Giulio Chinappi

Manca oramai solamente l’ufficialità per la nascita del nuovo governo austriaco, composto da un’inedita alleanza tra conservatori ed ecologisti. La soluzione ha suscitato lo scetticismo del Partito Comunista.

Nei prossimi giorni, l’Austria dovrebbe finalmente avere un nuovo governo. Dopo le elezioni dello scorso 29 settembre, sono infatti stati necessari ben tre mesi di contrattazioni per raggiungere una soluzione. Salvo imprevisti dell’ultimo momento, il nuovo esecutivo del Paese alpino sarà guidato da Sebastian Kurz, già premier fino alla crisi politica dello scorso maggio. Il leader del Partito Popolare Austriaco (in tedesco Österreichische Volkspartei, ÖVP) ha infatti raggiunto l’accordo con Werner Kogler, segretario della formazione ecologista I Verdi – L’alternativa verde (Die Grünen – Die Grüne Alternative).

Questa inedita alleanza, seppur già sperimentata nel Land del Vorarlberg, potrà controllare il Bundestag grazie ai 71 seggi conquistati dai popolari alle elezioni legislative ed ai ventisei scranni degli ecologisti, che hanno ottenuto il miglior risultato di sempre, per un totale di 97 deputati su 183. Secondo il Salzburger Nachrichten, i posti di ministri degli interni, degli esteri, delle finanze, dell’economia, dell’istruzione e dell’agricoltura saranno assegnati ai membri ÖVP, mentre i posti di ministri delle infrastrutture, dell’ambiente, della giustizia, della sanità e degli affari sociali andranno a i verdi.

Il giorno di Capodanno, alle 22:00 ora locale, in un’apparizione televisiva congiunta, Sebastian Kurz e Werner Kogler hanno annunciato la conclusione positiva dei colloqui sulla coalizione e la formazione di un nuovo governo congiunto, con il rilascio del programma ufficiale del governo il 2 gennaio. La nomina del nuovo governo, che deve passare per le mani del presidente federale Alexander Van der Bellen, dovrebbe avvenire martedì 7 gennaio.

L’annuncio dell’accordo di governo ha suscitato le immediate reazioni del Partito Comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ), assente dal Bundestag federale, ma reduce da un ottimo 6% ottenuto alle elezioni in Stiria. Claudia Klimt-Weithaler, leader dei comunisti stiriani, ha infatti dichiarato che “non bisogna avere illusioni: questo sarà un governo conservatore con qualche tocco di verde”. “La riforma della legge sull’affitto annunciata dall’ÖVP”, ha continuato Klimt-Weithaler, “è una vera minaccia per molti. L’ÖVP ha dimostrato più volte di essere dalla parte di coloro per i quali vivere non è un diritto umano, ma un settore commerciale”.

La critica dei comunisti si muove soprattutto nei confronti di coloro che, a sinistra, hanno visto positivamente questa inedita alleanza nero-verde, considerandola comunque migliore di quella del precedente governo Kurz, dove l’ÖVP aveva formato una coalizione tutta di destra con i nazionalisti del Partito della Libertà Austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ), poi saltata in seguito agli scandali che hanno travolto la formazione di Norbert Hofer. Come sottolineato da Klimt-Weithaler, le dichiarazioni di matrice ecologista e progressista dei verdi rischiano di restare vuota retorica di fronte al peso maggiore dei popolari all’interno del governo e nelle istituzioni che contano, compresi i servizi segreti. “In ogni caso, non misureremo il nuovo governo su ciò che dice, ma su ciò che farà”, ha concluso.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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