Sotto tutti i punti di vista l’affermazione di questa settimana, quella da parte dei combattenti collegati ad al-Qaeda secondo cui il governo siriano li aveva presi di mira con armi chimiche [in inglese] nella provincia di Idlib (il loro ultimo rifugio in Siria), avrebbe dovuto essere trattata dai media occidentali con un alto grado di scetticismo.

Il fatto che gli Stati Uniti e gli altri governi occidentali abbiano accolto con entusiasmo queste affermazioni non avrebbe dovuto renderle più credibili.

Lo scetticismo dei media sarebbe stato giustificato, dato che non sono state ancora prodotte prove fisiche per confermare le affermazioni dei jihadisti. Ed i media avrebbero dovuto essere ancora più sospettosi dato che il governo siriano era già pronto a sconfiggere questi gruppi di al-Qaeda senza ricorrere ad armi chimiche — e senza provocare le prevedibili ire (ancora una volta) dell’Occidente.

Ma più di tutto lo scetticismo era necessario perché queste ultime affermazioni arrivavano poco dopo che si è saputo che l’ultimo presunto attacco chimico — avuto luogo nel mese di aprile 2018 e, come sempre, attribuito da tutte le fonti occidentali al presidente siriano, Bashar Assad —è stato molto probabilmente una messa in scena, una operazione sotto falsa bandiera di quegli stessi gruppi di al-Qaeda che rivendicano ora il nuovo presunto attacco del governo siriano.

Dipendenti dall’incompetenza

Nella copertura mediatica di questa settimana delle affermazioni dei gruppi di Al-Qaeda, la cosa più sorprendente è il fatto che i media occidentali continuino a rifiutarsi di imparare qualsiasi lezione, a sviluppare qualsiasi distanza critica dalle fonti su cui si basa, anche se è stato dimostrato che tali fonti l’hanno ripetutamente ingannati.

Questo risultò vero dopo il mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa in Iraq, ed è stato confermato questo mese dopo che l’organismo di controllo della comunità internazionale sulle armi chimiche, l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW), si è rivelata come profondamente disonesta.

È già abbastanza grave che i nostri governi e le nostre istituzioni esperte ci ingannino e ci mentano, ma è ancora peggio avere i media ufficiali che dipendono — ad esser caritatevoli — dalla propria incompetenza. Le prove che dimostrano questo fatto crescono e si rafforzano di giorno in giorno.

Attacco non provocato

Nel mese di marzo, la OPCW ha prodotto una relazione su un attacco con armi chimiche che il governo siriano si presume abbia effettuato a Douma nell’aprile dello scorso anno. Diverse dozzine di civili, molti dei quali bambini, sono morti apparentemente a causa di quell’attacco.

Il rapporto della OPCW ha concluso che vi erano “motivi ragionevoli” per ritenere che una forma tossica di cloro fosse stata usata come arma chimica a Douma, e che il modo di diffusione più probabile fosse stato mediante due cilindri metallici caduti dall’aria.

Ciò è in accordo con le dichiarazioni dei gruppi di al-Qaeda, sostenuti dagli stati occidentali, secondo i quali, quei cilindri erano stati sganciati dai militari siriani. Usando un linguaggio tecnico asciutto, la OPCW si è unita agli Stati Uniti e all’Europa nel puntare il dito contro Assad.

Era di vitale importanza che la OPCW giungesse a tale conclusione, e non solo perché l’Occidente ha un’ambizione complessiva per un cambio di regime in Siria.

In risposta al presunto attacco di Douma di un anno fa, gli Stati Uniti lanciarono [in inglese] una raffica di missili da crociera contro le forze armate siriane e le posizioni governative prima che ci fosse una qualche indagine su chi ne fosse stato il responsabile.

Quei missili erano già di per sé un crimine di guerra – un attacco non provocato ad un altro paese sovrano. Ma senza l’implicita benedizione della OPCW, gli Stati Uniti sarebbero stati privati anche del loro umanitario e debole pretesto per giustificare il lancio dei missili.

Documento trapelato

Senza dubbio la OPCW è stata sottoposta ad una enorme pressione politica per arrivare alla “giusta” conclusione. Ma come corpo scientifico che svolge un’indagine forense sicuramente non avrebbe osato alterare i dati.

Ma sembra che sia proprio quello che ha fatto. Questo mese Propaganda e Media, Gruppo di Lavoro sulla Siria — un gruppo di accademici che sono diventati sempre più scettici nei confronti delle narrazioni occidentali raccontate sulla Siria — hanno pubblicato [in inglese] un documento interno, trapelato, della OPCW.

Pochi giorni dopo la OPCW ha confermato [in inglese] con riluttanza che il documento era autentico e che avrebbe identificato e punito i responsabili della fuga di notizie.

