di Checchino Antonini

Il decreto sicurezza bis è legge grazie al voto determinante del moVimento 5 stelle che si conferma partner attivo e affidabile nel disegno autoritario promosso soprattutto dalla Lega, con il beneplacito del presidente della Repubblica che interviene con determinazione solo quando ad essere messe anche solo vagamente in discussione sono le politiche economiche dell’Unione Europea: repressione delle lotte sociali, dei movimenti per il diritto alla casa, delle autogestioni, inasprimento delle pene con l’equiparazione di un sit-in a una manifestazione violenta e dell’oltraggio a pubblico ufficiale a un’aggressione fisica, che si vanno a sommare all’equiparazione, contenuta nel primo dl sicurezza, del blocco stradale al sequestro di persona.

E, ancora: guerra alla solidarietà, ai poveri, alle Ong e leggi razziali. Una legge incostituzionale che piace alle mafie dei trafficanti ma, soprattutto, che è funzionale al più autoritario dei modi di produzione: quel liberismo che non si può permettere l’unità e l’alleanza degli sfruttati e deve fare ricorso alla guerra dei penultimi contro gli ultimi per proseguire nella sua rincorsa alla sottrazione dei diritti, dei salari, dei beni comuni.

E’ questa la logica coerente nella criminalizzazione della libertà di movimento e della libertà dei movimenti che non può essere denunciata senza collegarla agli altri tasselli della colossale rapina di democrazia e di libertà che si compone delle altre “riforme” di questo governo, fatte o da fare: dal taglio del 37% della rappresentanza parlamentare del pacchetto Fraccaro all’attacco ai contratti collettivi con con tutte le ambiguità presenti nel disegno di legge sul salario minimo, dal revanscismo familista del disegno di legge Pillon fino al taglio dei fondi per il pluralismo nella stampa, dal contratto di governo che espropria il potere legislativo e riduce il parlamento a una somministrazione di fiducia fino all’imbroglio della autonomia differenziata, delle grandi opere.

Per questo, la lotta contro la repressione dev’essere parte integrante di tutte le piattaforme sociali perché è contro le rivendicazioni delle classi subalterne che sono indirizzate le promesse di guerra di questo governo, su solchi già abbondantemente scavati da quelli che lo hanno preceduto e che ora mimano un’indignazione guardandosi bene da ogni tentazione di connettere i settori sociali che pagano lo scotto di decenni di austerità e controriforme. L’ultima cosa di cui le classi popolari hanno bisogno è l’illusione che il Pd sia un porto sicuro.

Sinistra Anticapitalista è e sarà nelle piazze tra chi vorrà riconquistare la piena agibilità politica per il conflitto sociale.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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