Inizia male il 2020, nuova tragedia sui luoghi di lavoro. Nella fabbrica della Sevel di Castel di Sangro è morto un giovane operaio, Cristian Perilli
Il nuovo anno comincia come si è chiuso quello precedente. Si chiamava Cristian Perilli ed è la prima vittima per incidente sul lavoro del 2020. Aveva 29 anni. Operaio della ditta Sinergia è rimasto schiacciato da un supporto di ferro cadutogli addosso mentre stava sostituendo un tirante ad un discensore. Inutili sono stati i tentavi di soccorso degli operatori del 118.
L’incidente è avvenuto nella fabbrica di Atessa in provincia di Chieti. La struttura in questi giorni era chiusa per le ferie natalizie, ma erano in corso lavori di manutenzione per conto della Comau, società del gruppo FCA. Il giovane di Pignataro Interamna (Frosinone) era un dipendente della ditta esterna che svolgeva i lavori. Probabilmente si è trattato di una fatalità. Ora resta il dramma, Cristian, uscito di casa per andare al lavoro, non vi farà mai più ritorno. Tutto questo è inaccettabile. Siamo nel 2020, nell’era dei computer, dell’informatizzazione, della robotica, eppure si continua a morire di e per il lavoro.
Le leggi ci sono, ciò nonostante si ripetono gli incidenti ed i lavoratori continuano a subire infortuni o contrarre malattie e nei casi più gravi a perdere la vita. Prevenzione e controlli evidentemente non sono sufficienti o non sono adeguati. No, non ci si può rassegnare ad assistere a queste tragedie. Il lavoro deve essere un mezzo per vivere una vita dignitosa, non diventare una dramma. Occorre fare di tutto per evitare gli incidenti sul lavoro, se necessario si prendano misure eccezionali, ma bisogna intervenire.
E’ indispensabile mettere al centro del processo produttivo il lavoro ed i lavoratori così come fece negli anni Sessanta Andrea Olivetti. Fu considerato un utopista. Nella sua ‘idea’ di impresa c’erano i lavoratori con le loro famiglie. Sicurezza, cultura e creatività erano punti essenziali dell’organizzazione produttiva. Ecco cosa affermava: ‘La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica, giusto? Occorre superare le divisioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. A volte, quando lavoro fino a tardi vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere un saluto pieno di riconoscenza’.
Prima la vita dei lavoratori, poi il profitto.
Fonte ansa.it