Il documento era una valutazione supervisionata da Ian Henderson, esperto senior della OPCW, dei dati tecnici raccolti dalla missione di ricerca della OPCW che si è recata sulla scena dell’attacco di Douma. I suoi risultati si scontrano con la relazione pubblicata dalla OPCW.

Cancellato dalle registrazioni

Il documento trapelato è molto imbarazzante per due motivi.

In primo luogo, la valutazione, basata sui dati tecnici disponibili, contraddice la conclusione della relazione finale dell’OPCW secondo la quale le due bombole chimiche furono lasciate cadere dall’aria e si schiantarono contro i tetti degli edifici. Sostiene invece che i cilindri erano stati più probabilmente collocati nei luoghi in cui sono stati poi ritrovati.

Se è così, la spiegazione più probabile è che i cilindri siano stati messi lì da gruppi di Al-Qaeda, presumibilmente in un ultimo disperato tentativo di persuadere l’Occidente ad intervenire per impedire che gli jihadisti venissero cacciati fuori da Douma.

Ma ancora più sconvolgente è il fatto che la valutazione degli esperti basata sui dati raccolti dalla squadra dell’OPCW sia stata completamente eviscerata dalla relazione finale della OPCW.

Non è che la relazione finale sconti o confuti i risultati dei propri esperti. Semplicemente ignora queste scoperte, finge che non esistano. Il rapporto li svuota, li cancella dal verbale ufficiale. In breve, compie un enorme inganno.

Gli esperti ignorati

Tutto questo sarebbe una notizia da prima pagina se avessimo dei media ufficiali responsabili, che si preoccupano della verità e che tengono informato il pubblico.

Adesso sappiamo sia che gli Stati Uniti hanno attaccato la Siria su basi del tutto false, sia che la OPCW — uno degli organismi più rispettati e autorevoli della comunità internazionale — è stata colta con le mani nel sacco di un inganno oltraggioso, con gravi implicazioni geopolitiche (in realtà, non è la prima volta che la OPCW viene beccata a farlo, come ho già spiegato in precedenza).

Il fatto che la OPCW abbia ignorato i propri esperti e i risultati tecnici della propria squadra, quando questi si sono dimostrati politicamente indigesti, getta un’ombra oscura su tutto il lavoro della OPCW in Siria e altrove. Se in questa occasione la OPCW è stata disposta a perpetrare un inganno, perché dovremmo supporre che non lo abbia fatto in altre occasioni, quando si rivelava politicamente opportuno?

Combattenti attivi

Le relazioni della OPCW su altri possibili attacchi chimici — funzionali agli sforzi occidentali per coinvolgere Assad — sono ora tutte ugualmente contaminate. Ciò vale in particolare per il fatto che, in questi altri casi, la OPCW ha violato le proprie procedure, giungendo a conclusioni pregiudiziali senza che i suoi esperti fossero presenti sul posto, nel luogo dei presunti attacchi. Al contrario, ha ricevuto campioni e foto tramite i gruppi di al-Qaeda, che avrebbero potuto facilmente manomettere le prove.

Eppure ancora i media ufficiali non hanno rilevato questa esposizione della disonestà della OPCW, a parte i commenti degli unici due giornalisti ufficiali nel Regno Unito, veri lupi solitari — Peter Hitchens, un editorialista conservatore ma indipendente per il Mail on Sunday, e il veterano corrispondente di guerra Robert Fisk, del giornale (poco letto) The Independent (dirò di più sul suo particolare coinvolgimento a Douma più avanti).

Così come la OPCW ha cancellato i risultati dei suoi esperti tecnici per evitare il disagio politico, i media hanno scelto di tacere su queste nuove informazioni politicamente sensibili.

Hanno preferito sostenere lo screditato racconto che i nostri governi hanno agito per proteggere i diritti umani dei siriani ordinari piuttosto che la realtà, per partecipare attivamente alla guerra, contribuendo a destabilizzare un paese in modi che hanno causato enormi sofferenze e morte in Siria.

Fallimento sistematico

Questo non è un fallimento una-tantum. Fa parte di una serie di fallimenti dei media ufficiali nella copertura di Douma.

Hanno ignorato evidenti motivi di cautela al momento del presunto attacco. Il pluri-premiato giornalista Robert Fisk è stato tra i primi ad entrare a Douma poco dopo questi eventi. Lui e alcuni giornalisti indipendenti hanno fornito [in inglese]testimonianze oculari di prima mano che contraddicevano apertamente la narrazione congiunta dei gruppi di al-Qaeda e dei governi occidentali sul fatto che Assad avesse bombardato Douma con armi chimiche.

I media ufficiali hanno anche deriso una conferenza stampa successiva in cui molte delle presunte vittime di quel supposto attacco chimico hanno fatto apparizione per dimostrare di essere illesi, e hanno parlato di come erano stati costretti a recitare i loro ruoli.

