Bandiere di Rifondazione Comunista


Francesco Cecchini

ELEZIONI REGIONALI 2020 IN VENETO.
Il 2020 sarà lanno delle elezioni regionali in Veneto, la data del voto dovrebbe cadere nel mese di maggio.
I sondaggi danno un’ampia vittoria al leghista Luca Zaia della Lega, che ha appena svolto un congresso per definire il cambio di nome in Lega per Salvini Premier, creando dei dissensi, più o meno accentuati, innanzitutto in Veneto: da Gentilini, nettamente contrario, a Da Re e Gobbo che hanno affermato che alle elezioni in Veneto verrnno mantenuti i vecchi simboli.I candidati della Lega al consiglio regionale veneto sono ancora da definirsi. Nel PD non vi è ancora unità sui candidati consiglieri e sullo sfidante di Zaia; sembra sia il capogruppo in consiglio regionale Stefano Fracasso anche se negli ultimi tempi si sono fatti i nomi pure del vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, di Variati, De Menech e del segretario regionale Bisato. Per scegliere l’anti Zaia l’eurodeputata Alessandra Moretti ha proposto delle primarie, aperte a tutte le componenti del centrosinistra e anche della sinistra, compresi il movimento sardine e il friday for future. Inoltre ha messo in evidenza alcuni sindaci civici vicini al PD, Giordani, Massaro e Gaffeo. Sembra che Azione di Calenda, che alle scorse europee ha ottenuto un buon risultato, sia disposta a partecipare alle primarie proposte da Alessandra Moretti. Articolo Uno con una nota ufficiale ha dichiarato la disponabilità ad appoggiare Guido Lorenzoni, nel caso venisse candidato a presidente della regione Veneto. Non sono ancora definiti programmi ed eventuali candidati di Italia Viva di Matteo Renzi, che ha in Veneto la senatrice Daniela Sbrollini e la deputata veneziana Sara Moretto. M5s affiderà alla piattaforma Rousseau la scelta dei candidati ed anche in Veneto è in crisi di consensi e ha perso pezzi, la consigliera regionale Patrizia Bertelle non è più grillina. Grande è la confusione sotto il cielo della destra. Forza Italia, ridotta in poltiglia corre il rischio di non riuscire neppure a comporre una lista. Il partito di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia in Veneto, come altrove, è in crescita di consensi, ma è dilaniato dalla lotta intestina fra il segretario reionale, Sergio Berlato, ed Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro.
LEGGE ELETTORALE.
Vale la pena ricordare la legge elettorale veneta. Per le elezioni regionali in Veneto si vota con una legge elettorale del 2012 che è stata in parte modificata nel maggio 2018. Non è previsto un ballottaggio, verrà eletto governatore il candidato che oterrà un solo voto in più rispetto agli altri candidati .Lo Zaiatellum come è chiamata la legge elettorale è un sistema di voto proporzionale che prevede lassegnazione di un premio di maggioranza: nel caso di un candidato che ottiene più del 40% dei voti, a questo gli verrà attribuito il 60% dei 50 seggi in totale. Per una coalizione la soglia di sbarramento è del 5% dei voti, mentre per le liste singole è il 3%. Per quanto riguarda i consiglieri è stato eliminato il vincolo dei due mandati. E’ possibile per un elettore fare un voto disgiunto:per un candidato alla carica di Presidente della Giunta regionale e per una delle altre liste a esso non collegate ed esprimere una doppia preferenza per i candidati consiglieri, che però devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista, un uomo e una donna o viceversa, pena lannullamento della seconda preferenza.
RIFONDAZIONE COMUNISTA E LE REGIONALI 2020 IN VENETO.
Dal 5 dicembre Rifondazione Comunista ha aperto la campagna sociale con decine di presidi e volantinaggi in tutta Italia che sono diventati centinaia in una settimana. La dichiarazione in merito di Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista — Sinistra Europea è stata la seguente:
Abbiamo scelto di dare inizio alla campagna nella data del 5 dicembre in contemporanea con lo sciopero generale in Francia contro la riforma delle pensioni di Macron. I lavoratori francesi difendono il diritto di andare in pensione a 62 anni e il sistema retributivo. Mentre in Italia si vuole eliminare una misura minimale come quota 100 i francesi rivendicano di abbassare la soglia per andare in pensione a 60 anni. Anche in Italia torniamo a rivendicare con forza labolizione della legge Fornero e perlomeno il diritto per tutti di andare in pensione a 62 anni, anzi per le donne prima con annualità di vantaggio. Le lotte francesi dimostrano che è possibile rifiutare le controriforme neoliberiste antipopolari. Con la nostra campagna indichiamo i contenuti del cambiamento reale di cui ci sarebbe bisogno nel nostro paese. Purtroppo il governo risulta del tutto inadeguato prigioniero di unimpostazione programmatica neoliberista. Lo dimostra il surreale dibattito sul Mes in cui il PD di nuovo assume il ruolo di rappresentante in Italia della governance neoliberista europea. Non si ferma lavanzata della destra se non si mettono il centro i bisogni e i diritti di lavoratrici e lavoratori. Occorre una svolta, quella che il governo si rifiuta di fare. Rifondazione Comunista propone di
–cancellare legge Fornero, Jobs Act e tutte le altre norme che hanno precarizzato il lavoro,

