In un agosto rovente in Italia, non solamente per il clima, data l’impellente crisi di governo e gli scenari, piuttosto incerti, aperti da essa, tiene banco tra le notizie anche la situazione della Open Arms, imbarcazione di una Ong spagnola dedita a salvare migranti nel Mediterraneo. Com’è noto, la nave, carica di 107 persone e 19 volontari, tutte stremate – per non dire disperate, com’è il caso di molti sull’imbarcazione – che si trovano a bordo da oltre 20 giorni, incapaci di attraccare. Il natante si trova a 800 metri dalle coste dell’isola di Lampedusa, senza alcuna autorizzazione a salpare sulle coste italiane.
Per sbloccare la situazione è ora intervenuto il governo spagnolo guidato dal socialista Sanchez, il quale – subendo attacchi da ogni opposizione – ha dato disponibilità allo sbarco nel suo Paese. In prima battuta aveva segnalato il porto di Algeciras, in Andalusia, molto distante dalle coste di Lampedusa, per poi correggere il tiro e autorizzare lo sbarco nel porto di Palma di Maiorca o in quello di Mahon, sull’isola di Minorca.
Dalla nave fanno sapere che anche questa soluzione sia inadatta all’attuale situazione, poiché la distanza da coprire – poco meno di 600 miglia marine – resta proibitiva per persone che si trovano in “condizioni psicofisiche critiche, la sicurezza è a rischio.” E hanno poi aggiunto come sia “urgente porre subito fine a questa situazione disumana, inaccettabile, che i migranti salvati sono costretti a vivere. Open Arms ha compiuto il suo dovere, ha protetto i diritti umani e rispettato le convenzioni internazionali e continuerà a fare il suo lavoro finché non sarà trovata una vera soluzione.” Alla posizione del capitano ha subito risposto l’altro capitano, Matteo Salvini, il quale, come ben sappiamo, non perde occasione di strumentalizzare situazioni come quella descritta. Nel ribadire il suo no agli sbarchi in Italia, il ministro degli Interni ha affermato: “Perché tutti in Italia e solo in Italia? Navi tedesche, norvegesi, tutte in Italia? Con porti spagnoli aperti? Con minorenni che non sono minorenni? Con malati che non sono malati? Siamo buoni sì, cristiani sì ma fessi no.” Alcuni migranti, tra i 27 fatti sbarcare perché dichiaratisi minorenni, hanno infatti in seguito ammesso di avere già compiuto i 18 anni, ed è a questo che Salvini si riferisce nella sua dichiarazione.
Aldilà delle posizioni individuali che si possano avere su un tema delicato come quello degli sbarchi, relativamente al quale si sta facendo una campagna elettorale perenne, principalmente – ma non solo – da parte di esponenti della Lega, la notizia nella notizia è che, all’ombra della Open Arms che ha l’onore e l’onere di essere seguita dalle tv e dalle testate di stampa, motivo per il quale ha avuto a bordo celebrità e chissà che non abbia presto anche qualche politico in cerca di seguito, altri 90 migranti hanno raggiunto l’isola di Lampedusa nel disinteresse dei principali mezzi d’informazione. Simultaneamente a questo, si trova in mare anche la Ocean Viking, nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, con a bordo ben 356 migranti.
Questi numeri sono persone, sono uomini, sono donne e sono bambini i quali, fin troppo spesso, si trovano vittime di calcoli politici distantissimi dalla quotidianità di tutti coloro i quali cercano esclusivamente una vita più dignitosa di quella che hanno, quando ce l’hanno, nei loro paesi di origine. Sono davvero Paesi civili e civilizzati quelli di un’Europa che chiude le porte, e i porti, a persone in difficoltà?