di Ben Norton
Twitter si affida a organizzazioni finanziate dal governo statunitense e da alleati europei, quali il gruppo lobbistico di destra Freedom House, per censurare media di stati stranieri e sospendere profili che contrastano la narrazione di Washington.
Twitter ha continuato a dimostrare come imprese dell’Alta Tecnologia della Silicon Valley operano da braccio dello stato statunitense della sicurezza nazionale.
Il 19 agosto il gigante dei media sociali ha annunciato di affidarsi a numerose organizzazioni finanziate dal governo statunitense e da alleati europei perché contribuiscano al controllo di media di stati stranieri sulla sua piattaforma.
Tra gli alleati di Twitter c’è Freedom House, un notorio gruppo lobbistico di destra quasi interamente finanziato da Washington che si dedica pesantemente a operazioni di cambio di regime contro avversari stranieri.
Nell’annunciare nuovi cambiamenti delle sue politiche circa le inserzioni Twitter ha riflesso il rapporto con lo stato statunitense della sicurezza nazionale: “In futuro non accetteremo pubblicità da media giornalistici controllati dagli stati”, ha affermato la società.
La piattaforma di media sociali ha spiegato che la decisione è stata presa per “proteggere discorsi sani e conversazioni aperte”. Ma ci sono eccezioni cruciali alla messa al bando, eccezioni che capita attacchino precisamente Nemici Ufficiali del governo statunitense, proteggendo contemporaneamente alleati di Washington.
Twitter ha aggiunto un’importante precisazione al suo annuncio pubblico: “Questa politica non si applicherà a entità finanziate da contribuenti, comprese emittenti pubbliche indipendenti”.
Quella era una chiara indicazione che i canali mediatici sostenuti dallo stato finanziati dal governo USA e da quelli europei, quali la NPR statunitense, la BBC britannica o la DW tedesca, saranno escluso dal bando alle inserzioni.
Canali mediatici sostenuti dalla Russia, come RT e Sputnik News, media sostenuti dalla Cina come il Global Times e Xinhua e media sostenuti dall’Iran, tra cui Press TV e Hispan TV, sono anch’essi “entità finanziate dai contribuenti”, per usare il linguaggio di Twitter. Ma la società dei media sociali non esclude tali reti dalla sua nuova politica.
In altri termini, la società dell’Alta Tecnologia ha in effetti annunciato un bando a canali mediatici sostenuti da stati che sono nemici del governo statunitense, senza dirlo espressamente.
Giro di vite di Twitter sugli avversari del governo statunitense Cina, Venezuela e Iran
Questo annuncio è arrivato mentre Twitter stava intensificando la sua censura di governi stranieri che sono bersaglio degli Stati Uniti per un cambio di regime.
Il 21 agosto il gigante dei media sociali ha sospeso il profilo in lingua inglese del presidente di sinistra democraticamente eletto del Venezuela Nicolas Maduro. (Il profilo è stato ripristinato due giorni dopo, in seguito alla reazione del pubblico).
Questa non è la prima volta che Twitter ha messo il Venezuela nel mirino. La società dell’Alta Tecnologia ha in diverse occasioni sospeso e non confermato centinaia di profili gestiti dal governo internazionalmente riconosciuto del Venezuela, compresi quelli di numerosi organi statali.
Al tempo stesso Twitter ha confermato i profili di leader del colpo di stato sostenuto dagli USA e dei loro organi statali fittizi e ambasciatori fasulli, anche se nessuna di queste figure è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite, non controllano alcuna istituzione reale e non hanno alcun potere istituzionale in Venezuela.
Twitter attua purghe regolari anche contro altri Nemici Ufficiali del governo statunitense, quali l’Iran.
In queste purghe di profili presunti “collegati al governo” il gigante dei media sociali censura frequentemente singoli giornalisti, attivisti e comunicatori che non hanno collegamenti reali con i loro stati, ma semplicemente appoggiano tali governi e diffondono informazioni che contraddicono le narrazioni dei media industriali occidentali.
Nell’agosto del 2018 The Grayzone ha parlato con un giornalista studente iraniano censurato il cui popolare profilo Twitter era stato sospeso in una di tali purghe.
Di fatto, il giorno in cui Twitter ha annunciato il suo nuovo bando a inserzioni di media statali, lo scorso 19 agosto, ha anche attuato una massiccia purga di centinaia di profili che ha affermato far parte di “un’operazione di informazione appoggiata dallo stato cinese focalizzata sulla situazione a Hong Kong”.
