Nemmeno il tempo di metter piede nel 2020 e Trump rischia di scatenare una nuova guerra, disponendo l’omicidio del generale iraniano Soleimani.
L’omicidio di Soleimani, avvenuto poche ore fa presso l’aeroporto di Baghdad, sarebbe stato infatti ordinato dal presidente statunitense stesso, secondo quanto affermato dal Pentagono.
Mentre Trump esulta con una bandierina a stelle e strisce 🇺🇸 su Twitter, la Guida Suprema iraniana Khamenei promette che Teheran non starà a guardare la morte di uno dei suoi uomini chiave.
Per l’Iran, infatti, l’omicidio di Soleimani rappresenta molto più che la perdita di un importante comandante militare; il generale era un’icona culturale, che rappresentava l’orgoglio nazionale e la resistenza dinanzi agli USA e alle sue sanzioni.
Per tanti, inoltre, era l’uomo che aveva permesso di sconfiggere l’ISIS 🏴 in Iraq.
Le morti di Soleimani, Muhandis e altri 5 rischiano di essere un punto di svolta in Medio Oriente.
La reazione promessa da Khamenei arriverà, che sia dall’Iran 🇮🇷 stesso o da qualche alleato regionale (ad es. da forze presenti in Libano🇱🇧 o Siria 🇸🇾). E sarà contro gli interessi USA o israeliani 🇮🇱.
Il rischio di essere risucchiati in una nuova guerra è concreto. Ora, più che arrovellarci sul se Trump sia consapevole della spirale che potrebbe innescare, più che discutere infinitamente sulla violazione del diritto internazionale che comporta un omicidio di un comandante di un Paese contro cui non c’è alcuna dichiarazione di guerra, perpetrato in un Paese terzo, l’Iraq, dovremmo chiederci: cosa farà / cosa sta facendo il nostro governo, la nostra classe dirigente per evitare altre stragi? E visto che la risposta la sappiamo già, sorge subito un’altra domanda: cosa possiamo fare e faremo noi per fermare la guerra?
P.s.: Nella foto quel che rimane della auto su cui viaggiava Soleimani dopo l’attacco del drone.
Giuliano Granato, Coordinamento Nazionale di Pa!
Potere al Popolo