E ora i media occidentali hanno aggravato questo fallimento — rivelando la sua natura sistematica — ignorando anche il documento trapelato dalla OPCW.

Ma c’è di peggio, di molto peggio.

La propaganda di al-Qaeda

Questa settimana gli stessi gruppi di al-Qaeda che erano presenti a Douma — gli stessi che potrebbero aver messo in scena quell’attacco letale — hanno affermato che il governo siriano aveva di nuovo lanciato armi chimiche contro di loro, questa volta contro il loro ultimo fortino,  Idlib.

Dei giornalisti responsabili, interessati ai fatti, a raccontare la verità, alla evidenza, a chiedere conto ai potenti, dovrebbero inquadrare questa ultima affermazione infondata nel contesto dei nuovi dubbi sollevati dal rapporto trapelato dalla OPCW sull’attacco chimico dello scorso anno, quello di cui era stato incolpato Assad.

Dato che i dati tecnici suggeriscono che i gruppi di al-Qaeda e gli Elmetti Bianchi che lavorano a stretto contatto con loro, erano i responsabili dell’attentato, forse anche della strage di civili per rendere l’attacco più persuasivo — i media istituzionali avrebbero dovuto avere un obbligo professionale e morale di sollevare la questione del documento trapelato.

È una questione vitale, volendo valutare la verità delle ultime affermazioni di al-Qaeda. Privare i lettori di queste informazioni, di questo contesto imprescindibile, vuol dire schierarsi, diffondere propaganda, per conto non solo dei governi occidentali ma anche di al-Qaeda.

E questo è esattamente ciò che hanno appena fatto i media istituzionali. Tutti quanti.

Media degni del periodo staliniano

Quanto sia grave la loro negligenza nei confronti del dovere giornalistico più basilare risulta chiaro quando si considera la copertura acritica del Guardian sulle affermazioni jihadiste circa l’ultimo presunto attacco chimico.

Come la maggior parte degli altri media, l’articolo[in inglese] del The Guardian includeva due strane allusioni — una fatta dalla Francia, l’altra dagli Stati Uniti — alla menzogna perpetrata dalla OPCW nel suo recente rapporto su Douma. The Guardian ha riportato queste allusioni anche se, su quell’inganno, non ha mai pronunciato una singola parola in nessuna delle sue pagine.

In altre parole, i media istituzionali sono così dediti a diffondere la propaganda delle potenze occidentali, da aver denunciato il diniego ufficiale sulle irregolarità anche se non hanno mai riferito l’effettiva trasgressione. È difficile immaginare i media sovietici sotto Stalin  comportarsi in modo così bizzarro e disonesto.

I media istituzionali hanno fornito a Francia e Stati Uniti un palco da cui poter respingere le accuse contro la OPCW, quelle stesse accuse che i media non hanno mai denunciato pubblicamente.

Dubbi sulla OPCW

Quanto segue è una breve dichiarazione (incomprensibile senza il contesto di cui parliamo) della Francia, riportata [in inglese] dal Guardian in relazione all’ultima affermazione che le forze di Assad avrebbero usato armi chimiche questa settimana: “Abbiamo piena fiducia nell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche”.

Ma nessuno, ad eccezione di blogger e accademici ignorati dai media e dalle autorità statali, hanno mai sollevato dubbi sulla OPCW. Perché il Guardiandovrebbe ritenere questi commenti francesi degni di essere riportati, a meno che non vi siano ragioni per dubitare della OPCW? E se ci sono tali ragioni di dubbio, perché il Guardian non ha pensato di renderle pubbliche e di segnalarle ai suoi lettori?

Allo stesso modo il Dipartimento di Stato americano è venuto in aiuto della OPCW. Nella stessa inchiesta del Guardian, è stato citato un funzionario americano, il quale ha affermato che la OPCW stava affrontando “una continua campagna di disinformazione” da parte di Siria e Russia, e che la campagna era stata progettata “per creare la falsa narrazione che altri [piuttosto che Assad] sono da biasimare per gli attacchi con armi chimiche “.

Così, anche Washington ha respinto le accuse contro la OPCW che non sono mai state riportate dai media ufficiali.

È interessante notare che nel caso di funzionari statunitensi, come loro sostengano la tesi che la Siria e la Russia stiano dietro la “campagna di disinformazione” contro la OPCW, anche se la stessa OPCW ha ammesso che il documento trapelato,  screditante il suo lavoro, è autentico e scritto da uno dei suoi esperti.

La OPCW è screditata, ovviamente, solo perché cercava di nascondere le prove contenute nel documento trapelato, prove che avrebbe potuto scagionare Assad dall’attacco chimico dello scorso anno. È difficile capire come si possa incolpare la Siria o la Russia per tutto questo.

