Kashmir circondato da filo spinato

Francesco Cecchini

La questione del Kashmir, un’ eredità  dell’imperialismo britannico, sta dividendo l’elettorato della Gran Bretagna in vista delle vicine elezioni. La decisione dell’India dell’ induista estremista Narendra Modi di revocare l’articolo 370 a Jammu e Kashmir in agosto e il conseguente blocco nella regione ha fatto salire le tensioni tra India e Pakistan, con riflesso anche in Gran Bretagna. Questo ospita quasi 1,5 milioni di persone di origine indiana e quasi 1,1 milioni di persone di origine pakistana, di cui la maggior parte proviente dal Kashmir controllato dal Pakistan.

In considerazione della repressione nel Kashmir indiano il Labour Party ha presentato una risoluzione, approvata, nella quale si affermava la necessità di osservatori internazionali nella regione a causa della crisi umanitaria, ribadendo anche il diritto all’autodeterminazione per il popolo di quella regione. Questo naturalmente non è stato ben accolto in India, che  cerca di evitare l’internazionalizzazione della questione del Kashmir, ribadendo che si tratta di una questione bilaterale India-Pakistan. Il Labour Party ha difeso la sua posizione, dicendo che l’attenzione della risoluzione è innanzitutto sui diritti umani . La risoluzione del Labor Party sulla questione del Kashmir ha fatto arrabbiare buona parte della comunità della diaspora indiana per la sua percepita interferenza “mal concepita e male informata” in quella che credono sia una questione politica interna dell’India. Hanno quindi avviato una vigorosa campagna di mobilitazione per sollecitare gli indiani a non votare per il Labor Party e invece a votare per i conservatori. Sebbene tradizionalmente la maggior parte della diaspora indiana abbia votato laburista, negli ultimi anni si è già verificato un  cambiamento e indiani britannici  votano per i conservatori di Boris Johnson.

Molte organizzazioni della diaspora indiana britannica tra cui Indian Professionals Forum (IPF), Indian National Students Association (INSA) e Hindu Council UK hanno firmato una lettera indirizzata a Jeremy Corbyn, capo del Partito laburista, esprimendo la loro disapprovazione per la risoluzione. . Più sfumata la posizione di Manoj Ladwa CEO di Media House India Inc ed ex presidente di Labor’s Indian Community Engagement Forum che sostiene che la portata di ciò che sta accadendo attualmente è enorme e senza precedenti.

In prima linea in questo sforzo di mobilitazione della diaspora indiana contro il Labour Party  c’è l’organizzazione del Partito degli amici d’oltremare di Bharatiya Janata (OFBJP), guidata dal suo presidente Shekhawat. L’OFBJP, un gruppo che vuole collegare gli indiani d’oltremare con il BJP in India (è  stato fondato nel 1992, ha circa 40 figliali nel mondo ed è noto per il suo ruolo importante nelle vittorie elettorali indiane del 2014 e del 2019 del BJP). Il suo obiettivo è quello di indirizzare i  voti nel Regno Unito a favore del partito conservatore di Boris Johnson. Questi gruppi stanno usando una strategia multipla di messaggistica sui social media attraverso WhatsApp e Twitter, nonché la sensibilizzazione alla comunità indiana attraverso luoghi di culto e altre organizzazioni. I messaggi sui social media si riferiscono al Labour Party come anti-indù, anti-India e  portavoce del governo pakistano e etichettano coloro che intendono votare per il Labour Party come traditori della loro terra ancestrale e del loro patrimonio culturale ed hanno molta diffusione.

La  diaspora pakistana sta invece  usando i social media per influenzare gli elettori a votare per il Labour sulla base della sua posizione nel Kashmir. Il presidente dell’organizzazione di Birmingham Tehreek-e-Kashmir, Raja Fahim Kayani, ritiene che la questione del Kashmir sarà la chiave per gli elettori di origine pakistani.

Quindi il Kashmir sarà centrale per gli elettori britannici nelle prossime elezioni? Sicuramente avrà un certo ruolo, anche in considerazione che la drammatica situazione che vive il Kashmir e i kashmiri a causa del governo di Narendra Modi non è ben spiegata e diffusa, anche dal Labour Party di Jeremy Corbin.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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