Il giornalista australiano e pluripremiato documentarista, John Pilger afferma che la “tortura psicologica” contro il fondatore di WikiLeaks Julian Assange continua “senza sosta” mentre rimane sotto la custodia britannica.

Pilger su Twitter ha scritto di aver recentemente parlato con Assange e ha affermato che il giornalista aveva perso ancora più peso di quanto riportato in precedenza; gli è stata anche negata la possibilità di parlare al telefono con i suoi genitori.

John Pilger✔@johnpilger

I spoke to Julian #Assange at the weekend. His psychological torture is unabated. He remains isolated in his small cell, mostly 23 hours a day, denied proper exercise. He has lost more weight. Although ‘approved’, phone calls to his parents are still not possible. Britain 2019.8.57511:01 – 28 ago 2019

“Gran Bretagna 2019”, ha concluso Pilger.

Il giornalista è stato un fervente difensore di Assange da quando è iniziata la sua resa dei conti con i governi occidentali a seguito della pubblicazione di WikiLeaks di sensibili documenti statunitensi che mostravano i potenziali crimini di guerra in Iraq. 

Assange, 48 anni, ha scontato una pena detentiva di 50 settimane dal suo arresto fuori dall’ambasciata ecuadoriana a Londra l’11 aprile, apparentemente per aver saltato la cauzione, anche se molti dei suoi sostenitori sostengono che è solo un periodo di attesa prima della sua eventuale estradizione negli Stati Uniti per essere processato per possesso e diffusione di informazioni classificate. Se giudicato colpevole, Assange potrebbe essere condannato a 175 anni di carcere. 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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