Donald Trump e Giuseppe Conte
Francesco Cecchini
Con la benedizione di Donald Trump a Giuseppe Conte è stato dato dal Presidente Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo. Va detto che l’uscita di Donald Trump è un’ulteriore cazzotto al pugile suonato Matteo Salvini, che fa parte di un’internazionale sovranista voluta da Steve Bannon, ma non da Donald Trump. Al momento a livello internazionale a Matteo Salvini restano i fascisti Bolsonaro e Le Pen, non certo Putin, che non sta prendendo posizione a favore di Salvini.
Giuseppe Conte, nato a Volturara Appula, devoto di Padre Pio e neo democristiano di buone capacità democristiane, sembra aver superato una possibile crisi di credibilità per aver per 14 mesi appoggiato le malefatte di Matteo Salvini, denunciandole solo lo scorso agosto. Il Partito Democratico, Leu, Più Europa non stanno rinfacciandogli la mancanza di coerenza. Chi sta peggio è lo sparring partner del pugile Matteo Salvini, il grillino Luigi Di Maio. Chi lo sta mettendo in difficoltà è proprio Beppe Grillo che ha affermato: “Dimostriamo che non ci interessano le poltrone. I ministri vanno individuati in un pool di personalità del mondo della competenza, assolutamente al di fuori dalla politica. LuIgi Di Maio non rientra nei ministri indicati dal suo leader spirituale.
Con l’incarico a Giuseppe Conte il primo passo per la costituzione del governo è stato fatto, ma il cammino resta in salita e con ostacoli e il tempo per percorrerlo non è molto. Partito Democratico e M5s hanno divisioni interne. Un paio di esempi. Nel PD Calenda ha abbandonato il partito e Richetti è contrario alla linea di Zingaretti. Nel M5s Di Battista e Paragone preferiscono un’alleanza con la Lega piuttosto che quella con il PD. Non c’è accordo su ministri, viceministri e sottosegretari. Inoltre i punti programmatici presentati da PD e M5S sono generici. Per essere realmente alternativi al governo giallo verde e ai precedenti governi occorre un programma dettagliato su no all’ austerità, alla precarizzazione, alle privatizzazioni, al saccheggio di ambiente e beni comuni, alla subalternità a qualsiasi lobby e Confindustria, all’europeismo acritico, al smantellamento di sanità e stato sociale, all’ attacco alla scuola della Costituzione, etc.,etc… Inoltre bisogna mettere in sicurezza la democrazia costituzionale con una legge elettorale proporzionale.
Quindi la prospettiva di un voto anticipato non è svanita, anzi.