Le donne indigene organizzate scenderanno in piazza a Brasilia e terranno un’assemblea per rivendicare e discutere le strategie di resistenza di fronte alla regressione dei loro diritti fondamentali e collettivi da quando Jair Bolsonaro è salito al potere. Chiedono il riconoscimento e della cultura ancestrale e il suo inserimento all’interno dell’istruzione e della salute pubblica.

Da venerdì 9 agosto fino a martedì 13 agosto, varie organizzazioni di donne indigene sono in mobilitazione a Brasilia per protestare contro la regressione a cui sono sottoposti i loro diritti fondamentali e collettivi. La “Prima Marcia delle Donne Indigene” rafforzerà il protagonismo e la capacità di difesa e cura della Madre Terra, del territorio, del corpo e dello spirito.

Secondo il portale brasiliano Ninja il 13 e 14 agosto la capitale accoglierà circa 100.000 persone, e l’organizzazione del “Forum Nazionale delle Donne Indigene” è prevista fin dal primo giorno della marcia.

Durante l’evento si discuterà delle questioni sollevate durante il Campeggio Terra Libera, mobilitazione indigena che quest’anno ha avuto luogo dal 24-26 aprile 2019 e che si svolge ogni anno a Brasilia dal 2003; in questo campeggio vengono discussi temi di carattere religioso, culturale e diritto umanista. Il Forum discute di salute pubblica ed educazione, questioni che hanno richiesto una maggiore attenzione in seguito al loro smantellamento, progettato ed eseguito dal governo di Jair Bolsonaro.

Il primo argomento di discussione punta al Segretariato Speciale per la Salute Indigena, un organo fondamentale nel trattamento specifico relativo alle popolazioni indigene ma che ha incontrato difficoltà nella sua applicazione.

Per quanto riguarda l’istruzione, il movimento indigeno brasiliano richiede che la conoscenza ancestrale non venga ignorata nello spazio scolastico e che i dettagli di ciascun contesto etnico si riflettano negli strumenti educativi. Allo stesso tempo, chiedono anche la promozione di un’educazione che rispetti la differenza e aiuti il dialogo e la lotta dei popoli nativi del Brasile.

Si parlerà anche di alimentazione di qualità. Lo afferma Telma Taurepang, attuale coordinatrice dell’Unione delle Donne Indigene dell’Amazzonia Brasiliana (UMIAB), che ha dichiarato al portale Ninja: “Le donne, come i popoli indigeni, hanno visto la loro aspettativa di vita calare a causa dell’ingresso di prodotti lattiero-caseari e conservanti nelle comunità indigene.” ha dichiarato. “Oggi abbiamo una popolazione che ha iniziato a calare nella stessa misura in cui il cibo ha iniziato a entrare nella comunità”.”Quindi, questo problema di salute delle donne è molto visibile per quanto riguarda i casi di cancro che si manifestano nei villaggi, soprattutto cancro al seno e all’utero” ha concluso.

Articolo pubblicato sul sito di informazione indipendente argentino Marcha.org.ar

Traduzione a cura di Michele Fazioli per DINAMOpress

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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