Ricordate lo storico slogan della sinistra extraparlamentare italiana negli anni ’70: “lavorare meno, lavorare tutti”? In Finlandia (e non solo) sta per diventare realtà.
Sanna Marin, la premier finlandese, attualmente il Capo di Stato più giovane al mondo, ha proposto una drastica riduzione dell’orario di lavoro: 6 ore per quattro giorni a settimana, a parità di salario: “Una settimana lavorativa di quattro giorni, di sei ore ciascuno, con lo stesso stipendio – ha detto Sanna Marin – potrebbe essere il prossimo passo per la Finlandia. Otto ore sono davvero l’unica scelta possibile? Credo che le persone meritino di trascorrere più tempo con le loro famiglie, con i propri cari, dedicandosi agli hobby e altri aspetti della vita, come la cultura. Questo potrebbe essere il prossimo passo per noi”.
Attualmente la giornata lavorativa in Finlandia è costituita da 8 ore lavorative per 5 giorni a settimana, esattamente come (dovrebbe essere) in Italia.
Ma la Finlandia della giovanissima Sanna Marin, non è l’unico paese europeo ad andare verso la direzione della riduzione delle ore lavorative a parità salariale: Nel febbraio del 2018, nella regione tedesca del Baden Wuerttemberg è stato firmato un accordo collettivo che copre circa 900.000 metalmeccanici ed elettrici tedeschi per la riduzione dell’orario di lavoro a 28 ore, seppur con qualche (minima) penalizzazione sulle retribuzioni. Anche in Svezia, nella città città di Goteborg, è stato ridotto l’orario di lavoro a sei ore al giorno ai dipendenti dell’ospedale municipale, senza variazioni allo stipendio.
I primi riscontri in questi casi sono stati molto positivi: deciso aumento della produttività del personale, che ha compensato la riduzione di ore lavorative a parità di costo del lavoro per l’impresa, aumento del benessere del personale e aumento della soddisfazione dei clienti/pazienti.
Sarà mai possibile aprire una discussione del genere anche in Italia?