Quarantesettesimo venerdì ad Algeri

Francesco Cecchini

47° VENERDI’ DI MOBILITAZIONE IN ALGERIA: L’ HIRAK CONTINUA A MANTENERE LA PRESSIONE.

Ad Algeri sotto una leggera pioggia, molte migliaia di manifestanti hanno cantato lo slogan “Asseguas Amegaz, El Hirak Rahou labass!” (Buon anno! L’hirak sta andando bene). La mobilitazione popolare  resiste e continua la sua lunga marcia verso la libertà e il cambio di regime. Questo 47esimo venerdì è stato come i precedenti un vero laboratorio d’idee. La marcia è stata accompagnata da dibattiti e discussioni sul futuro dell’insurrezione dei cittadini di fronte alla nuova situazione politica, nata dopo le elezioni presidenziali del 12 dicembre scorso. La grande e classica domanda: che fare contro un Presidente che lancia la revisione della Costituzione nel dibattito pubblico? I manifestanti che hanno respinto e l’elezione del Presidente della Repubblica e il suo governo, ribadendo il rifiuto della Costituzione, che ol presidente Abdelmadjid Tebboune vuole fare e che ha istituito una comissione di esperi con l’obiettivo di elaborare proposte.

Si sono sentiti slogan ostili al regime, come “Potere assassino!” e  “Sistema vattene!” I due partiti politici RND e FLN sono stati chiamati traditori. Inoltre è stata ricordata la corruzione diffusa 

Come ogni settimana, il rilascio dei detenuti dell’ Hirak che languiscono nelle carceri è stato richiesto dai manifestanti,  che hanno esposto  striscioni con i ritratti dei prigionieri: Louisa Hanoune, Karim Tabbou, Samir Belarbi e Fodil Boumala ed altri. I manifestant hanno gridato e  cantato: “La giustizia sia libera, liberate gli ostaggi!”

E’ stata attaccata anche l’asservimento della stampa di regime e la censura. A causa della censura sono ancora bloccati Papicha e Abou Leila due film prodotti nel 2019. Due esempi, tra altri.

Nel centro della capitale, le forze di polizia hanno creato una rete di controllo impressionante, che ha coperto sia i viali principali che le strdine. Tutto questo sotto i rumori incessanti degli elicotteri che hanno appoggiato con la sorveglianza aerea le forze di polizia a terra.

Assieme ad Algeri l’hirak si è mobilitato nelle principali città dell’Algeria: Tizi Ouzou, Béjaïa, Constantine, Bouira ed anche in piccoli centri come Tiaret, Guelma, Tebessa ed altri.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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