DA L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS PER UN NUOVO PROGETTO
Con il disastroso risultato elettorale delle Europee si è conclusa una stagione.
Non esistiamo come sinistra nel dibattito pubblico ed abbiamo un consenso elettorale mortificante.
Questo non significa che le istanze della sinistra (lavoro, reddito, uguaglianza, welfare state, accoglienza, diritti ambientali, sviluppo sociale) non sono più in linea con il quadro sociale che si è venuto a strutturare negli ultimi anni. Se guardiamo al malessere di strati sempre più larghi della popolazione e alle emergenze ambientali, la risposta non può che essere negativa.
Evidentemente il problema sta altrove. Sta nei limiti di elaborazione di un rinnovato pensiero di sinistra che ha come premessa e base l’analisi concreta del capitalismo finanziario mondiale, delle nuove forme che assume e delle nuove contraddizioni che sviluppa, sta nei nostri fallimenti organizzativi, nelle liste create per sommatoria solo nella prossimità elettorale e nella nostra incapacità di offrire una soggettività nuova oltre la frammentazione delle piccole comunità che attualmente popolano lo spazio a sinistra.
Questo impone un cambio radicale, scelte nette ed una rottura anche con la nostra storia recente.
Con questa convinzione come L’Altra Europa con Tsipras dichiariamo conclusa la nostra esperienza quale soggetto di rappresentanza, che partecipa alle competizioni elettorali. Ciò che non è concluso è l’impegno per la costruzione di una SOGGETTIVITÀ POLITICA ORGANIZZATA DELLA SINISTRA, che invece rilanciamo con forza. Per questo anche formalmente daremo vita ad un’associazione di donne e di uomini, di compagne e compagni, che lavora da subito sulla priorità di questo obbiettivo.
La sfida della costruzione di una sinistra, con un respiro fortemente europeo, in grado di contrastare sia il neoliberismo tutt’ora dominante che il sovranismo/populismo reazionario oggi ancora più valida di ieri.
Questo passo lo compiamo in questa fase politica caratterizzata dal nuovo governo Conte. Certamente è positivo che sia nato allontanando l’assalto di Salvini alle istituzioni democratiche, altrettanto certamente non è il progetto in cui ci riconosciamo e che può produrre il cambiamento necessario. Questa è la ragione per cui non abbiamo condiviso l’impegno nel governo di soggetti della sinistra, come investimento strategico e duraturo.
Vediamo anzi con grande preoccupazione che l’emergenza democratica su cui è nato il governo a metà agosto sta perdendo di intensità e che non prende forma il necessario passaggio a un sistema proporzionale puro senza sbarramento come unica forma di tutela del quadro democratico e che restano in campo progetti preoccupanti, come le riforme costituzionali, il taglio dei parlamentari e l’autonomia differenziata.
La fase attuale può essere propizia, in un clima politico meno violento di quello con Salvini ministro dell’interno, sia per mettere al centro dell’azione politica il tema della costruzione dell’organizzazione a Sinistra, sia per incalzare dall’esterno il governo sulle grandi emergenze sociali ed ambientali, stante una linea generale caratterizzata da una sostanziale subalternità alla logica del rigore imposta dai vincoli europei a cui opporsi.
Ma può essere letale, se il senso di impotenza legato alla marginalità in cui siamo non trova risposta e se si arriva alla stabilizzazione di questo quadro. Quadro in cui il tema del cambiamento viene archiviato insieme a quello della sinistra ed in cui l’unica azione praticabile finisce per essere quella che tende alla conservazione di questa soluzione di governo, per impedire il trionfo della peggior destra.
Per questo il fattore tempo è, per una volta a distanza da scadenze elettorali, importante. Importante per fare emergere analisi e contenuti, definizione progettuale e programmatica, così da incidere sul quadro politico, sempre nel quadro esplicitato dell’obbiettivo di arrivare alla costruzione di una Organizzazione politica.
Nel 2019 quindi ci vuole un fatto politico: la costruzione di una grande appuntamento per le PROPOSTE FORTI E RADICALI PER IL CAMBIAMENTO, necessarie per l’Italia. Un’occasione in cui definire anche forme stabili di lavoro, di ricerca e di approfondimento, come campagne per l’agire immediato.
Il percorso costituente può prendere avvio da una definizione programmatica alta con il protagonismo di realtà politiche, associazioni, riviste, personalità che in questi anni, spesso ognuna per proprio conto, sono state protagoniste di esperienze di lotta e di elaborazione politica.
L’ambizione che ci muove è alta, ma è la sola risposta adeguata alle sfide del presente. Ed il tempo è poco.
L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS