* Comunicato del PTB (Partito del Lavoro del Belgio), partito marxista che ha riscosso un grande successo (13% in Vallonia e 5% nelle Fiandre) alle elezioni regionali, federali ed europee del maggio scorso.
Mercoledì 9 ottobre l’esercito turco ha lanciato un’offensiva militare nel nord della Siria. Secondo quanto riferito, gli attacchi aerei e terrestri avrebbero ucciso almeno quindici persone. Come la maggior parte degli osservatori, il PTB teme una guerra su larga scala dagli esiti imprevedibili.
Il Medio Oriente è di nuovo a fuoco e a sangue, dopo tre decenni di attacchi aerei, guerre e occupazioni da parte degli Stati Uniti, ai quali si accodano molto spesso i paesi europei, incluso il Belgio, che negli ultimi anni ha partecipato ai bombardamenti della Siria.
L’obiettivo dichiarato della Turchia, un paese della NATO, è l’YPG, il braccio armato del Partito curdo dell’Unione Democratica in Siria. Tuttavia, come nelle guerre precedenti, sarà tutta la popolazione locale – indipendentemente da nazionalità, origini o credenze religiose – ad essere vittima dell’offensiva militare. La Croce Rossa Internazionale avverte della minaccia che incombe su centinaia di migliaia di persone, allorché la crisi umanitaria già è grande nella regione, come i milioni di rifugiati siriani in Turchia e altrove attestano.
Come nelle guerre precedenti, sono gli interessi geostrategici di Washington la causa permanente delle continue violazioni del diritto internazionale, delle interferenze militari e dei cambi di alleanza degli Stati Uniti. I curdi siriani ne stanno facendo ancora una volta oggi l’amara constatazione.
Per il PTB, il Belgio e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite devono insistere sulla necessità di un dialogo e di negoziati tra tutte le parti coinvolte nella regione e sul pieno rispetto del diritto internazionale. Ciò significa innanzitutto che tutte le truppe statunitensi ed europee devono lasciare l’intero territorio mediorientale e che l’esercito turco rimanga fuori dalla Siria.
Spetta ai siriani e nessun altro decidere delle sorti del proprio paese e dell’organizzazione di esso