di Mehdi Hasan

Il mese scorso la Casa Bianca di Trump ha diffuso una dichiarazione tipicamente orwelliana, zeppa di falsità, distorsioni e mezze verità riguardo all’Iran e all’accordo del 2015 sul nucleare. Una in particolare spiccava dal resto: “Ci sono pochi dubbi che ancor prima dell’esistenza dell’accordo l’Iran ne stesse violando le condizioni”.

Cosa? Gli iraniani stavano violando un accordo… prima che persino esistesse?

Sorprende che persino il ministro degli esteri iraniano [Javad Zarif] abbia partecipato su Twitter all’irrisione in rete della Casa Bianca?

Le falsità dell’Amministrazione Trump sul tema dell’Iran si spingono oggi oltre il ridicolo. Non c’è, tuttavia, nulla di divertente al riguardo. Le falsità del governo statunitense possono avere conseguenze mortali: non si dimentichino mai che centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini iracheni innocenti, per non citare i più di 4.400 soldati statunitensi, sono oggi morti a causa del grande volume di falsitàraccontate dall’amministrazione di George W. Bush.

Dunque è dovere dei giornalisti fare nel 2019 ciò che, collettivamente, non abbiamo fattonel 2003: controllare i fatti, contestare le menzogne, smontare i miti.

Ecco il mio contributo: una confutazione di cinque delle affermazioni più disoneste e inaccurate dei falchi, affermazioni che hanno portato Stati Uniti e Iran sull’orlo di un conflitto solo poche settimane fa.

Falsità numero 1: L’Iran sta fabbricando un’arma nucleare

Il presidente Donald Trump ha citato “la ricerca di armi nucleari” dell’Iran e affermato che la Repubblica Islamica sarà presto “sulla soglia dell’acquisizione della armi più pericolose del mondo”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto: “Anche dopo l’accordo, l’Iran ha continuato a mantenere ed espandere per uso futuro il suo programma di armi nucleari”.

La verità è che, anche se è corretto parlare di un programma nucleare iraniano, che è legale in base al Trattato di Non-Proliferazione, è un’assoluta falsità parlare di un programma nucleare iraniano bellico, come hanno fatto anche infinite organizzazioni giornalistiche.

Ancora nel 2007 la comunità dei servizi segreti statunitensi ha prodotto una Stima dei Servizi Nazionali sull’Iran che offriva quello che l’allora presidente George W. Bush in seguito avrebbe descritto nelle sue memorie come una conclusione “sbalorditiva” e “da far restare a bocca aperta” che “mi ha legato le mani sul piano militare”: “Giudichiamo con elevata sicurezza che nell’autunno del 2003 Teheran ha interrotto il suo programma di armi militari”.

Nulla è cambiato da allora. A gennaio, l’allora Direttore dei Servizi Segreti Nazionali, nominato da Trump ed ex membro Repubblicano del Congresso, Dan Coats, ha riaffermato la visione unanime di sedici agenzie di spionaggio quando ha dichiaratoal Senato: “Continuiamo a valutare che l’Iran non stia attualmente realizzando le attività di sviluppo di armi nucleari che riteniamo necessarie per produrre un ordigno nucleare”.

Programma di armi nucleari? Quale programma di armi nucleari?

Falsità numero 2: L’Iran ha violato l’accordo sul nucleare

L’amministrazione Trump ha ripetutamente affermato che l’Iran non si stava attenendo ai termini dell’accordo, prima che la stessa amministrazione violasse l’accordo ritirandosene unilateralmente e reimponendo sanzioni economiche contro l’Iran.

Il presidente ha affermato che l’Iran “ha commesso molteplici violazioni”. Il falco repubblicano, senatore Tom Cotton, ha accusato Teheran di aver “ripetutamente violato i termini dell’accordo”. Lo stesso ha fatto Mark Dubowitz, capo della neoconservatrice Fondazione per la Difesa delle Democrazie, che ha detto: “L’Iran sta gradualmente violando l’accordo”.