Tra i profili cancellati ci sono state persone comuni che affermano di non aver collegamenti di alcun genere con il governo cinese, ma che semplicemente si oppongono ai rivoltosi violenti appoggiati dal governo statunitense che gettano scompiglio a Hong Kong.
Persino uno studente croato ventiquattrenne a Londra che stava conducendo una ricerca anticinese e antirussa si è visto sospendere il profilo in un questo giro di vite contr una supposta “operazione sostenuta dallo stato cinese”. Il suo caso è stato evidenziato da una BBC fortemente simpatizzante (che non sarà toccata dal nuovo bando di Twitter ai media statali).
La politica di Twitter ‘informata da’ gruppi lobbistici finanziati dal governo USA e da governi europei
Quando si guarda alle fonti da cui Twitter dipende per prendere queste decisioni di censurare canali mediatici stranieri non sorprende che la politica serva gli interessi del governo statunitense.
Ciò perché la società dei media sociali ha dichiarato apertamente nel suo annuncio pubblico che la sua politica è stata “informata da” numerosi gruppi che sono finanziati da Washington e dai suoi alleati europei.
Twitter ha rivelato sei organizzazioni cui si affida per sviluppare la sua lista nera di canali mediatici statali stranieri.
Nella maggior parte, questi gruppi affermano di essere “organizzazioni non governative” (ONG) ma in realtà ricevono considerevoli finanziamenti da governi occidentali che hanno interessi di parte al lavoro prodotto dalle “ONG”.
I
Estratto dall’annuncio di Twitter sulla sua politica di censura di pubblicità di media statali
Freedom House, un ‘virtuale braccio propagandistico del governo e della destra internazionale’
Quella che più colpisce tra le organizzazioni cui Twitter si affida è Freedom House, un notorio gruppo lobbistico di destra che è finanziato completamente dal governo statunitense e che ha alimentato attivamente numerose campagne di cambio di regime sostenute da Washington, dal Venezuela al Nicaragua, dall’Ucraina alla Siria.
Per anni l’organizzazione ha mostrato un costante pregiudizio a favore di dittature appoggiate dagli USA, coprendo regimi autoritari in America Latina, Europa Orientale e Medio Oriente che capita siano alleati di Washington, contemporaneamente dipingendo Nemici Ufficiali degli Stati Uniti – specialmente governi socialisti indipendenti – quali regimi “totalitari” malefici.
Lo studioso di fama mondiale Noam Chomsky ha descritto Freedom House come “un virtuale braccio propagandistico del governo e della destra internazionale”.
Nel loro libro “La fabbrica del consenso: l’economia politica dei media di massa”, Chomsky e il co-autore Edward S. Herman, hanno descritto in dettaglio come Freedom House abbia elogiato la Rodesia colonizzata dai britannici dell’era dell’apartheid, demonizzando contemporaneamente il suo governo indipendente postcoloniale e come abbia cantato le lodi delle forze appoggiate dagli Stati Uniti in El Salvador come nobili democratiche condannando contemporaneamente il governo di sinistra del Nicaragua quale dittatura sanguinaria.
Chomsky e Herman hanno scritto che Freedom House “ha impegnato considerevoli risorse nel criticare i media per insufficiente simpatia per le avventure degli Stati Uniti in politica estera e per critiche eccessivamente aspre nei confronti di stati vassalli degli Stati Uniti”.
Sul suo sito web Freedom House rivela che i suoi “principali finanziamenti per i programmi di Freedom House provengono sotto forma di donazioni da USAID e dal Dipartimento di Stato USA, nonché da altri governi democratici – Canada, UE, Olanda, Norvegia e Svezia – e da fondazioni private, tra cui la Fondazione John D. e Catherine T. Mac Arthur e dalla Fondazione Ford”.
Finanziamento del governo USA a Freedom House nel 2017
Lo stesso bilancio annuale di Freedom House afferma che è “sostanzialmente finanziata da assegnazioni del governo degli Stati Uniti”. Il finanziamento del governo degli Stati Uniti ha rappresentato l’86 per cento delle entrate di Freedom House nel 2016, il 90 per cento nel 2017 e l’88 per cento nel 2018.
