Francesco Cecchini
Blocco stradale in appoggio ai giudici per il caso Curuguaty
Ex prigionieri per il massacro di Curuguaty e i loro famigliari continuano a mobilitarsi a sostegno dei giudici che il luglio 2018, dopo sei anni di prigione, li avevano assolti. Il 15 giugno 2017, in seguito alla sentenza definitiva degli 11 contadini, gli avvocati della difesa avevano presentato ricorso alla Corte d’appello. Così, i giudici hanno assolto Luis Olmedo Paredes, condannato a 20 anni di carcere e Néstor Castro, condannato a 18 anni, nonché Arnaldo Quintana. Anche Ruben Ayala è stato assolto. Gli altri beneficiari furono Lucía Agüero, María Fani Olmedo e Dolores López, che condannati a sei anni di prigione; e Juan Carlos Tillería, Alcides Ramón Ramírez, Adalberto Castro e Felipe Benítez condannato a quattro anni.
Lo scorso 8 luglio hanno bloccato al chilometro 34 la Ruta 10 Las Residentas nel distretto di Curuguaty. La manifestazione è stata a favore dei giudici Emiliano Rolón, Arnaldo Martínez Prieto Cristóbal Sánchez che anullarono la sentenza ai campesinos per il massacro di Curuguaty. I giudici erano stati denunciati alla JEM ( Jurado de Enjuiciamiento de Magistrados) dal Procuratore Generale Sandra Quiñónez che ha definito il rilascio dei campesinos una mascalzonata giuridica. Arnaldo Martínez Prieto ha dato le dimissioni da giudice per non avere l’appoggio della magistratura. Martina Paredes, portavoce delle famiglie delle vittime, ha commentato che sono in attesa del verdetto della JEM.
Tutta la vicenda del Massacro di Curuguaty è stata raccontata da molti articoli pubblicati su Ancora Fischia il Vento.
Il link con l’ultimo articolo pubblicato è il seguente:
https://www.ancorafischiailvento.org/2018/09/24/massacro-di-curuguaty-ruben-villalba-libero/
Al di là delle ragioni quallo che ho subito ieri assieme a altri viaggiatori, donne, bambini, neonati è stato Vergognoso e indegno di uno stato civile. Bloccato dalle 11 alle 19 da un gruppo armato di macete che hanno tenuto centinaia o meglio migliaia di persone, camionisti, automobilisti, autobus in ostaggio. Stato, e autorita completamente assenti. Una vergogna