In realtà il cane da guardia dell’ONU sul nucleare, l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, ha pubblicato più di una di dozzina di rapporti che hanno confermato che l’Iran stava rispettando pienamente i termini dell’accordo. Nell’aprile del 2018 l’allora Segretario alla Difesa, James Mattis, ha descritto “parecchio solido” l’accordo sul nucleare. Anche l’allora capo dell’esercito israeliano, generale Gadi Eisenkot, ha affermato nel marzo del 2018che l’accordo “con tutti i suoi difetti” stava “funzionando”.

Il mese scorso, il ministro degli esteri iraniano, Javad Zarif, ha annunciato che le scorte del paese di uranio a basso arricchimento avrebbero superato il limite di 300 chilogrammi fissato dall’accordo sul nucleare, provocando un turbine di condanne da parte di governi e editorialisti occidentali. Ma facciamo chiarezza riguardo all’ordine degli eventi: la violazione iraniana di un singolo aspetto dell’accordo è avvenuta più di un anno dopo che gli Stati Uniti avevano violato l’intero accordo.

Falsità numero 3: L’Iran è il principale stato sostenitore del terrorismo

“L’Iran è rimasto in principale stato sostenitore del terrorismo del mondo”, ha dichiarato il Dipartimento di Stato a settembre 2018. La Repubblica Islamica è stato “il banchiere centrale mondiale del terrorismo internazionale dal 1979”, ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton poche settimane dopo. A giugno Trump ha definito l’Iran “la nazione terrorista numero uno” al mondo.

La cosa non ha senso. Pochi negherebbero il fatto che Teheran abbia offerto supporto, fondi e armi a Hamas e Hezbollah, entrambi classificati “Organizzazioni terroristiche straniere” dal governo degli Stati Uniti (anche se merita di essere anche segnalato che milioni di palestinesi e libanesi li considerano gruppi di resistenza che stanno combattendo contro gli occupanti israeliani).

La “guerra al terrore” dichiarata da Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre è stata combattuta contro gruppi jihadisti sunniti quali al-Qaeda, ISIS e Shabab, nessuno dei quali è sostenuto dall’Iran a maggioranza sciita.

Secondo l’Indice Globale del Terrorismo 2018, compilato dall’Institute for Economics & Peace, più di metà dei morti causati da terroristi in tutto il mondo nel 2017 sono stati la conseguenza di attacchi da parte di quattro gruppi: ISIS, i talebani, lo Shabab e Boko Haram. Di nuovo, gli esperti concordano che nessuno di questi gruppi è sostenuto dall’Iran.

In realtà è il maggior rivale regionale dell’Iran, l’Arabia Saudita, che è stato accusato di armare, finanziare e offrire copertura ideologica salafita a molti di questi jihadisti, anche da questo presidente.

“Chi ha fatto saltare il World Trade Center?” ha chiesto Trump su Fox News nel corso della sua campagna elettorale del 2016. “Non sono stati gli iracheni; sono stati i sauditi; date uno sguardo  all’Arabia Saudita, consultate i documenti”.

Se una qualche nazione merita la dubbia distinzione di essere “il principale stato sostenitore del terrorismo del mondo” è il Regno dell’Arabia Saudita, non la Repubblica Islamica dell’Iran.

Falsità numero 4: L’Iran collabora con al-Qaeda

Evocando una fittizia alleanza tra Iran e al-Qaeda, l’amministrazione Trump ha trovato un modo nuovo sia per giustificare l’etichetta di “nazione terrorista numero uno”, sia per offrire copertura legale a un futuro attacco statunitense contro Teheran.

Il presidente ha affermato che Teheran “offre assistenza a al-Qaeda”. Il Segretario di Stato Mike Pompeo, durante il suo mandato di capo della CIA, ha suggerito che sia un “segreto di Pulcinella” che “ci siano state relazioni” e “ci siano state occasioni in cui gli iraniani hanno operato al fianco di al-Qaeda”.

