Paura nera: dalla nuova minaccia di morte alla sindaca di Colonia accoltellata tre anni fa, ai 29 borgomastri tedeschi nel mirino dei fanatici dell’ultra-destra, fino all’endorsement dei nazional-populisti di Alternative für Deutschland nei confronti di Matteo Salvini, proposto per il Nobel per la Pace. È l’aria che tira nella Repubblica federale due settimane dopo l’omicidio del politico Cdu pro-migranti Walter Lübcke e a tre giorni dall’arresto del presunto assassino legato a doppio filo con la rete neo-nazista marchiata Npd e «Combat 18». Clima inquietante, certificato dai rapporti ufficiali quanto dalle recenti indagini di polizia e magistratura federale che conducono tutte – ma proprio tutte – alla stessa matrice ideologica. Un caso politico, sociale, istituzionale all’attenzione del governo di Angela Merkel come dell’opposizione al Bundestag (tranne Afd). Ma anche l’ennesimo fascicolo giudiziario spalancato sul tavolo della Procura generale di Berlino: l’organo incaricato di fare luce sulle minacce al “cuore” dello Stato. «Non si indietreggia» è la frase scandita a voce alta dall’avvocata Henriette Reker, politica indipendente,l a prima donna alla guida del Municipio di Colonia. Tre parole pesanti come un macigno, più che doverose all’indomani dell’uccisione di Lübcke, perfino naturali per chi si batte contro razzismo e xenofobia fin dai tempi della mitologica «invasione» di 1,6 milioni di profughi da Siria e Iraq. Sulle rive sempre più nere del Reno, invece, questa grammatica costa un’altra intimidazione che rimane «anonima» solo nelle procedure di denuncia in uso alla polizia. All’orizzonte della sindaca Reker si profila l’agguato fotocopia del 17 ottobre 2015. All’epoca, un estremista di destra la pugnalò alla schiena in pieno centro a Colonia il giorno prima delle elezioni comunali, poi vinte grazie al sostegno di Cdu, Fdp e Verdi, la desistenza della Spd, e i residenti che hanno fatto quadrato intorno all’attuale Oberbürgermeisterin. Dal giorno del suo insediamento Reker è diventata l’incubo fisso dei neo-nazisti tedeschi che, in buona sostanza, le addebitano il (loro) fallimento nell’opera di trasformazione dei tragici episodi di Capodanno 2016 nel grimaldello in grado di scardinare il progetto di città aperta e multi-kulti. Non è un caso isolato, anzi: solamente il primo nome della lunga lista di «nemici della Germania», che poi sono solo dei nazi. Centoventi chilometri più a Est vive e lavora Andreas Hollstein, sindaco di Altena, borgo di 18 mila abitanti tra Dortmund e Wuppertal sempre nel Nordreno-Vestfalia. Due anni fa è stato accoltellato alla gola mentre consumava un kebab seduto al tavolo di un ristorante etnico. Al grido di «immigrati Raus», come al solito, come accaduto a Reker. Insieme ai due sopravvissuti alla violenza nera, nell’elenco di politici scomodi all’ultra-destra risultano altri 27 sindaci come ricorda il quotidiano Bild. Tutti accomunati dall’unica azione per cui in Germania oggi si rischia davvero e letteralmente la pelle: scendere in trincea contro l’ondata razzista la cui altezza è ben misurabile fuori e dentro la Bundesrepublik. Sintomatica, da questo punto di vista, l’intervista rilasciata da Beatrix von Storch, vice-capogruppo parlamentare di Afd e nipote del ministro delle Finanze di Adolf Hitler, l’ultimo capo di governo del Terzo Reich. «Propongo Matteo Salvini per il Premio Nobel per la Pace, perché ha sperimentato un’efficace politica di stabilità per l’Europa e ha contribuito al salvataggio di migliaia di vite. Un esempio che tutti gli altri dovrebbero seguire» tiene a precisare von Storch ospite della rubrica Punto Europa del Tg Parlamento che verrà trasmessa domani su Rai 2. «Grazie alla chiusura delle frontiere italiane Salvini ha fermato con successo l’immigrazione clandestina verso l’Europa insieme al traffico di migranti. Mostrando, con chiarezza, quali oneste politiche si possono attuare in maniera decisiva. Le navi dell’industria dei profughi devono smettere di fare affari sporchi» è la sintesi a favore dei riflettori della nuova Rai sovranista.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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