La Spezia. Blitz di Goletta Verde che oggi pomeriggio (14 agosto) nel porto della Spezia ha puntato la prua contro il progetto della nuova centrale a Gas prevista da Enel.
Mentre l’imbarcazione puntava la prua contro la centrale della Spezia, gli attivisti di Legambiente hanno fatto sventolare lo striscione “Nemico del clima” per denunciare l’impatto ambientale e climatico che la produzione di energia elettrica da fonti fossili porterà se si continuano a costruire nuove centrali inquinanti.
“Occorre indirizzare il modello di produzione energetica sulle fonti rinnovabili, sulla produzione capillare nel territorio, sullo stoccaggio dell’energia ed il suo risparmio, per evitare ulteriori aggravi delle conseguenze del cambiamento climatico, ha spiegato Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria -”.
Da Goletta Verde vengono ribadite le richieste affinché si faccia un passo indietro sul progetto della centrale, in particolare chiedendo a Regione Liguria di non firmare l’intesa con il Ministero e venga sospeso l’iter progettuale.
Stefano Sarti, vicepresidente di Legambiente Liguria, chiede inoltre che si proceda nei tempi più stretti, e comunque entro il 2021 alla chiusura dell’attuale centrale a carbone: “chiediamo che si attivi un tavolo di confronto sulle diverse idee progettuali per realizzare un futuro rinnovabile per l’area della Spezia; si provveda subito a concordare un piano di bonifica delle aree dismesse, a partire da quelle attualmente inutilizzate e venga quantificato il danno sanitario e ambientale provocato dalle varie emissioni anche per valutare la sommatoria e le sinergie con eventuali altre emissioni”.
La questione della Centrale Enel della Spezia sta particolarmente a cuore all’associazione ambientalista. Giusto qualche settimana il circolo spezzino dell’associazione chiedeva l’intervento del governo inviando al Ministero dell’ambiente una serie di osservazioni: “vogliamo evidenziare un difetto di natura procedurale – prosegue Sarti – “la nuova centrale a gas poiché di potenza superiore ai 300 Mw, deve essere direttamente sottoposta a Valutazione Ambientale Ordinaria e non di verifica di assoggettabilità. L’attuale procedura va quindi interrotta, e va attivato un tavolo di confronto con il Governo – a cui dovranno partecipare anche gli altri enti coinvolti, come il Comune di Arcola – per aprire quel confronto, sia a livello nazionale che locale, finora mancato”.
L’attivazione della procedura di VIA ordinaria permetterebbe inoltre di dare attuazione alla “valutazione di impatto sanitario”, storica rivendicazione della comunità locale, che Legambiente ritiene essere un passaggio ineludibile.
Tra l’altro Legambiente vorrebbe comprendere le reali necessità di centrali a gas per la gestione della transizione verso le rinnovabili, nonché le motivazioni in base alle quali si è individuato il sito spezzino per una delle quattro centrali previste in Italia. “Fino ad oggi, sul piano tecnico, si sono infatti ascoltate solo le tesi di Enel e di Terna – continua Sarti – serve un piano di localizzazione dei nuovi impianti necessari per la transizione alle rinnovabili, realizzato su rigorosi criteri di sostenibilità ambientale, che tenga quindi conto della specificità dei siti, e che non escluda alternative al turbogas. Una procedura di VIA ordinaria, secondo quanto prevede la normativa, garantirebbe anche questo genere di approfondimenti e di confronto su scenari diversi”.
In ultimo, l’associazione ambientalista si chiede anche come mai sia stata pensata una centrale di tale potenza (850 Mw) che non corrisponde alle caratteristiche di un impianto “peaker” per il bilanciamento delle rete elettrica. “Il dubbio è che si pensi per la centrale spezzina ad una vera e propria funzione produttiva (confermato anche dal monte ore di funzionamento previsto, ben 5000 ore l’anno)”.
D’altronde le motivazione per preoccuparsi non mancano certo, basti pensare alla sorpresa di qualche mese fa quando gli spezzini che attendevano dal 2015 la chiusura della Centrale a carbone come promesso da Enel e annunciata per il 2021, hanno scoperto che al Ministero giaceva il progetto per una nuova centrale a gas con cui Enel vuol sostituire quella a carbone.