  • reintrodurre articolo 18 e garantire salario minimo orario di 9 euro a tutte/i,
  • estensione reddito minimo garantito,
  • tassazione grandi ricchezze e patrimoni e forte progressività fiscale, stop grandi opere inutili, taglio spese militari e stop allacquisto degli F35. per finanziare sanità, scuola, politiche sociali che abbia al centro la riconversione ecologica e la messa in sicurezza del territorio.
    Nelle strade, nelle piazze, davanti ai luoghi di lavoro ricostruiamo una sinistra antifascista popolare e un movimento per lalternativa.

Maurizio Acerbo


In armonia con questa dichiarazione il segretario regionale del Partito di Rifondazione Comunista del Veneto, Paolo Benvegnù, ha annunciato in una conferenza stampa la candidatura alle elezioni regionali del 2020 a cui lattuale governatore leghista Luca Zaia si candiderà per un terzo mandato: ” Sono stato spinto da molte realtà ambientaliste dal mondo del lavoro, dalle inquiline e inquilini che hanno partecipato alle lotte sullultima legge regionale sulle case popolari. Noi abbiamo accettato perché vogliamo dare una risposta chiara, non ambigua, sullambiente, sul lavoro, sui temi cari ai cittadini e cittadine. Il no alle grandi opere deve essere chiaro e netto. Noi avanziamo anche una proposta fiscale, oltre a chiedere una lotta allevasione fiscale vera che in Veneto è importante e arriva a 10 miliardi di euro. Una quantità enorme di soldi. Noi proponiamo di reintrodurre lIrpef regionale, non per finanziare la Pedemontana come voleva Zaia, ma per sostenere le politiche abitative, le politiche sociali e creare nuove opportunità di lavoro per i giovani.”
Video di Paolo Benvegnù (segretario regionale Prc) durante la conferenza stampa di stamane, in Sala Gruppi del Comune di Padova.
https://www.youtube.com/watch?v=2oTTEDcE-_E

Paolo Benvegnù


Sabato 21 dicembre il Partito della Rifondazione Comunista ha lanciato a Padova in un’assemblea regionale nella sala Nilde Iotti la proposta politica per le prossime elezioni regionali in Veneto. Naturalmente la proposta è addattata alle condizioni specifiche del Veneto: no alla Pedemontana, al MOSE, alla privatizzazione della Sanità e così via.
Hanno partecipato attiviste e attiviste di vertenze ambientali No Pfas, No Tav, No Pedemontana, No Grandi navi in laguna, No Olimpiadi a Cortina, delegate e delegati nei luoghi di lavoro, attiviste e attivisti dei Comitati di inquilini contro la legge regionale su edilizia residenziale pubblica.
Per quanto riguarda il candidato a presidente del Veneto non sono ancora fatti nomi, ma in un recente articolo pubblicato dal Gazzettino si afferma che tra le ipotesi in campo potrebbe esserci quella della padovana Daniela Ruffini, già assessore alle Politiche abitative nella giunta di centrosinistra guidata da Flavio Zanonato e, attualmente, consigliera di Coalizione civica in Comune a Padova. Ruffini, tra le alte cose, ha alle spalle una lunga esperienza nelle lotte per il diritto alla casa.

Daniela Ruffini

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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