di Fabrizio Verde
Agenti appartenenti al corpo dei Carabineros del CIle hanno aggredito una troupe di giornalisti dell’emittente satellitare latinoamericana TeleSur impegnata a documentare le manifestazioni popolari che scuotono il Cile perché i cittadini sono stati portati allo stremo da politiche neoliberiste implementate sin dagli anni 70’.
I manifestanti, quando è avvenuta l’aggressione al team di giornalisti, cercavano di raggiungere Plaza Italia a Santiago per chiedere un cambiamento del modello socio-economico nel paese.
La giornalista Paola Dragnic è stata aggredita mente dava conto di un rapporto del Movimiento Salud en Resistencia (MSR), dove si denuncia che l’acqua lanciata dalla polizia per sopprimere dimostrazioni di massa contiene composti di gas di soda caustica e pepe, elementi tossici dannosi per la salute delle persone.
#ÚLTIMOMINUTO | Carabineros de Chile asedian a equipo periodístico de teleSUR mientras intenta informar sobre la situación en la plaza de La Dignidad en la ciudad de Santiago → http://bit.ly/teleSUR
Carabineros de #Chile arremeten a equipo periodístico de TeleSUR → http://bit.ly/2tkryII
La periodista @PaoladrateleSUR y su camarógrafo fueron agredidos mientras informaban de los elementos tóxicos del agua que usan para las represiones
“In questo momento la nostra corrispondente Paola Dragnic è assediata dalla polizia cilena. La stanno facendo pressioni affinché non possa denunciare. Siamo in diretta. Continuate a seguire @teleSURtv”, ha dichiarato la presidente del canale internazionale Patricia Villegas.
Quando la corrispondente ha denunciato che gli agenti di polizia usano pallottole di gomma per reprimere le manifestazioni, è stata immediatamente attaccata dalle autorità e le è stato richiesto di interrompere la trasmissione.
A esta hora nuestra corresponsal @PaoladrateleSUR es asediada por carabineros de Chile. La presionan para que no pueda informar. Estamos en vivo. Sigue con @teleSURtv
La presidente di TeleSUR ha lamentato i tentativi delle autorità cilene di impedire che venga effettuata una corretta informazione agli spettatori della regione, “cercano di stoppare l’informazione in diretta, non ci fermeremo. Siamo ancora vivi”, ha aggiunto.
Allo stesso modo, la giornalista Paola Dragnic ha sottolineato che la Consulta Ciudadana, svolta in diversi comuni del paese, ha visto la partecipazione di oltre 2 milioni di cittadini che chiedono una nuova Costituzione.
L’obiettivo della consultazione non vincolante dei cittadini è quello di raccogliere opinioni sul processo costituente e le priorità sociali nel paese.
Le principali questioni che i cittadini vogliono affrontare sono il miglioramento delle pensioni e la dignità della qualità della vita degli anziani; miglioramento della salute pubblica e del suo finanziamento; accesso e qualità dell’istruzione pubblica.
A risaltare è ancora una volta l’assordante silenzio del liberal. Democratici e difensori della libertà di stampa evidentemente a giorni alterni. Proviamo solo a immaginare se una simile aggressione fosse avvenuta in Venezuela, Russia, Cina o qualsiasi paese che si oppone all’egemonia imperiale che Washington intende imporre sul mondo intero. Indignazione, proteste, speciali in prima serata, prime pagine dei quotidiani mainstream. Pensose articolesse dove ci sarebbe stato spiegato che i giornalisti sono sacri e hanno tutto il diritto a svolgere in sicurezza il proprio lavoro.
Giusto. Come non condividere un simile approccio. Il problema sorge quando l’ipocrisia liberale finge di non vedere in determinate parti del mondo. Quando pur di difendere o cercare di occultare l’azione nefasta di indifendibile regimi neoliberisti, come quello dell’ammiratore di Pinochet in Cile, si finge di non vedere la grave aggressione subita dalla troupe di teleSUR in Cile.
Tuttavia un simile comportamento non ci stupisce. Ricordate Adriana Sivori? Se non lo avete letto su l’AntiDiplomatico è difficile, il suo caso è stato completamente ignorato dai paladini occidentali della libera informazione.
Adriana Sivori è una coraggiosa giornalista di teleSUR. Durante i giorni caldi delle ‘guarimbas’ in Venezuela fu colpita da spari. Ebbe salva la vita solo perché indossava un giubbotto antiproiettile. Un caso grave che avrebbe dovuto indignare chiunque professa di tenere alla libera informazione. Invece solo silenzio. I media mainstream non potevano ammettere pubblicamente che i loro paladini senza macchia e senza paura contro il tiranno Maduro sparavano sui giornalisti, mostrando così al mondo intero, ove mai ve ne fosse ancora bisogno la loro vera natura di golpisti.
Infine, avranno pensato lorsignori, quanto può valere la vita di una giornalista in confronto al rovesciamento del governo di un feroce dittatore che nell’ultima legge di bilancio ha deciso di destinare il 76% del budget alle politiche sociali?