CIO’ CHE RISULTA EVIDENTE DAI TIMORI ECCESSIVI DELLA POPOLAZIONE ITALICA (E NON SOLO) PER UN FENOMENO NON ALLARMANTE COME UNA SINDROME INFLUENZALE E’ CHE LA CAPACITA’ MANIPOLATORIA DEI MEDIA E’ DAVVERO ALLARMANTE, DATO IL LIVELLO MOLTO BASSO DELLE COMPETENZE CULTURALI DELLA “GENTE”.
Naturalmente il disegno politico risulta evidente. L’influenza più virulenta in questi ultimi decenni ci è arrivata dagli States, provocando trecentomila decessi. Su questa né Repubblica et similia, né RAI et similia hanno sparato bordate di fuoco, tanto che non le è stato dato un nome da tenere a mente per evidenziarne la pericolosità. Tengo a sottolineare che anche in quel caso per una sindrome più pervasiva del coronavirus non era necessario creare il caos mediatico. Infatti i morti per influenza, a livello planetario, costituiscono un numero molto alto perché di influenza si muore se si è molto vecchi con già gravi patologie e in condizioni di povertà e non si usufruisce delle cure necessarie e di una situazione ambientale favorevole ( questo è il fatto veramente tragico: la morte che colpisce individui in situazioni di marginalità sociale, esclusi dalle adeguate coperture sanitarie ed igieniche).
Ma il coronavirus arrivava dalla Cina, Paese non ostile all’Occidente ma inviso dall’Occidente, data la sua impetuosa crescita economico-culturale che le consentirà nel giro di un ventennio di diventare la massima potenza planetaria, a meno che Israele/States/Gran Bretagna/UE non le scatenino una guerra nucleare e biologica per frenarne la crescita e la strategia economica fondata su un sistema misto pubblico-privato regolato da pianificazione con rigoroso controllo annuale nei vari “ministeri”, per non sprofondare nell’inefficienza, nello spreco, nella corruzione diffusa tipica delle economie neoliberiste…
Sia detto, per inciso, che si crei panico per una sindrome influenzale e non per i pericoli sempre più credibili di un conflitto nucleare (vedi i 100 secondi alla mezzanotte ipotizzati da un team di scienziati nucleari), per l’arrivo, grazie all’imbecillità dei personaggi politici che gravano nel panorama italiano, da Conte a Salvini, del MES che costerà un’estorsione di 500 miliardi dal Bel Paese con finanziarie pauperiste e con l’accaparramento dei risparmi in banca di correntisti e di piccoli azionisti , per le continue umiliazioni che il Paese riceve a causa della sua politica estera evanescente che si affida esclusivamente sulla benevolenza degli Stati Uniti e che riceve sberleffi da ogni dove ( vedi Algeria, Francia, Turchia), la dice molto chiaramente sullo stato delle cose di una nazione, di “un volgo disperso che nome non ha” 1)
Distrarre un popolo sprovveduto (si pensi al ridicolo fenomeno delle sardine di Prodi e di Benetton, molto gradite politicamente ai pescecani della finanza)) dall’abisso in cui sta sprofondando l’Italia, creare un tifo da stadio per due consorterie (una governativa, l’altra di finta opposizione), entrambe contro la sovranità popolare, entrambe servili attendenti della dittatura franco-tedesca in Europa, dittatura di provincia perché gestita a sua volta dalla Nato e dagli States, è credo, il compito degli agenti del neoliberismo e delle conseguenti formazioni sociali liquide, in qualunque forma si presentino, da intellettuali o da giornalisti, da sindacalisti o da politici.
E’ un compito che stanno eseguendo con grande perizia. Di fronte allo sfarzo e all’arroganza delle classi dominanti e alla stolidità di una piccola borghesia, ancora soddisfatta, anche se in perdita di qualche regalia, abbiamo una marea di povertà crescente, di lavoro umiliante e sottopagato, di rovine ambientali, di degrado culturale, una marea che viene emarginata anche nelle analisi teoriche, negli ambiti di studio, nelle relazioni sociali, negli orizzonti programmatici della politica, come se questa marea non facesse parte organica della nazione, come fosse un rifiuto di scarto da tenere lontano non solo dal salotto buono ma anche dai ritrovi più protetti e modesti della gente “per bene”…
Marx ce lo aveva profetizzato…Pasolini lo aveva, con insistenza, denunciato… e ci aveva ammonito che nella disgregazione e nell’abbrutimento del vivere umano, tutti quanti noi avremmo potuto perdere la nostra dignità, la nostra identità, il nostro esserci nel mondo
NOTE
1) Alessandro Manzoni, “Adelchi”
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