Cospirare con l’inganno

Ma, mentre i funzionari statunitensi e francesi hanno almeno riconosciuto che ci sono dubbi sul ruolo della OPCW in Siria, anche se rifiutano in modo ingiustificabile tali dubbi, è ancora più sorprendente che i media istituzionali abbiano semplicemente ignorato quei dubbi, come se non esistessero.

Il continuo oscuramento dei media riguardo il documento trapelato dalla OPCW non può essere considerato accidentale. È stato sistematico, su tutti i media.

Quell’oscuramento è rimasto risolutamente in atto anche dopo l’ammissione da parte della OPWC sull’autenticità dell’imbarazzante documento e anche dopo l’inizio, da parte dei paesi occidentali, di allusioni sul documento trapelato.

I media ufficiali stanno attivamente colludendo sia nell’inganno originale perpetrato dai gruppi di al-Qaeda e dalle potenze occidentali, sia nella successiva disonestà della OPCW. Hanno lavorato insieme per ingannare i cittadini occidentali.

La domanda è: perché i media sono così evidentemente incompetenti? Perché sono così ansiosi di tenere se stessi e i loro lettori all’oscuro? Perché sono così disposti ad avvallare tali narrazioni per creduloni per conto dei governi occidentali, i quali hanno ripetutamente dimostrato di mentire ai media stessi?

L’Iran è il vero obiettivo

Il motivo è che i media istituzionali non sono ciò che affermano di essere. Non sono un cane da guardia del potere, o il quarto potere.

I media sono in realtà l’ala delle pubbliche relazioni di una manciata di multinazionali — e stati — che perseguono due obiettivi chiave in Medio Oriente.

Il primo obiettivo è che vogliono controllare il petrolio in Medio Oriente. Aiutare al-Qaeda in Siria — compresa la sua guerra di propaganda — contro il governo di Assad aiuta un’agenda occidentale più ampia. Il blocco degli Stati Uniti e della NATO, in definitiva, sta puntando alla leadership dell’Iran, il principale produttore di petrolio della regione, non sottomesso all’imperialismo americano.

Potenti gruppi sciiti nella regione — Assad in Siria, Hezbollah in Libano e alti funzionari in Iraq dopo la nostra invasione di quel paese nel 2003 — sono alleati o potenziali alleati dell’Iran. Se sono in gioco, il margine di manovra dell’impero statunitense nell’affrontare l’Iran è limitato. Rimuovi questi attori regionali e l’Iran è isolato e vulnerabile.

Questo è il motivo per cui la Russia è intervenuta diversi anni fa per salvare Assad, nel tentativo di fermare la caduta del domino e la costruzione da parte degli Stati Uniti di una Terza Guerra Mondiale centrata sul Medio Oriente.

In secondo luogo, con il Medio Oriente inondato dai soldi del petrolio, le multinazionali occidentali hanno la possibilità di vendere altre di quelle lucrose armi che si usano in guerre aperte e nascoste, come quella che imperversa in Siria negli ultimi otto anni.

Quale miglior generatore di profitto, per queste società, di guerre totalmente inutili contro un “orco” come Assad?

Come un culto della morte

Dall’esterno, questo sembra e suona come una cospirazione. Ma in realtà è qualcosa di peggio e molto più difficile da sconfiggere.

Le aziende che gestiscono i nostri media e i nostri governi hanno semplicemente fuso nelle loro menti — e nelle nostre — l’idea che i loro ristretti interessi aziendali siano sinonimi di “interessi occidentali”.

Le false narrazioni che generano sono lì per servire un sistema di potere, come ho spiegato [in inglese]precedentemente. La visione del mondo e i valori di quel sistema sono applicati da un circolo incantato che include politici, generali, scienziati, giornalisti e altri che operano come se fossero sottoposti al lavaggio del cervello da parte di una sorta di culto della morte. Vedono il mondo attraverso un singolo prisma: la necessità del sistema di mantenere il potere. Tutto il resto — verità, prove, giustizia, diritti umani, amore, compassione — passa in secondo piano.

È lo stesso sistema che paradossalmente è determinato a preservare se stesso anche se ciò dovesse significare la distruzione del pianeta, devastare le nostre economie e iniziare e perseguire guerre distruttive senza fine. È un sistema che ci trascinerà tutti nell’abisso,  meno che non lo fermiamo.

*****

Articolo di Jonathan Cook pubblicato su CounterPunch il 29 maggio 2019
Traduzione in italiano di Diego e di Pappagone per 
SakerItalia

[le note in questo formato sono dei traduttori]

http://sakeritalia.it/medio-oriente/siria/i-media-occidentali-sono-la-chiave-dellinganno-siriano/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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