L’Omelia durante la Messa per i Migranti nella Basilica di San Pietro, in occasione del VI anniversario della visita a LampedusaCondividi su facebookCondividi su twitterCondividi su whatsappCondividi su emailCondividi su print
ROMA – “Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie. Non si tratta solo di migranti, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della societa’ globalizzata”. Cosi’ Papa Francesco nel corso dell’Omelia della Messa per i Migranti nella Basilica di San Pietro, in occasione del VI anniversario della visita a Lampedusa.
Per il Pontefice “viene spontaneo riprendere l’immagine della scala di Giacobbe. In Gesù Cristo il collegamento tra la terra e il Cielo è assicurato e accessibile a tutti. Ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo”.
Si tratta, spiega, “di una grande responsabilità,dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare. So che molti di voi, che sono arrivati solo qualche mese fa, stanno già aiutando i fratelli e le sorelle che sono giunti in tempi più recenti. Voglio ringraziarvi per questo bellissimo segno di umanità, gratitudine e solidarietà”.