Per chi non avesse ancora compreso cos’è stata e cos’è la Mafia e cosa hanno dovuto subire e cosa devono sopportare ancora oggi molti siciliani, basta ascoltare l’intervista rilasciata a Rai 3 dall’attivista e scrittrice Vera Pegna 

Nata nel 1934 ad Alessandria d’Egitto, Vera Pegna è una traduttrice, attivista e scrittrice. Negli anni Cinquanta, dopo aver conosciuto Danilo Dolce, decide di fermarsi in Sicilia per dedicarsi alla lotta contro la Mafia. Ieri sera su Rai 3 è andata in onda, nella trasmissione ‘Le Ragazze’, un’intervista in cui racconta alcuni episodi vissuti in quegli anni. In uno di questi racconta le angherie e le violenze fisiche e non che i siciliani hanno dovuto subire. Ecco la trascrizione della parte più significativa della sua intervista.

Nel 1962 c’erano le elezioni. Noi facevamo delle assemblee per far capire che c’erano le elezioni, che magari avremmo fatto una lista, anche se i compagni mi dicevano: ma no, come fare una lista? Che lo sai che le due volte che abbiamo cercato di fare una lista è finita male. La seconda volta il nostro compagno che voleva essere capolista è stato tagliato in due con un’accetta.

Questo era il livello della mafia. Queste erano le cose che mi riempivano di una indignazione, non so come chiamarla diversamente per cui dovevo agire. Un giorno, non l’ho mai deciso, ma è venuto per caso, eravamo in campagna elettorale per le elezioni comunali e mi è venuto in mente semplicemente di prendere il microfono, di affacciarmi e di vedere se c’era, come c’era ogni volta che organizzavamo un’assemblea don Peppino (Panzeca, boss di Caccamo) seduto dall’altra parte della strada, una strada di pochi metri, si metteva lì per cui le persone che dovevano entrare non venivano perché avevano paura di farsi vedere mentre entravano nella sezione del PCI. 

Allora ho preso il megafono, mi sono affacciata dal balcone e gli ho detto: Don Peppino, se è vero che è un mafioso, alzi la testa e mi faccia un sorriso che le scatto una fotografia. La piazza si è vuotata subito perché guai a poter essere testimoni di un tale insulto a don Peppino e lui se n’è andato. Questo ha cambiato in modo tangibile l’umore dei compagni che erano nella sezione. In sezione: ‘Cosa hai fatto? Cos’ho fatto? Ma facciamolo ogni giorno’.

Fonti: facebook.com e wikipedia.org

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: