Louisa Hanoune


Francesco Cecchini


Quasi trentasei anni fa, il 15 dicembre 1983, gli agenti della Sicurezza Militare (SM) arrestarono Louisa Hanoune per aver distribuito volantini che chiedevano la fine del partito unico (FLN) e l’instaurazione della democrazia. Trascorse sei mesi in due prigioni nel centro dell’Algeria. Fu la prima volta. La seconda volta fu il 17 ottobre 1988, dodici giorni dopo l’inizio delle rivolte che causarono decine di morti, venne ancora arrestata dalla Sicurezza Militare SM e detenuta per tre giorni in un luogo segreto. “Potevo sentire i lamenti e le urla dei giovani torturati. La prigione ha forgiato il mio destino. ” Così Louisa Hanoune ricorda quei giorni.
Louisa Hanoune,segretario generale del Partito dei lavoratori, è nuovamente in prigione dallo scorso dal 9 maggio. Convocata da un giudice del tribunale militare di Blida come testimone in un caso di cospirazione contro l’autorità dell’esercito e l’autorità dello stato, in cui sono incriminati anche Saïd Bouteflika e i generali Mediène e Tartag, dopo un’udienza durata cinque ore è stata posta sotto arresto.
Non lascerà presto il carcere militare di Blida, dove è stata imprigionata tre mesi fa, in quanto il tribunale militare di questa città ha respinto la nuova richiesta di rilascio pur temporaneo. I suoi avvocati hanno dichiarato di aver dato tutte le garanzie perché sia rilasciata su cauzione e per rimanere a disposizione della giustizia. Hanno persino allegato alla richiesta un rapporto medico sullo stato di salute di Louisa Hanoune, che è preoccupante. Il Partito del Lavoratori (PT) dichiara con forza che questa ingiustizia che la priva dei suoi diritti civili e politici deve finire e che è parte dell’offensiva del sistema post Bouteflika, rappresentato dal generale Ahmed Gaid Salah, contro la democrazia e la libertà. Oramai i prigionieri politici oltre Louisa Hanoune e il mujahid (partigiano della lotta contro il colonialismo francese) Lakhdar Bouregaâ sono decine. Immediatamente il PTe il Comitato nazionale per la liberazione di Louisa Hanoune, la cui coordinatrice è la moudjahida Zohra Drif-Bitat, rafforzeranno e aumentaranno la mobilitazione. L’appello lanciato da Zohra Dri-Bitat è il seguente: ” Liberare Louisa Hanoune e tutti i detenuti politici e d’opinione ha lo scopo di ricostruire la fiducia nella democrazia distrutta dall’attuale regime.”

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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