In Francia si è arrivati al quindicesimo giorno consecutivo di sciopero contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron.

Ha fatto notizia sui media italiani il blackout elettrico che avrebbe coinvolto 90.000 case, rimaste senza luce in seguito ad un atto di boicottaggio poi rivendicato apertamente dalla Cgt – Confédération Générale du Travail, il principale sindacato transalpino.

In realtà l’azione dei lavoratori ha avuto ben altri obiettivi, con un impatto minimo per i normali cittadini come effetto collaterale dovuto alle ramificazioni della rete elettrica.

Riportiamo al riguardo alcuni stralci di un intervista rilasciata da Cédric Thuderoz, responsabile della CGT energia per la regione Rhone Alpes a Radio Popolare:

Ieri cos’è successo?

Quello che è successo fa parte delle azioni di riappropriazione degli strumenti di lavoro decise dalle assemblee generali dei lavoratori che hanno rivendicato delle azioni sulla rete elettrica. In questi casi vengono scelti dei bersagli precisi, anche se viste le ramificazioni della rete ci possono essere degli effetti collaterali. Di solito si parla di tagli molto corti, di circa mezz’ora, anche perché la riattivazione della rete è molto rapida. Generalmente vengono colpite le organizzazioni statali come prefetture o i municipi, ad esempio. Ma anche alcune aziende dove abbiamo constatato che non vengono rispettati i diritti dei lavoratori o che vengono messe in difficoltà dal comportamento degli azionisti.

Questo tipo di azione è frequente in Francia?

Non è una cosa così comune e mostra bene la determinazione dei lavoratori che sanno, appunto, che non è una cosa normale. Per noi è sempre un peccato arrivare a questo punto ma preferiamo preparare delle azioni coordinate e gestite correttamente piuttosto che ritrovarci con dei lavoratori del settore che magari prendono l’iniziativa per i fatti loro. Perché c’è una vera collera che sta salendo e il governo deve capirlo. Azioni di questo tipo servono per far sentire il peso dei lavoratori e far vedere la loro determinazione al governo.

Nei prossimi giorni le proteste continueranno. Dal canto vostro cosa farete? Pensate di fare altre azioni di questo tipo?

I lavoratori hanno già detto che non intendono lasciare la presa. Sicuramente ci saranno altre azioni durante le feste, magari non di questo tipo e probabilmente non così importanti, ma sicuramente ci saranno delle azioni interprofessionali. E prevediamo di fare di tutto per rilanciare la contestazione a gennaio.

Foto tratta dalla pagina Facebook della CGT-Paris

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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