di Natylie Baldwin
C’è stata una grossa ristrutturazione questa settimana nella politica interna russa. E’ stata avviata con il discorso annuale del presidente Vladimir Putin all’Assemblea Federale agli inizi della settimana, appuntamento che solitamente ha luogo in primavera, non a gennaio. Tra altri temi, Putin ha annunciato le modifiche che voleva applicare alla Costituzione russa, che aveva telegrafato durante la sua sessione di domande e risposte a dicembre. A ciò hanno fatto seguito le dimissioni del primo ministro Dmitry Medvedev (insieme con il suo governo) e la nomina di Mikhail Mishustin al suo posto.
Tuttavia, prima di passare ai dettagli di questa svolta degli eventi, è importante esaminare quali siano stato le priorità di Putin per la Russia da quando è salito al potere, il che contribuirà a porre questi eventi più recenti in un contesto più ampio.
Come ho discusso più volte in passato, la Russia era sull’orlo di diventare uno stato fallito nel 2000, quando Putin ha preso il timone. C’erano crisi in ogni principale area del governo statale: l’esercito era nel caos, l’economia era crollata, la criminalità era rampante, una massiccia povertà pervadeva il paese, e i russi stavano vivendo la peggiore crisi di mortalità dopo la Seconda guerra mondiale.
Le tre priorità di Putin
Avendo studiato l’amministrazione di Putin e come la Russia se la sia passata negli ultimi due decenni in cui egli ha governato, è chiaro che egli aveva tre priorità principali per la Russia, nell’ordine seguente:
- assicurare la sicurezza nazionale e la sovranità della Russia quale nazione indipendente. In scritti precedenti ho spiegato l’importanza della sicurezza nazionale per i russi in conseguenza della loro storia e geografia;
- migliorare l’economia e il tenore di vita dei russi; e
- la graduale democratizzazione del paese.
Queste tre priorità sono riflesse nel discorso di questa settimana all’Assemblea Federale, che è l’equivalente dell’annuale discorso sullo stato dell’unione del presidente statunitense. Putin ha ribadito al suo pubblico che la prima priorità della sicurezza nazionale e della sovranità statale è stata assicurata:
“Per la prima volta da sempre – voglio sottolineare questo – per la prima volta nella storia delle armi nucleari missilistiche, compreso il periodo sovietico e i tempi moderni, non stiamo inseguendo nessuno ma, al contrario, altri principali paesi devono ancora creare le armi che la Russia già possiede. La capacità di difesa del paese è garantita per decenni a venire, ma non possiamo riposare sugli allori e non fare nulla. Dobbiamo continuare a progredire, osservando e analizzando attentamente gli sviluppi in quest’area in tutto il mondo, e creare sistemi e complessi bellici di prossima generazione. Questo è ciò che stiamo facendo oggi.”
Putin prosegue sottolineando che il successo in questa prima priorità consente alla Russia di concentrarsi ancor più seriamente sulla seconda priorità:
“Una sicurezza affidabile crea le basi per lo sviluppo progressista e pacifico della Russia e ci consente di fare molto di più per superare le sfide interne più pressanti, di concentrarci sulla crescita economica e sociale di tutte le nostre regioni nell’interesse del popolo, perché la grandezza della Russia è inseparabile dalla vita dignitosa di ogni cittadino. Considero questa armonia di una forte potenza e di un forte benessere del popolo le fondamenta del nostro futuro”.
Alla luce delle terribili condizioni di vita ereditate da Putin nel 2000, egli ha certamente fatto un lavoro rimarchevole nel decennio successivo per ridurre la povertà, migliorare le infrastrutture, ripristinare il pagamento regolare delle pensioni e aumentarne l’importo, aumentare i salari, ecc. I russi, che concordino o no con tutto ciò che Putin fa, indipendentemente da quanto possano finire frustrati nei suoi confronti su problemi particolari, sono gli sono generalmente grati per questa svolta nel loro paese. Questo progresso nella sua seconda priorità ha sostenuto le sue percentuali di approvazioni, che non sono mai scese sotto 60.
Ma i suoi commenti durante il suo discorso hanno riflesso un successo eterogeneo attualmente, poiché le condizioni economiche dei russi sono stagnate negli ultimissimi anni. Un fattore che vi ha contribuito sono state le sanzioni imposte dall’occidente in reazione alla riunificazione russa con la Crimea in conseguenza del colpo di stato del 2014 in Ucraina.
