Manifestazione per l’indipendenza del Sahara Occidentale.
Francesco Cecchini
il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato con 13 voti a favore e due astensioni (dalla Russia e dal Sudafrica), una risoluzione che estende fino a ottobre 2020 il mandato del MINURSO. MINURSO è la missione di pace delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale. Il nome è un acronimo dal nome francese della missione: “Mission des Nations Unies pour l’Organisation d’un Référendum au Sahara Occidental” – Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale. Il MINURSO è stato istituito nel 1991 per facilitare un referendum sul futuro dell’ex colonia spagnola, che non si è mai tenuto. Precedentemente le missioni avevano la durata di 6 mesi, forse anche per far pressioni a Marocco e Fronte Polisario perchè ragiungessero un accordo per porre fine al conflitto. Horst Köhler, rappresentante dell’ONU nel MINURSO, era riuscito lo scorso dicembre a riunire il Marocco e il Fronte Polisario con Mauritania e Algeria. Sebbene questi colloqui e un secondo round di marzo non abbiano ancora fatto passi concreti, le Nazioni Unite li hanno visti come un’opzione per sbloccare il percorso politico dopo decenni di tentativi falliti. Tuttavia le improvvise dimissioni di Köhler lo scorso maggio per motivi di salute hanno nuovamente lasciato tutto paralizzato, in attesa che il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nominasse un sostituto. Mercoledì scorso, il Consiglio di sicurezza ha deciso, secondo alcune fonti diplomatiche, una proroga di dodici mesi, per consentire al sostituto di Horst Köhler di tenere consultazioni con le parti. La misura, tuttavia, è stata pesantemente criticata e da Sidi Omar, rappresentante dell Fronte Polisario all’ONU.
Secondo Sidi Omar, il Fronte Polisario si rammarica che quanto raggiunto con Horst Köhler sia andato perduto e che si sia ritornati al punto di partenza. Data questa situazione, ha affermato che il Fronte Polisario non ha altra scelta che riconsiderare la sua partecipazione al processo di pace, che sarà discusso nelle riunioni della dirigenza il prossimo dicembre. Sidi Omar ha sottolineato che i saharawi hanno quasi perso la speranza nel processo guidato dalle Nazioni Unite ed ha affermato che l’opzione di tornare alla lotta armata è qualcosa che è sempre stato sul tavolo.