasciatrice culturale dell’India moderna e in ascesa, che dominava la caratterizzazione del suo paese fatta dai media occidentali nel XXI secolo. Attualmente, Arundhati Roy è nota per essere un’ottima scrittrice, ma anche per la sua attività politica. È stata imprigionata, accusata di sedizione, si è unita ai maoisti nella giungla indiana e ha sostenuto i movimenti di liberazione in tutto il mondo. A giugno Arundhati Roy pubblicherà le sue opere complete di saggistica, My Seditious Heart, un libro che ha più di mille pagine.
Il link con una recente intervista di Samuel Earle a Arundhati Roy sulle elezioni recebti in India è il seguente:
https://newrepublic.com/article/154011/arundhati-roy-indias-elections-a-mockery-democracy-supposed-be

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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