Aggiornamento flash sui fronti siriani del 22-10-2019

Sochi

Si è concluso il vertice tra i presidenti di Russia e Turchia, Putin ed Erdogan, molto più lungo di quanto ci si attendesse.
Il testo concordato riduce enormemente le pretese turche riguardo i territori del nord della Siria.
Sostanzialmente vengono congelati i fronti, che restano sulle attuali posizioni, pertanto le principali città, Kobane, Manbij, Qamishli, non verranno attaccate dalle milizie jihadiste ne dall’esercito turco.
Verranno presidiate da forze russo siriane o solo siriane, mentre le milizie YPG dovranno allontanarsi dal confine di almeno 30 Km.
Naturalmente se dovessero essere arruolate ed integrate nell’esercito siriano o nelle NDF non sarebbero più milizie YPG e potrebbero restare in zona.
Chiaramente, il dato più significativo è che tutta la popolazione civile sarà in salvo e potrà restare, salvo gli sfollati dei settori già occupati, nelle proprie case.
Gli accordi si estendono anche ai settori di Manbij e di Tal Rifat.
Pattuglie congiunte russo turche, vigileranno sui confini in un settore di 10 Km d profondità nell’interno.
La sicurezza turca quindi verrà assicurata, e anche la sicurezza della popolazione civile da attacchi jihadisti.
Questo per il lato bellico della vicenda,
Ora veniamo ad un altro aspetto.
Il Ministro russo Lavrov ha detto apertamente che quanto assicurato dagli USA alla Turchia per loro non ha nessun valore.


Terzo fattore, la sicurezza economica.
A quanto ci è stato permesso di capire, in un protocollo dell’accordo viene stabilito il collegamento delle banche turche al sistema di trasferimento di messaggi finanziari russo (SPFS), analogo dello SWIFT americano.
Se le informazioni saranno confermate, ciò significherà che la Russia non solo avrà garantito la sicurezza della Turchia al confine siriano, introducendo unità di polizia militare, ma avrà anche assicurato la SICUREZZA ECONOMICA della Turchia, collegandola al circuito SPFS e Mir russo.
Ciò è particolarmente importante a causa delle recenti dichiarazioni di Trump, che ha minacciato di far crollare l’economia turca.
Per l’ SPFS russo, la connessione della Turchia significherebbe invece, il suo riconoscimento mondiale, ciò consentirebbe al circuito, di svilupparsi rapidamente nei mercati internazionali.
Questo accordo apparirebbe , dalle prime impressioni, più solido e credibile di quello promesso da Trump, ma la garanzia di vedere salve le città principali del nord della Siria non è cosa da poco.
L’esercito siriano intanto è arrivato fino al confine con la Turchia anche presso il settore di Ad-Darbasiyah ed anche questo è un tassello importante per controllare il confine.
Chiaramente chiunque dotato di buonsenso non si fiderebbe di Erdogan, ma l’adesione ad un sistema di tutela e difesa economica, serio ed alternativo a quello made in USA, garantisce sicuramente il Presidente turco nell’avere un’arma per controbattere ad eventuali altri attacchi speculativi contro l’economia di Ankara. Questa è una base solida a garanzia del futuro impegno turco nel mantenere la pace.
Se dovessero apparire ulteriori approfondimenti e contenuti o rettifiche, ve ne daremo notizia e spiegazione.
Questo accordo rappresenta anche un grosso vantaggio per la Siria perchè vede pienamente riconosciuto il suo ritorno nei territori prima occupati dagli USA per tramite di milizie poi abbandonate, Curde ed SDF.
Il nodo dei territori a sud di Hasakah però ora torna di preponderante importanza, così come la Sacca di Idlib, che non rientra in nessuna parte resa pubblica di questo accordo.
La visita di oggi del Presidente Assad al fronte a nord di Hama, assume alla luce di tutto ciò un significato chiaro.


Stefano Orsi

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Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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