Alle Nazioni Unite Cuba ha persino accusatoFreedom House di essere collegata alla CIA e di collaborare con gruppi terroristici di destra appoggiati dagli Stati Uniti. (Il governo degli Stati Uniti ha replicato affermando che ciò “semplicemente non è vero”, sottolineando che Freedom House è finanziata dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, o USAID, anche se tale gruppo ha legami di lungo corso con la CIA).
Altri gruppi finanziati dal governo USA e da governi europei da cui Twitter dipende
Questo non è il solo gruppo finanziato dal governo USA da cui Twitter dipende per la sua lista nera dei media statali stranieri.
La società dell’Alta Tecnologia ha citato come alleato anche Reporters Without Borders (RSF, Giornalisti Senza Frontiere). RSF è finanziato e sostenuto da numerosi governi e organismi governativi occidentali, tra cui il braccio di destra di cambiamento di regime del governo statunitense National Endowment for Democracy, il Consiglio d’Europa, l’Agenzia Francese per lo Sviluppo, i ministeri francesi della difesa, degli esteri, dell’interno e della cultura, l’Agenzia Svedese per lo Sviluppo Internazionale e la Fondazione Ford da lungo tempo collegata al governo statunitense.
Anche Reporters Without Borders è stato criticato per anni per i suoi pregiudizi contro governi attaccati dagli Stati Uniti e dall’Europa per un cambiamento di regime. RSF ha mostrato un pregiudizio particolarmente estremo nei confronti del Venezuela, dipingendo come vittime impotenti di un regime autocratico canali mediatici di destra di proprietà di oligarchi e gruppi d’opposizione finanziati dagli Stati Uniti che hanno attivamente partecipato a numerosi tentativi violenti di colpi di stato contro il governo socialista democraticamente eletto.
Un altro alleato citato da Twitter, il Centro Europeo per il Giornalismo, elenca sul suo sito web “partner globali” comprendenti la Commissione Europea, il ministero degli affari esteri e il ministero dell’istruzione, cultura e scienza olandesi e la Google News Initiative.
Il Comitato per Proteggere i Giornalisti (CPJ) e la Economist Intelligence Unit (EIU) sono le sole organizzazioni da cui Twitter dipende a non essere finanziate da governi occidentali.
Il CPJ è finanziato da grandi imprese e giganti mediatici industriali occidentali (assieme a canali mediatici statali di alleati dell’occidente quali Al Jazeera del Qatar) mentre l’EIU è di proprietà della stessa casa madre che pubblica The Economist, un’azienda mediatica di destra filo-industriale.
Censura in aumento di voci alternative sui media sociali
Ciò che dimostra chiaramente questa lista di organizzazioni alleate è che, per Twitter, organizzazioni finanziate dagli Stati Uniti e da governi europei sono in qualche modo immuni da pregiudizi e “proteggono un discorso sano e una conversazione aperta” in un modo non possibile a organizzazioni sostenute da governi non occidentali.
Per i giganti della Silicon Valley i governi statunitense ed europei e i canali e le organizzazioni mediatiche che loro finanziano sono apparentemente superiori a canali mediatici statali sostenuti da Cina, Russia, Iran, Venezuela o altri paesi non europei.
Il bando di Twitter alla pubblicità di canali mediatici statali segue una campagna pluriennale di falchi antirussi a Washington per censurare la rete RT finanziata da Mosca. Questa iniziativa si è estesa a un più vasto giro di vite contro canali mediatici statali iraniani, cinesi, e venezuelani.
Il giro di vite in costante espansione ha anche condotto alla censura di canali mediatici alternativi indipendenti all’interno e all’esterno degli Stati Uniti, attaccando canali che non sono collegati ad alcuno stato, ma semplicemente dissentono dalla linea semiufficiale di Washington.
Questo è soltanto lo sviluppo più recente di una guerra globale dell’informazione trascinata dallo stato della sicurezza nazionale USA e dai suoi ritagli. Come ha avvertito l’apparatcik neoconservatore Jamie Fly: “Stiamo appena cominciando a contrattaccare… questo è solo l’inizio”.
Ben Norton è un giornalista è scrittore. Scrive per The Grayzone ed è il produttore del podcast Moderate Rebels, di cui è co-conduttore con Max Blumenthal. Il suo sito web è BenNorton.com e twitta a @BenjaminNorton.
Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2019 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.