Approvata una risoluzione che equipara il comunismo al nazismo
di Francesco Maringio’
Il partito unico che governa il nostro paese e l’Unione Europea ha approvato una risoluzione (l’ennesima) che equipara nazismo e comunismo. Non è la prima volta, era già successo in passato, accodandosi all’isteria lanciata nei pesi dell’Est Europa dove negli ultimi venti anni si è tentato a più riprese (in alcuni casi ci sono riusciti) di mettere fuori legge le organizzazioni sindacali e comuniste, in una vera a propria caccia alle streghe che ovviamente non ha riguardato, invece, coloro che si sono macchiati di crimini di guerra e contro l’umanità nelle fila delle organizzazioni naziste e fasciste che hanno assoggettato il continente. Anzi, la vicenda dell’Ucraina dimostra come il ritorno al potere di organizzazioni apertamente naziste venga accettata e difesa dalle istituzioni comunitarie.
Non stupisce, pertanto, questa ennesima presa di posizione, né l’incitamento implicito alla rimozione dei monumenti ai caduti sovietici (paragrafo M, punto 18, dove si afferma in merito ai monumenti che la loro presenza “spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici totalitari”), nonostante queste iniziative abbiano già portato a scontri e rivolte popolari in Estonia e siano propedeutici alla rimozione di un fatto storico inequivocabile, ossia che senza l’altissimo prezzo umano pagato dall’Unione Sovietica (oltre 25 milioni di vittime) non sarebbe stato possibile liberare i campi di sterminio e sconfiggere Hitler.
Ma questa risoluzione ha il merito di smascherare la vera natura dell’Unione Europea.
“Fin dall’inizio – si legge nella risoluzione al capoverso G – “l’integrazione europea è stata una risposta (…) all’espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell’Europa centrale e orientale (…); che per i paesi europei che hanno sofferto a causa dell’occupazione sovietica e delle dittature comuniste l’allargamento dell’UE, iniziato nel 2004, rappresenta un ritorno alla famiglia europea alla quale appartengono”. Mettendo a nudo la stupidità di una cerca sinistra europeista e della sua illusione sulla possibilità progressiva di questo processo di integrazione, nato, lo dice la risoluzione a chiare lettere, per contenere l’Unione Sovietica ed i paesi socialisti. Del resto, basta leggere i documenti ed i diari del tanto osannato “fondatore dell’Europa”, Altiero Spinelli, per ritrovare esattamente questi contenuti e proponimenti politici.
Proprio questa propaganda basata sull’equiparazione tra nazismo e comunismo viene considerato un collante per la costruzione dell’Europa: “(…) il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo (…) sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne” (paragrafo L).
Questo documento non manca di rimarcare la sua cultura neocolonialista ed eurocentrica quando definisce la Seconda guerra mondiale “il conflitto più devastante della storia d’Europa” iniziato come “conseguenza immediata del famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop” (paragrafo M, punto 2).Si cancella pertanto il ruolo svolto dalla Germania nazista nel sostenere le avventure coloniali del Sol Levante in Asia e suggellato con il “Patto anticomintern” del ’36 che diede l’impulso alla brutale colonizzazione giapponese della Cina che portò ad un massacro di dimensioni impensabili: l’olocausto asiatico causò dalle 14 alle 20 milioni di vittime per mano giapponese nella sola Cina, due volte il peso della Shoa nazista. Eppure nella parole della risoluzione dell’Europarlamento non vi è traccia.
Non solo: in questa assurda pretesa di equiparazione tra l’Unione Sovietica di Stalin e la Germania di Hitler si fa finta di non ricordare che nel processo di schiavizzazione dei popoli dell’Europa orientale per costruire il suo Impero coloniale, il fürer tedesco si richiamava proprio alla tradizione coloniale dell’Occidente (non della Russia sovietica, suo nemico conseguente) ed al modello di espansionismo coloniale dell’impero britannico e della politica razziale americana.
La natura dell’Unione Europea viene evidenziata allorquando si dichiara che (paragrafo M, punto 13) “l’integrazione europea (…) è il frutto di una libera scelta dei popoli europei, che hanno deciso di impegnarsi per un futuro comune (…). E ciò nonostante la maggioranza dei popoli europei non sia stata chiamata a decidere e scegliere questo processo di integrazione europea e, quando questo è avvenuto (Referendum in Francia ed in Olanda nel 2005) è stato sonoramente bocciato.
Infine si mette in evidenza un altro aspetto fondante la natura del processo di integrazione capitalistico europeo, ossia la sua subalternità atlantica attraverso la coincidenza tra adesione all’UE ed adesione alla Nato (paragrafo M, punto 14) e il suo spirito profondamente antisovietico prima ed anti russo oggi (paragrafo M, punti 15 e 16).
Tra i parlamentari italiani che hanno approvato questa indegna mozione ci sono gli esponenti di PD, Lega, FdI e FI, tutti uniti nel consociativismo revisionista e nell’anticomunismo viscerale. Al loro disprezzo della verità storica ed alla cancellazione delle responsabilità delle cancellerie europee nell’ascesa e nella vittoria dei regimi fascisti e nazisti e nei crimini da essi perpetrati contro l’umanità, in questo assurdo gioco all’equiparazione ed alla compensazione “tra totalitarismi”, che nega il ruolo fondamentale per la vittoria su Hitler dell’Armata rossa, giunga tutto il nostro disprezzo.