Riceviamo e pubblichiamo
“Non si può morire di tumore per sopravvivere, per lavorare. Si continua a parlare di immunità penale, con un atteggiamento sbagliato nei confronti di AncelorMittal, quando lo stabilimento ex-Ilva andrebbe definitivamente chiuso perché a Taranto si muore”, commenta Manuel Santoro, segretario nazionale di Convergenza Socialista.
“Al nostro Paese serve l’acciaio? Certo, ma non sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini che a migliaia muoiono di tumore. Certo, serve l’acciaio, ma non continuando ad alimentare siti produttivi altamente inquinanti a ridosso dei centri abitati.
Chiudendo ci sarebbero migliaia di disoccupati e si innescherebbe una bomba sociale? Assolutamente no, poiché si presuppone che la politica abbia il compito di mettere in piedi un piano strategico con conseguente avvio di un grande piano di bonifica, di riconversione ambientale e occupazionale, e l’avvio di un periodo di formazione e riqualificazione professionale per le migliaia di lavoratrici e di lavoratori coinvolti.
Si vuole continuare a produrre l’acciaio? Assolutamente sì, e lo si può fare scegliendo i siti nell’interesse delle esigenze dei lavoratori e dei cittadini, non nell’interesse dei capitalisti e dei politici corrotti.
Servono risorse economiche per finanziare la costruzione di siti produttivi ex-novo? Sicuramente sì. Si prendano i soldi dove i soldi vengono accumulati da decenni. Nelle banche e nel sistema finanziario, nei monopoli, nelle multinazionali.”
“Non ci sono dubbi sulla questione dell’elevatissimo inquinamento a Taranto. Ora è tempo di cambiare ma questo Governo non è assolutamente in grado di dare risposte concrete, di lungo periodo”, conclude Santoro. “Dobbiamo cambiare le condizioni politiche che coinvolgono migliaia di lavoratrici e lavoratori; dobbiamo cambiare le condizioni spesso difficili delle cittadinanze che vivono a ridosso dei siti di produzione.”