Montengro, un soldato italiano malmena un prigioniero che sta per essere fucilato


Francesco Cecchini

Copertina del libro L’Olocausto Rimosso. Contadini sloveni fucilati a Dane, Slovenia, il 31 luglio 1942 dal Regio Esercito Italiano doccupazione. Questa foto è stata diffusa come esempio delle violenze subite dalla popolazione italiana, una falsificazione. Si tratta esattamente del contrario.


“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943.
Da quando è stato istituito il 10 febbraio ,Giorno del Ricordo, sembra che la ricerca storica sugli eventi al confine orientale dItalia scarseggi, abbonda invece la propaganda neoirredentista, neofascista, etc.,etc., del tutto fuorviante. Per esempio, lunedì prossimo a Trieste per il «giorno del ricordo» arrivano nel sacrario delleccidio Gasparri, Meloni, Salvini e le loro truppe. Un convegno sul Narodni Dom attribuisce agli sloveni lincendio fascista (sic!). Insomma, le destre nostalgiche riscrivono la storia.


L’OLOCAUSTO RIMOSSO.
Ultimamente il sito Diecifebbraio.info ha informato sul libro L’Olocausto Rimosso di Michael Palumbo
Il link è il seguente:
http://www.diecifebbraio.info/2020/02/da-fascist-legacy-a-lolocausto-rimosso-il-libro-ritrovato-di-michael-palumbo/


Michael Palumbo è uno storico italo americano che ha avuto accesso a dossier dell’Onu sui crimini italiani in Etiopia, in Cirenaica, in Grecia e in Jugoslavia e indagò quindi sulle responsabilità dei fascisti. Per alcune ragioni fu boicottato, ignorato negli Stati Uniti ed aspulso dalla City University di New York, trovò più attenzione in Inghilterra,
La documentazione che trovò è alla base del suo libro L’Olocausto Rimosso, un atto d’accusa contro le milizie italiane, che mette in luce le atrocità commesse dai soldati italiani in Grecia, nelle colonie d’ Africa e in Jugoslavia.


Innumerevoli ed efferati furono i massacri ferocemente perpetrati tra il 1941 e il 1943 dai militari italiani nei confronti della popolazione jugoslava. Gli Italiani dal 1941 al 1943 in Jugoslavia applicarono come i nazisti la regola della rappresaglia contro le popolazioni civili, macchiandosi di gravissimi crimini.
Un articolo del 17 aprile 1992 di Simonetta Fiori dal titolo significativo Quel libro non si stampi, pubblicato su Repubblica racconta la vicenda editoriale del libro di Michael Palumbo.
Il link l’articolo è il seguente:
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/04/17/quel-libro-non-si-stampi.html


Polemiche e minacce di querela di personaggi come Giovanni Ravalli convinsero l’editore Rizzoli, dopo averlo pubblicato a non distribuirlo
Giovanni Ravalli, in Grecia nel 1941, divisione Pinerolo, venne accusato da Michael Palumbo di una serie di nefandezze. Aver seviziato a morte un poliziotto greco di nome Isaac Sinagoglou. Essere solito stuprare le donne delle quali aveva fatto imprigionare i fratelli, i mariti o i padri. Aver autorizzato la tortura di settanta prigionieri greci ,asportate porzioni di carne e versati olio bollente e sale nelle ferite. Il giornalista Giorgio Fabre intervistò l’ ex ufficiale Ravalli, allora prefetto in pensione dopo una rapida carriera nell’ amministrazione pubblica all’ ombra di Scelba e De Gasperi, che liquido il racconto come “Fantasie”, e minacciò querela, che impaurì l’editore Rizzoli.
Rimangono in giro poche copie, e comunque un’ eventuale ripubblicazione contribuirebbe a rompere il sostanziale silenzio sui crimini di guerra italiani nella seconda guerra mondiale, innanztutto in Jugoslavia occasione del 10 febbraio, giorno del ricordo.


L’EREDITA’ DEL FASCISMO.
Fascist Legacy (“L’eredità del fascismo”) è un documentario in due parti sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.
La prima parte tratta dei crimini di guerra commessi durante l’invasione italiana dell’Etiopia e nel Regno di Jugoslavia. Enfasi vi viene posta sull’impiego dell’iprite, o gas mostarda, da parte del Generale Pietro Badoglio, sui bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e sulle rappresaglie dopo un attentato contro l’allora Governatore italiano dell’Etiopia. La sezione che esamina l’occupazione della Jugoslavia cita gli oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati, 600.000 secondo il governo jugoslavo, e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe e sulle atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume.
La seconda parte tratta del periodo successivo alla capitolazione italiana nel 1943 e si rivolge principalmente all’ipocrisia mostrata tanto dagli USA quanto soprattutto dai britannici in questa fase. L’Etiopia, la Jugoslavia e la Grecia richiesero l’estradizione di 1.200 criminali di guerra italiani,i più attivamente ricercati furono Pietro Badoglio, Mario Roatta e Rodolfo Graziani, sugli atti dei quali fu fornita una completa documentazione. Entrambi i governi alleati videro però in Badoglio anche una garanzia per un dopoguerra non comunista in Italia, e fecero del loro meglio per ritardare tali richieste fino al 1947 quando i Trattati di Parigi restituirono la piena sovranità al paese: gli stati sovrani in genere non estradano i propri cittadini. L’unico ufficiale italiano mai perseguito e condannato a morte da un tribunale britannico fu un antifascista, Nicola Bellomo, responsabile della morte di prigionieri di guerra britannici. La voce narrante originale è di Michael Palumbo, storico americano autore del libro “L’olocausto rimosso”, edito -in Italia- da Rizzoli. Vengono inoltre intervistati gli storici italiani Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e il britannico David Ellwood.
Il link con il documentario è il seguente:

https://www.youtube.com/watch?v=2IlB7IP4hys


Michael Palumbo

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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