Pluralismo e libertà di opinione sono le parole ricorrenti in ogni dibattito sull’informazione ma, rispetto agli scenari che stiamo vivendo e alla progressiva mutazione che dalla fine degli anni ’90 ha cominciato a differenziare il dibattito (geo)politico, questi princìpi non sono più sufficienti a garantire il corretto flusso nel mondo dei media. La prima vittima di queste dinamiche è la verità e la capacità di analisi dei fatti. E’ necessario recuperare la volontà di trasparenza nella narrazione e associarla al senso di responsabilità verso chi fruisce delle informazioni. Mai come prima, il rapporto tra Russia ed Europa si gioca oggi attraverso il ruolo dei media.
Se ne è parlato al Centro Russo di Scienza e Cultura, che ha ospitato l’VIII edizione della conferenza internazionale “Russia ed Europa: problemi attuali del giornalismo moderno”, che si è svolto a Roma il 5 settembre.
Sergey Razov, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana e San Marino
Esperti internazionali, giornalisti e rappresentanti delle Istituzioni si sono confrontati e hanno messo a fattor comune l’esperienza che, di anno in anno, delinea il complesso paradigma del discorso politico in Europa e l’impatto dei media – soprattutto quelli meno tradizionali e più diffusivi – nella trasformazione politica. Temi, inoltre, di particolare attualità in Italia, alle prese con la nascita del nuovo governo e l’arresto del manager russo Alexandr Korshunov.
In stretto parallelismo, anche la dinamica tra Russia ed Europa risente dei fronti di “guerra mediatica” attualmente aperti. L’informazione è infatti la nuova frontiera del conflitto tra Russia e Occidente: attraverso le fake news e la macchina della propaganda, le guerre vengono preparate sui media, combattute attraverso la pressione sui giornalisti e attraverso la costruzione di verità funzionali agli obiettivi politici, talvolta anche militari, e ancora più spesso economici.
Il paradosso di aver abbandonato il principio di obiettività e di trasparenza nell’informazione, permette ingerenze costanti nei processi democratici dei Paesi e l’accentuazione di fratture anti-storiche e anti-economiche: “L’Italia deve capire che può avere buoni rapporti con altri player internazionali: le crisi interne vengono e vanno, ma rimangono gli interessi nazionali” ha affermato Sergey Razov, Ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana “Gli interessi dei due Stati [Russia e Italia] sono vicinissimi e in questo senso lavoriamo, coltivando buoni rapporti anche con il Governo che oggi sta prestando giuramento”.
Daria Pushkova, Direttrice del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma
Mai come prima ri-costruire una corretta dialettica tra Russia ed Europa passa attraverso il ruolo dei media. Daria Pushkova, Direttrice del Centro Russo di Scienza e Cultura, sottolinea l’urgenza di un cambio di rotta dell’informazione: “Viviamo in quella che io chiamo l’era della simil-verità: ora il punto di riferimento non sono più i fatti ma i fatti si inventano o vengono interpretati in maniera funzionale rispetto a un determinato scopo politico”. Basti ricordare alcuni dei casi più eclatanti e drammatici in cui i media hanno consapevolmente esercitato una funzione politica: il Boeing MH 17, le proteste di Mosca, la crisi nel Golfo Persico, l’attacco chimico in Siria, il Donbass…
Una sintesi di questa alterazione manifesta è il caso Assange, simbolo della pressione, del boicottaggio e persino della persecuzione dei giornalisti indipendenti. “I media dovrebbero costruire i ponti tra gli Stati, ora invece l’informazione è il luogo della guerra con la Russia” afferma Aleksandr Bikantov, Vice Direttore del Dipartimento di Stampa e Informazione del Ministero degli Affari Esteri russo “Basta guardare cosa sta succedendo in Europa: la Gran Bretagna ha imposto dei limiti nello svolgimento dell’attività dei giornalisti russi, in Francia ci sono state azioni contro le testate Russia Today e Sputnik, stessa cosa nei Paesi Baltici, per non parlare dell’Ucraina che sta facendo una vera e propria campagna di controinformazione e di limitazione delle fonti russe”.
L’informazione e i media – siano essi tradizionali o social – sono dunque degli “asset” strategici controllati e utilizzati dai poteri politici.
Per riportare l’informazione al suo ruolo dialettico e pluralista, è necessario quindi recuperare il senso di responsabilità verso il pubblico, l’autonomia e la capacità di un’analisi qualitativa, e avere il coraggio di esprimere una opinione alternativa.
Il Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma, diretto da Daria Pushkova, dal 2011 promuove iniziative ed eventi culturali, corsi di lingua russa e attività ludiche per bambini (danza, teatro, canto, pittura); indice, inoltre, il concorso annuale che mette in palio delle borse di studio universitarie di un anno in Russia e il progetto “Nuova Generazione” aperto a giovani italiani dai 25 ai 35 anni per partecipare a dei forum (specifici per ciascun ambito professionale) in Russia.
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Articolo a cura di Elvia Politi per Saker Italia