Putin ha compiuto un lavoro rispettabile nel proteggere l’economia russa dagli effetti peggiori delle sanzioni e persino nell’usarle per trarne vantaggio riguardo alla sostituzione delle importazioni nei settori agricolo e industriale. Tuttavia i sondaggi della popolazione hanno costantemente mostrato negli ultimi due-tre anni che i russi stanno perdendo la pazienza per l’assenza di miglioramenti del tenore di vita.
Un altro problema che sta limitando il progresso economico è il comportamento di burocrati locali che non attuano gli editti di Putin. Ad esempio, nei suoi discorsi del 2018 e 2019 Putin ha esposto un costoso piano di miglioramento economico basato su progetti infrastrutturali in tutto il paese nonché di miglioramento della sanità e dell’istruzione. Erano stati attuati stanziamenti di bilancio per questi progetti e i fondi erano stati messi a disposizione, ma molti sono stati realizzati solo parzialmente. Confermando ciò che è stato riferito in alcuni quartieri, Putin ha lamentato, durante il suo discorso, le carenze nella realizzazione di queste politiche.
Io penso che ciò sia collegato alle successive dimissioni del primo ministro Dmitry Medvedev che ora assumerà il ruolo di nuova creazione di vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, mentre il suo governo rimane con un ruolo temporaneo fino a quando non sarà formato un nuovo governo.
Medvedev non è stato particolarmente efficace da primo ministro ed è stato molto impopolare negli ultimi anni in mezzo a un vortice di sospetti di corruzione. E’ anche ideologicamente problematico poiché ha sempre sposato una politica economica neoliberista che non ha seguito presso la maggior parte del popolo russo a causa dell’esperienza degli anni Novanta, quando i capitalisti neoliberisti hanno impazzato. E’ anche privo del carisma e delle competenze di soluzione dei problemi di Putin.
Ma in tutta equità, nessun primo ministro avrà un compito facile in Russia se saranno necessari considerevoli cambiamenti o una transizione sarà ancora in corso. In tutta la storia della Russia, ogni volta che leader hanno voluto riformare il sistema hanno sempre incontrato il problema dell’attuazione in termini della burocrazia. O per malevolenza, o per timore di perdere benefici percepiti, o per inerzia o per incompetenza, i burocrati scendendo la catena non mettono sempre in atto efficacemente o coerentemente le riforme. Putin ha denunciato più volte l’intransigenza di burocrati locali e il suo effetto negativo sui cittadini medi al cui servizio dovrebbero essere.
Non si sa molto dell’immediato sostituto di Medvedev, Michail Mishustin, salvo che è un ex uomo d’affari e che è stato a capo del Servizio Fiscale della Russia dal 2010. Nella sua carica di guida dell’agenzia fiscale è tenuto in positivo riguardo, accreditato di aver modernizzato e semplificato lo storicamente oneroso sistema di incasso delle imposte.
La terza priorità di Putin è stata la graduale democratizzazione del paese. Putin è spesso descritto in occidente come un autocrate e un dittatore. Tuttavia, come ho scritto in passato, ci sono molte riforme democratiche che sono state attuate sotto Putin e che sono spesso ignorate dai media e dagli analisti occidentali. Non è che la democrazia non sia stata una priorità per Putin, è che ha dovuto essere subordinata alle altre due priorità. Putin, come molti altri russi, è stato nervoso riguardo a una possibile instabilità. Con la storia di costanti rivolte negli ultimi 120 anni – due rivoluzioni, due guerre mondiali, numerose carestie, il Grande Terrore, e un collasso nazionale – ciò è comprensibile.
Putin ha ereditato un sistema di governo che comprendeva un presidente forte e un sistema parlamentare debole, così come riflesso nella costituzione del 1993 introdotta da Yeltsin, le cui origini sono spiegate qui. Putin ha usato efficacemente questo sistema nei suoi vent’anni al potere – 16 dei quali da presidente – per cercare di risolvere le varie crisi citate in precedenza. Tale forte potere centralizzato è necessario quando uno stato sta affrontando molteplici emergenze esistenziali.
