Parigi in sciopero
Francesco Cecchini
La Francia giovedì 5 dicembre ha vissuto una giornata storica di sciopero generale: un diluvio di manifestanti ha detto no alla riforma delle pensioni di Emmanuel Macron. Il manifestanti hanno risposto in massa all’appello dei sindacati :CGT, FO, FSU, Solidaires, Unef e UNL, CFE-CGC. Macron vuole eliminare i 42 regimi speciali, che garantiscono percorsi agevolati per la pensione, e di fonderli in un unico sistema universale a punti. Sono stati circa 250 i cortei e le manifestazioni organizzate in tutto il Paese. Non meno di 250.000 persone hanno percorso i grandi boulevards a Parigi. Quasi 150.000 persone hanno marciato a Marsiglia, secondo la CGT. Almeno 33.000 a Tolosa, 20.000 a Lione, Montpellier e Bordeaux, 19.000 a Nantes, 18.000 a Le Mans, 15.000 a Clermont-Ferrand, 12.000 a 13.000 a Lille, Rouen e Grenoble, almeno 10.000 a Tours, Rennes, Brest, Saint-Étienne, Bayonne e Pau, 9.000 a Strasburgo, Perpignan, Limoges, Saint-Nazaire o Caen. Nella città della Normandia, i sindacati parlano di numeri storici. A Nizza, la CGT ha contato tra 9000 e 10.000 manifestanti. A Guéret, in Creuse, vi sono stati 2.000 partecipanti, un numero inedito per anni. A Saint-Denis, La Réunion , almeno 3.000 persone hanno marciato. Emanuel Macron sembra non voler cedere, ma i manifestanti in tutta la Francia hanno gridato: ” Oggi in strada domani si continua” e “Siamo pronti a ricominciare da capo domani”. E così sta avvenendo. I sindacati minacciano uno sciopero ad oltranza, fino a Natale, a costo di bloccare il Paese, mentre il governo teme la radicalizzazione della protesta, che potrebbe saldarsi con quella dei gilet gialli. La sinistra è unita nel rifiutare il progetto di Macron. La Francia Insoumise (FI) afferma che il movimento consente una federazione di popolo che unisce la lotta. Jean-Luc Mélenchon pensa che questo 5 dicembre può essere un momento speciale che innesca un’onda profonda di mobilitazione. La Francia Insoumise si unisce ai sindacati che richiedono l’età pensionabile prevista per legge a 60 anni.” Il Partito Comunista Francese (PCF) si è unito alla denuncia, in quanto è in gioco un aumento dell’età pensionabile a 64 anni. Il Partito Comunista Francese ha proposto una riunione l’11 dicembre di tutte le forze politiche di sinistra per presentare controproposte. Molte sono le adesioni a questa iniziativa. Anche il Partito Socialista si è unito all’opposizione alla riforma alle pensioni.
Ma è proprio su questa riforma che Macron si sta giocando la riuscita del mandato. Per questo non rinuncia al suo progetto, al massimo farà slittare l’entrata in vigore. In questa maniera sarà possibile che avvenga un altro 1995, quando il primo minstro Alain Juppé volle riformare le pensioni. Dopo tre settimane di paralisi del paese il governo si rimangiò la riforma, il primo ministro si dimise e il parlamento si sciolse.
Macron ladro, restituiscimi la mia pensione