(seconda parte)

La Siria comunque resiste. Assediata da tutti i lati. Balcanizzata. Resiste ad un’aggressione spietata che proviene dall’esterno come all’interno del Paese.

Nel sud-ovest del Paese, le alture del Golan occupate dall’esercito israeliano. Contro le più elementari regole del diritto internazionale, considerate annesse da Netanyahu e da Trump che, non soddisfatti, continuano a bersagliare postazioni militari ed infrastrutture che i sistemi di difesa S 300 non sempre riescono a proteggere.

La base militare Usa di Al Tanf, non autorizzata dal governo siriano e quindi in stato illegittimo di occupazione, situata, nella provincia di Homs, presso i confini della Giordania e dell’Iraq, favorisce il ritiro dei jihadisti feriti e l’accesso di nuovi tagliagole nel territorio siriano, reclutati spesso a suon di dollari presso i campi profughi della Giordania
.
La provincia di Idlib in mano ad HTS, ad Al-Qaeda e alle FSA protette dai Turchi e dalla Comunità internazionale(leggi imperialismo occidentale) è ora attaccata con successo dall’esercito siriano in collaborazione con l’aviazione russa e siriana. Tali vittorie stanno preoccupando i colonizzatori che temono la riunificazione della provincia con lo stato siriano che, in quanto non democratico, non favorirebbe quello stato di grazia della popolazione civile di cui attualmente gode (per vendetta, contro le sconfitte sul campo, i jihadisti decapitano i prigionieri e anche i soldati morti).

Un terzo della Siria è sotto controllo dei militanti curdi (YPG/YPI ) che hanno espanso il loro dominio molto al di là dell’area da loro originariamente abitata. Popolazioni arabe e cristiane innanzitutto, hanno reagito con grandi manifestazioni a quella che veniva giudicata un’occupazione abusiva. Un’”indipendenza” di fatto ben accolta dagli statunitensi che, in cambio per la protezione offerta , hanno preteso la costruzione di una decina di basi a loro molto utili, innanzitutto per occupare con arroganza il territorio per possibili future escursioni militari, in secondo luogo per addestrare jihadisti e “ribelli” destinati a combattere lo stato siriano e paradossalmente(semplicemente cambiando casacca) gli stessi Curdi. Un’”indipendenza” fortemente voluta da Netanyahu sia per l’estrazione dell’oro nero sia per proiettarsi contro l’Iran. Una strategia sionista che si era già evidenziata nell’appoggio ai curdi iracheni nel tentativo di edificare un Kurdistan indipendente dall’Iraq e dipendente da Israele.

E’ sperabile che il ”cuscinetto di sicurezza” di 30 KM. In territorio siriano, preteso dal Sultano e di fatto accettato dagli States (come era prevedibile), favorisca, seppure con grande ritardo, un rinsavimento e un cambio, ora molto difficile, di alleanze, come si può evincere dalle delegazioni curde inviate a Damasco e a Mosca. E’ sperabile che ad un’alleanza malsana con i nemici più implacabili del Medio Oriente subentri un’alleanza naturale tra forze che lavorano per spazzare via non solo i “ribelli” jihadisti ma anche le ambizioni imperiali dell’Occidente e del Golfo.

Senza dimenticare che lo Stato islamico occupa ancora una vasta area, più che altro desertica e sembra isolato ma non ha tanto da preoccuparsi perché i “difensori dei diritti umani” sono sempre lì a rifocillarli, ad armarli adeguatamente, a tenerli in caldo, all’occorrenza, per nuove azioni terroriste.

Tengo a ricordare che gli imperi, da sempre, lungo una storia millenaria, per abbattere nazioni che resistevano, hanno favorito le ribellioni, che si muovevano al loro interno per l’indipendenza dal potere centrale, allo scopo di frantumare gli stati per soggiogarli più facilmente e per riconquistare successivamente i territori che si erano liberati. Gli Stati Uniti ne sono un esempio fedele. Mutano ideologie e tecnologie ma la logica dell’assolutismo, con sembianze apparentemente diverse, rimane la stessa, uguale, identica.

L’avanzata siriana nell’area di Idlib potrebbe essere stata facilitata da rapporti diplomatici tra Turchia e Russia che hanno favorito l’arretramento delle armate filo-turche. Allo stesso tempo le relazioni turche con gli States hanno dato il via libero al progetto di invasione turca nel nord-est della Siria nelle aree controllate dai Curdi. Mi auguro-ribadisco- che il ”tradimento” Usa comporti finalmente un’alleanza reale politica e militare tra Assad e Curdi. Ciò costituirebbe una svolta politica di grande rilievo che potrebbe portare, in tempi certo non brevi ad una Costituente di cui gioco-forza rientrerebbero, assieme al governo siriano e al Pyd, i “ribelli filo-turchi, data la loro presenza militare sul campo.

Lo stato islamico(e le sue varianti come HTS) si diceva: è stato sconfitto. Non era vero perché esso rinasce dalle ceneri, sempre resuscitato dall’Occidente e dal Golfo. Possono morirne a migliaia. Altre migliaia verranno ricreate nel lontano oriente, in Africa, nella stessa Europa. Perché risulta necessario ai padroni del mondo ricreare caos, destabilizzazione, odio religioso, odio tra le etnie perché possa continuare il macabro balletto delle morti, delle guerre fratricide…tutto questo al fine di nutrirsi di ricchezza e di potere…mi auguro che una Siria unita e indipendente con il concorso paritario dei Curdi possa costituirsi…ma il medio oriente non avrà pace nell’immediato futuro…

pubblicato anche in “una parola contro le guerre”

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

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