A questo punto, io penso che Putin si renda conto che la Russia, pur avendo ancora considerevoli problemi da affrontare, non sia più in uno stato d’emergenza. Perciò non è più necessario mantenere lo stesso livello di potere concentrato nella carica della presidenza, che è aperto all’abuso da parte di futuri occupanti. Ecco che cosa ha detto Putin al riguardo:
“La società russa sta diventando più matura, responsabile ed esigente. Nonostante le differenze nei modi di affrontare i loro compiti, le principali forze politiche parlano dalla posizione del patriottismo e riflettono gli interessi dei loro seguaci ed elettori”.
Le riforme costituzionali che Putin prosegue a trattare includono l’assegnazione al parlamento del diritto di nominare il primo ministro e il suo governo, nessuna cittadinanza o residenza straniera per i principali detentori di cariche a livello federale (presidente, primo ministro, membri del governo, parlamentari, agenti della sicurezza nazionale, giudici, ecc.), ampliamento dell’autorità degli organi amministrativi locali e rafforzamento della Corte Costituzionale e dell’indipendenza dei giudici. Ha anche citato la codificazione nella costituzione di determinati aspetti di giustizia socioeconomica:
“E, infine, lo stato deve onorare la sua responsabilità sociale in tutto il paese in qualsiasi condizione. Perciò io credo che la Costituzione debba includere la previsione che il salario minimo in Russia debba non essere inferiore al livello minimo di sussistenza della popolazione economicamente attiva. Abbiamo una legge al riguardo, ma dovremmo formalizzare questa prescrizione nella Costituzione accanto ai principi di pensioni dignitose, il che implica un regolare aggiornamento delle pensioni secondo l’inflazione”.
In altri termini, Putin si rende conto che il sistema, così come attualmente costruito, ha superato la sua utilità e che alcuni modesti cambiamenti sono necessari per far continuare il paese a progredire. Nonostante le costanti sciocchezze che passano per notizie e analisi della Russia in occidente, la società civile è viva e in buona salute in Russia. Putin è cosciente delle iniziative a guida cittadina che si sono verificate in tutto il paese per migliorare le comunità locali e risulta che egli sia pronto a consentire maggiore spazio a tale partecipazione dei russi medi a risolvere i problemi riguardo ai quali la burocrazia ufficiale pare essere bloccata:
“La nostra società sta chiaramente chiedendo cambiamento. Le persone vogliono sviluppo e si sforzano di progredire nelle loro carriere e nel loro sapere, nel conseguire prosperità, e sono pronte ad assumere la responsabilità di compiti specifici. Molto spesso hanno una migliore conoscenza di che cosa, come e quando debba essere cambiato dove vivono e lavorano, cioè in città, distretti, paesi e in tutta la nazione”.
Il ritmo del cambiamento deve essere accelerato ogni anno e produrre risultati tangibili nel realizzare tenori di vita degni che siano percepiti chiaramente dalle persone. E, ripeto, esse devono essere attivamente coinvolte in questo processo”.
Come questi cambiamenti saranno concretamente istituiti e quale sarà il risultato è, ovviamente, ignoto al momento. Putin ha suggerito che il pacchetto finale delle modifiche costituzionali sarà votato dal popolo russo. Risulta anche che Putin si dimetterà effettivamente alla fine del suo mandato presidenziale nel 2023, ma rimane molto probabile che resterà in un attivo ruolo consultivo.
Diversamente dai motivi maligni che sono automaticamente attribuiti dalla classe politica occidentale a qualsiasi cosa faccia Putin, considero tutto questo un rischio calcolato che Putin è pronto ad assumere per attuare ulteriori progressi nella sua seconda e terza priorità per la Russia.
Natylie Baldwin è autrice di ‘The View from Moscow: Understanding Russia and U.S.-Russia Relations’. E’ coautrice di ‘Ukraine: Zbig’s Grand Chessboard & How the West Was Chekmated’. Ha viaggiato in tutta la Russia occidentale dal 2015 e ha scritto numerosi articoli basati sulle sue conversazioni e interviste con uno spaccato della società russa. Tiene il blog natyliesbaldwin.com.
Questo articolo è da natyliesbaldwin.com
da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Traduzione di Giuseppe Volpe