L’amministrazione di Verona, su proposta del presidente del consiglio comunale Ciro Maschio (FdI), ha intenzione di intitolare una strada al fondatore del Msi, Giorgio Almirante. La delibera è comparsa sull’albo pretorio il 16 gennaio, lo stesso giorno in cui il consiglio comunale ha deciso all’unanimità di dare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Inizialmente la strada doveva essere intitolata a Giorgio Gaber ma il parlamento cittadino ha votato la modifica. L’associazione «La città che sale» ha consegnato una lettera aperta al prefetto di Verona per invitarlo a non autorizzare il nuovo toponimo: «La proposta – si legge – espone l’intera città al ridicolo, oltre che alla indignazione, configurando una sorta di grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica. Almirante fu segretario di redazione della rivista “La difesa della razza”, convinto repubblichino in uno stato alleato alla Germania nazista, impegnato in posizioni apicali nella lotta antipartigiana.
Mai dichiarò pentimento verso le proprie responsabilità». Liliana Segre ha replicato tra ironia e indignazione: «Una via Almirante a Verona? povera strada. Mi chiedo se sia lo stesso comune a concedere a me la cittadinanza onoraria e poi a intitolargli una via. Le due scelte sono di fatto incompatibili per storia, per etica e per logica. La città, democraticamente, faccia una scelta. Le vie sono sempre quelle, i loro nomi cambiano a seconda delle stagioni ma non credevo proprio che questa fosse la stagione di Almirante. Pensavo, o mi illudevo, che fosse passata».
Il sindaco con simpatie di destra, Federico Sboarina, tira dritto: «È stata una decisione del consiglio comunale e adesso stiamo andando avanti ma non vedo problemi». E il vicepresidente del consiglio regionale di FdI, Massimo Giorgetti: «Le proteste di questa fantomatica associazione sono l’ennesima dimostrazione dell’odio politico e della totale mancanza di onestà intellettuale per la storia politica dell’Italia del dopoguerra». I 5S in regione Veneto si sono schierati sul fronte opposto: «Bene fa Liliana Segre a declinare la cittadinanza. Male, molto male fa l’amministrazione delle città scaligera a coccolare nostalgici fascisti per coccolare qualche misero consenso».
La vicepresidente dei deputati Pd, Alessia Rotta, attacca: «Con la proposta di dedicare una strada ad Almirante, firmatario del manifesto della razza del 1938, e contestualmente la cittadinanza a Liliana Segre, sopravvissuta a un campo di sterminio nazista, si raggiunge il culmine del più vergognoso doppiogiochismo. La giunta Sboarina meriterebbe il premio di amministrazione più opportunista d’Italia. Il comune si macchia di una responsabilità grave: un comportamento interessato che ferisce una città medaglia d’oro della Resistenza». E Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: «Stiamo vedendo l’ennesima pagina di ipocrisia di una parte della destra di questo paese, che continua a non fare i conti con la storia».