Manifestazione a Theran contro gli USA per l’assassinio di Qassem Soleimani


TRADOTTA PER AFV DA FRANCESCO CECCHINI


Il link con l’originale della lettera è il seguente:
https://www.veteranstoday.com/2020/01/03/letter-to-president-trump-on-the-assassination-of-qassem-soleimani/

AL PRESIDENTE TRUMP SULL’ASSASSINIO DI QUASSEM SOLEIMANI.
Caro Presidente Trump:
Il Presidente ha ordinato ieri l’assassinio del comandante iraniano Maggior Generale QassemSoleimani, l’eroe di oltre l’80% degli iraniani. L’azione del Presidente indica una colossale intensificazione delle controversie tra Iran e Stati Uniti. Minaccia di immergere il Medio Oriente in una guerra devastante che danneggia cittadini americani, iraniani e mediorientali in una misura in cui il mondo non ha assistito dalla seconda guerra mondiale. Secondo tutti gli standard ragionevoli, l’azione sconsiderata degli Stati Uniti è l’atto americano più ostile della barbarie nella regione dall’inizio dell’invasione del Medio Oriente. Il Maggior Generale Soleimani è stata la spada dell’Iran nella lotta contro l’ISIS e altri gruppi terroristici creati dal nostro governo ( NdT governo degli Stati Uniti) e dai nostri “alleati” in Medio Oriente. Noi, un gruppo di 253 Americani Iraniani e studiosi americani, oppositori delle armi di distruzione, scriviamo per esprimere la nostra protesta nei termini più forti alla vostra azione incostituzionale e spregevole. L’escalation della tensione è dovuta al suo non rispetto dell’Accordo Nucleare con Iraniano dell’8 maggio 2018, successo di politica estera del Presidente Barack Obama. L’imposizione di sanzioni disumane a 81 milioni di cittadini rappresenta una carneficine e gangsterismo internazionali contro una nazione pacifica. In tal modo, il Presidente ha spinto il nostro Paese (NdT Stati Uniti) verso una guerra con l’Iran, ha separato gli Stati Uniti dai suoi partner occidentali e ha messo in dubbio i pericolosi negoziati nucleari con la Corea del Nord. Dal 2001, tra acuti momenti di crisi, gli Stati Uniti sono andati inirezione opposta alla ricerca di pace. Secondo tutte le norme ragionevoli, gli Stati Uniti sono stati la critica radice delle turbolenze globali. L’anno scorso, uno studio del Pew Research Center ha scoperto che quasi la metà dei cittadini del mondo considera gli Stati Uniti “una grave minaccia” per le loro nazioni, quasi il doppio delle attitudini ostili che Pew aveva riscontrato nel 2013. La principale causa di instabilità sono state le azioni per instaurare dittature del Governo degli Stati Uniti; espressamente, i cambi di regime in tutto il mondo in violazione delle sovranità nazionale.I l colpo di stato iraniano del 1953, organizzato dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, estromise il primo ministro democraticamente eletto Mohammad Mosaddegh. Dal 1953, la politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran è stata impietosa, dolorosa, disastrosa e vergognosa, soprattutto dopo la rivoluzione del 1979. Il Presidente non ha strategia, nessuna ragione e nessun punto per fare una guerra con l’Iran. Per favore, smetta di mettere in pericolo la vita, il sudore e il lavoro degli Stati Uniti e dei cittadini Iraniani a favore di Israele e dei regimi terroristici arabi secolari, espressamente dell’ Arabia Saudita.
Grazie.
Rispettosamente, Akbar Montaser, Professor Emeritus George Washington University, Washington, DC Amestp@aol.com
Dal nobile poeta sufi Rumi del XIII secolo:

“Vado in una sinagoga, in una chiesa e in una moschea, e vedo lo stesso spirito e lo stesso altare.”

Qassem Soleimani

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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