Un gruppo di aderenti al movimento No Tap ha manifestato pacificamente questa mattina davanti al Tribunale di Lecce per chiedere chiarezza sull’indagine della Procura sul gasdotto della Trans Adriatic Pipeline (Tap), l’infrastruttura che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Salento.
Con un megafono il portavoce del movimento Gianluca Maggiore ha posto ai magistrati una serie di questioni relative a presunte irregolarità del cantiere di San Basilio dopo la notifica, da parte dei pm, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 19 persone, tra cui rappresentati legali di ditte incaricate dei lavori e i vertici di Tap (Trans Adriatic Pipeline) per reati ambientali relativi alla costruzione del tratto terminale del gasdotto nel territorio di Melendugno.
Tra i quesiti posti dai manifestanti ai pm anche la domanda: “Perché il cantiere di San Basilio non è stato bloccato, pur essendo indagati la stessa società e altri 18 soggetti nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del gasdotto, alla luce anche della “illegittimità” delle autorizzazioni ministeriali, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini?”. Non è mancata la critica ai vari Governi che si sono succeduti in questi anni: “Nessun esecutivo ci è stato amico – dice Maggiore -. La Via è scaduta ed è stata prorogata per altri due anni dal nuovo governo giallorosso con firma dei ministri Costa e Franceschini”.