Il New Hampshire è con Bernie

Anche il secondo round delle primarie statunitensi relative al Partito Democratico si è concluso. Il voto di martedì 11 febbraio, del quale si stanno ancora scrutinando le ultime sezioni (al momento in cui scrivo siamo al 94% del totale), ha fondamentalmente confermato il trend già evidenziato in Iowa, la scorsa settimana, pur riservando qualche piccola sorpresa.

I candidati che si sono mossi meglio sono stati gli stessi che avevano dominato 8 giorni fa. Bernie Sanders e Pete Buttigieg sono saldamente in testa. Secondo i dati CNN, il senatore del Vermont si sarebbe aggiudicato la partita statale con il 26% dei voti; mentre l’ex sindaco di South Bend avrebbe concluso al secondo posto, forte di un 24,5% circa di preferenze. In soldoni, tra i due vi sarebbero circa 5000 voti di differenza. Questi dati, naturalmente, sono suscettibili di variazioni man mano che il conteggio proseguirà; non dovrebbero però più oscillare molto ormai.

Nel 2016, durante le scorse primarie nelle quali sfidava Hillary Clinton, Sanders aveva trionfato nel New Hampshire con un margine ben più largo (in fin dei conti, il Vermont confina con il New Hampshire e il 78enne socialista qui è di casa) ma come sappiamo questa volta la competizione è più frastagliata, ci sono più sfidanti e dunque l’elettorato è più diviso.

Gli inseguitori

Al terzo posto troviamo una sorpresa importante, capace di ribaltare gli equilibri rispetto a 8 giorni fa: Amy Klobuchar asfalta la concorrenza, a partire dalla terza arrivata in Iowa, Elizabeth Warren, e si piazza da sola al terzo posto. La differenza tra le due è sensibile, con Klobuchar che si è accaparrata oltre il doppio dei voti della senatrice del Massachusetts; lo scrutinio della CNN dice che la senatrice del Minnesota è oltre il 19% delle preferenze, contro il 9% di Elizabeth Warren.

In definitiva dunque, il New Hampshire non si è schierato con i radicali, o meglio, quei sono andati in gran parte a Sanders, con Warren che ha guadagnato solo un pugno di preferenze. Che sia l’inizio della fine per la senatrice del Massachusetts? Probabilmente Warren correrà ancora in qualche stato, per testare la fattibilità della sua corsa alla nomination. Qualora il polso dovesse sembrarle troppo fiacco, non è impensabile che si ritiri dando il proprio endorsement ad un Sanders che, ad oggi, è nettamente più lanciato di lei.

Klobuchar ha saputo mettere a frutto una grande performance durante l’ultimo dibattito tra i candidati, svoltosi lo scorso weekend nello Stato nel quale si sarebbero svolte le elezioni di martedì. I votanti ne hanno preso atto e l’hanno premiata, sostenendola in buon numero. Che sia lei la terza incomoda al picnic che Sanders e Buttigieg stanno apparecchiando?

Il tonfo di Joe Biden

Se dobbiamo parlare di grandi sconfitti, non possiamo che partire da Biden. Il vice di Obama era visto come il favorito all’alba delle primarie, eppure finora ha raccolto solo due buchi nell’acqua: un quarto posto in Iowa e un probabile quinto nel New Hampshire. Non sono certo piazzamenti da frontrunner, tanto che ormai è d’obbligo domandarsi: è davvero Biden il favorito? In campo moderato tanto Buttigieg quanto Klobuchar appaiono decisamente più forti. Non dimentichiamoci poi che, in un paio di settimane, entrerà in corsa Mike Bloomberg e anch’egli mira a tale serbatoio elettorale. C’è davvero spazio per Biden, in queste serrate primarie?

Per la cronaca, due candidati minori, Michael Bennett e Andrew Yang, hanno deciso di sospendere le proprie campagne. Il giovane imprenditore Yang ha dato il suo endorsement a Bernie Sanders.

Il conteggio dei delegati

Dal momento che lo scrutinio non è ancora terminato, non siamo in grado di dare un attendibile conteggio dei delegati. Per come stanno le cose al momento in cui si scrive, comunque, il conteggio recita quanto segue: Sanders e Buttigieg non escono dalla situazione di pareggio virtuale, guadagnandosi entrambi 9 delegati nel New Hampshire. Il buon risultato di Amy Klobuchar gliene assegna 6. In totale, dunque, vediamo al momento Buttigieg con 23 delegati e Sanders molto vicino con 21, mentre Klobuchar è ora terza, benchè sia piuttosto distante, con 7 delegati. Ricordiamo che sono proprio i delegati che assegneranno la nomination alla convention democratica, quella che a luglio ci dirà chi sarà lo sfidante di Donald Trump a novembre, per le presidenziali.

Vi sono ancora 9 delegati statali da assegnare, per cui potremmo avere qualche oscillazione a questi numeri, nel momento in cui l’articolo sarà pubblicato.

Dopo qualche giorno di stop, le primarie si sposteranno verso ovest, verso il Nevada, dove si voterà il 22 febbraio. dopo quell’appuntamento ci si scontrerà nella Carolina del Sud e poi arriveremo al 3 marzo, giorno attesissimo perché, durante il Super Tuesday, non solo vedremo l’effetto dell’offensiva di Bloomberg ma potremmo anche avere qualche ritiro importante. Siamo solo all’inizio ma la sfida è già viva.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

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