Il tentativo dell’amministrazione Bush di collegare il laico Saddam Hussein a fanatici teocratici di al-Qaeda era suonato insensato a molti di noi già nel 2002 e 2003. Era una bugia ottusa. Tuttavia l’amministrazione Trump, e i suoi falchi battistrada della Fondazione per la Difesa delle Democrazia, oggi vogliono farci credere che i settari assassini sunniti di al-Qaeda abbiano formato un’alleanza con l’Iran, una teocrazia sciita intransigente.

“Non ho mai visto una prova di attiva collaborazione”, mi ha detto nel 2017 Jason Burke, autore di ‘Al-Qaeda: Casting a Shadow of Terror”. Il rapporto tra al-Qaeda e l’Iran “non è di alleanza” bensì “fortemente antagonistico”, ha concluso un rapporto del Combating Terrorism Center di West Point nel 2012.

La teoria di una cospirazione Iran-Al-Qaeda è particolarmente pericolosa. La legge del 2011 sull’Autorizzazione all’Uso della Forza Militare, approvata dal Congresso dopo l’11 settembre, consente al presidente di “usare tutta la forza necessaria e appropriata contro quelle nazioni, organizzazioni o persone che egli stabilisca abbiano pianificato, autorizzato, commesso o assistito gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, o abbiano dato rifugio a tali organizzazioni o persone”. Come ha dichiarato a giugno al New York Times il senatore Democratico Tim Kaine, dirigenti dell’amministrazione Trump “stanno cercando di costruirsi una tesi per permettere al presidente di fare quel che gli pare, senza presentarsi al Congresso, e sentono che l’autorizzazione del 2001 consentirà loro di entrare in guerra con l’Iran”.

Falsità numero 5: La guerra contro l’Iran sarebbe facile

Questa è forse la falsità più ottusa di tutte. Trump ha minacciato “la fine ufficiale dell’Iran”. Il suo socio al Senato, Tom Cotton, ha predetto che gli Stati Uniti potrebbero vincere una guerra contro l’Iran con solo due attacchi: “Il primo e l’ultimo”.

Definire assurde tali affermazioni sarebbe una minimizzazione. L’Iran non è l’Iraq. Come mi ha detto il colonnello Larry Wilkerson, ex capo di stato maggiore di Colin Powell, in un recente episodio del mio podcast, Deconstructed, un conflitto con la Repubblica Islamica, “sarebbe orribile”:

Quattro volte la dimensione dell’Iraq, ottanta milioni, non ventisei milioni di abitanti, omogeneità della popolazione che l’Iraq certamente non aveva, persiani al 51 per cento. Il terreno… che è semplicemente inospitale quasi uccise Alessandro Magno, ad esempio. Si tratterebbe di una malefica, campagna di guerriglia a lungo termine condotta dagli iraniani lungo dieci o quindici anni. Alla fine di essa, risulterebbe come l’Iraq nel 2011. E costerebbe due trilioni di dollari e un mucchio di vite e, più di ogni altra cosa, richiederebbe almeno mezzo milione di soldati.

In altre parole, sarebbe un disastro di proporzioni epiche. Facciamo chiarezza: molte delle accuse mosse all’Iran da governi occidentali e da organizzazioni mediatiche occidentali – è un violatore seriale dei diritti umani; è complice degli attacchi assassini di Bashar Assad contro il suo popolo; appoggiaHamas e Hezbollah, è un promotoredell’antisemitismo – sono innegabilmente vere. Ma le cinque falsità che sono costantemente impiegate da politici e guru per giustificare un’azione militare contro l’Iran, e persino il cambio di regime a Teheran, sono del tutto false. E se non sono contrastate, presto ci troveremo invischiati in un altro sanguinoso conflitto in Medio Oriente che renderà una passeggiata nel parco la guerra in Iraq.

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/five-lies-about-iran/

OriginaleThe Intercept

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2019 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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