di Juan Cole
Il primo ministro israeliano provvisorio Benjamin Netanyahu, che è stato accusato di corruzione e ha presto di fronte un’elezione, si è appena vantato che il suo ministero degli affari strategici è riuscito a indebolire le protezioni della libertà di espressione del Primo Emendamento negli Stati Uniti esercitando pressioni su parlamenti statali perché approvassero leggi che vietano il boicottaggio di Israele.
Le leggi contro il boicottaggio del Vecchio Sud erano state usate contro Martin Luther King Jr e altri attivisti del movimento per i diritti civili per mantenere soggetti e segregati gli afroamericani. Il diritto di boicottare dirigenze per proteggere diritti civili fu confermato dalla Corte Suprema nel 1982 nella causa NAACP contro Clairborne Hardware.
Circa 28 stati USA hanno approvato leggi che vietano il boicottaggio di Israele e stanno tentando di punire tale azione negando contratti statali a tali persone.
Gilad Erdan è il capo del ministero degli affari strategici che è stato alla testa del tentativo di indebolire la Costituzione statunitense e di rendere illegale la critica della politica israeliana negli Stati Uniti. Tale sforzo risulterebbe assistito dal Mossad, lo spionaggio israeliano. Il Mossad spia intensamente Washington, D.C., e può disporre di informazioni compromettenti su politici statunitensi.
Il Comitato sugli Affari Pubblici USA-Israele, o AIPAC, è il principale strumento di tali pressioni della politica israeliana negli Stati Uniti e non è mai stato costretto a registrarsi come agente di uno stato estero, come prescrive la legge statunitense.
Andrebbe notato che le leggi contro il boicottaggio non puniscono solo aziende. La maggior parte degli stati tratta singoli individui che offrono loro servizi come aziende, descritte come “proprietari unici”. Docenti universitari invitati a parlare in campus negli stati che hanno queste orridi leggi sono stati richiesti di firmare dichiarazioni che non boicottano Israele, prima che fosse consentito loro di parlare. Queste procedure sono l’aggressione più pericolosa alla libertà di espressione negli Stati Uniti dall’era McCarthy.
La giornalista Abby Martin ha appena avviato una causa contro l’Università della Georgia per aver cancellato la sua apparizione come oratrice, quando ha rifiutato di firmare un impegno a non boicottare Israele.
Ho scritto recentemente che “negli ultimi 23 mesi i palestinesi di Gaza hanno dimostrato ogni settimana e cecchini dell’esercito israeliano hanno sparato contro 8.000 di loro, lasciando molti invalidi a vita e uccidendone più di 200 a colpi d’arma da fuoco. La maggior parte dei colpiti era costituita da dimostranti pacifici che non costituivano alcun pericolo, che semplicemente erano entrati una zona che l’esercito israeliano ha arbitrariamente dichiarato interdetta, anche se è all’interno di Gaza. Le vittime includono bambini, donne, medici, giornalisti e altri non combattenti nonviolenti.
Criticare queste politiche, cosa che fa chiunque sia preoccupato per i diritti umani nel mondo, non equivale a detestare gli ebrei. Il solo motivo per cui sorge la questione è che lobby israeliane e criminali organizzati del genere dei membri del Likud hanno tentato di aggirare ogni ostacolo alla loro spinta alla colonizzazione diffamando attivisti per i diritti umani quali fanatici per aver osato opporsi ai loro piani mostruosi.”
Come ho indicato: “non solo non sono imposte sanzioni contro Israele per questi palesi crimini di guerra, ma i legislatori negli Stati Uniti sono disposti a usare grandi forbici sulla Costituzione statunitense per conto del Partito Likud, proteggendolo da ogni tentativo della società civile di chiamarlo a rispondere”.
In reazione a tali crimini di guerra, compresa la colonizzazione israeliana della West Bank palestinese, la società civile di tutto il mondo ha adottato le tattiche del Movimento Boicottaggio, Sanzioni e Disinvestimenti (BDS) contro Israele. Hanno fatto in particolare ricorso a queste tattiche precisamente perché potenti governi mondiali si rifiutano di intervenire per fermare i crimini israeliani contro l’umanità.
Ho scritto in precedenza che “Ben Kesslen su NBC News ha riferito il College Tecnico Pulaski dell’Università dell’Arkansas ha cancellato le sue inserzioni sull’Arkansas Times di Little Rock, perché il proprietario, Alan Leveritt, non intende firmare un impegno che la sua azienda non boicotta Israele. Leveritt non boicotta Israele, ma considera incostituzionale una legge statale approvata in Arkansas e in 27 altri stati e preferisce rischiare la sua attività piuttosto che rinunciare ai suoi diritti del Primo Emendamento”.
La perdita del contratto statale è stata devastante per il giornale. E’ importante sottolineare che Alan Leveritt non boicotta Israele. Semplicemente rifiuta, in base al Primo Emendamento, di firmare un impegno che limita la sua libertà di espressione e che è imposto dal governo statale. L’Arkansas Times è un giornale di centro in uno stato conservatore, cosicché Netanyahu è riuscito a penetrare nel cuore degli Stati Uniti e a colpire la diversità dei loro media stracciando la Costituzione statunitense (sulla quale si basano le costituzioni statali quando si tratta di libertà di espressione).
In un disgustoso errore giudiziario la legge contro il boicottaggio è stata confermata da una corte inferiore in Arkansas con la motivazione che un boicottaggio non è né espressione né parola, il che contraddice il precedente della causa NAACP contro Clairborne Hardware (1982). L’appello è ora presso la Corte dell’Ottavo Distretto.
I boicottaggi economici sono stati sin dall’inizio parte integrante della lotta politica statunitense per la libertà. Ho tre parole per voi: Boston Tea Party. Che cosa si pensa stessero facendo i coloni americani quando gettarono nelle acque del porto 342 casse di tè britannico? Stavano boicottando, disinvestendo e sanzionando contro l’ingiustizia di Re Giorgio III:
Numerosi giudici federali hanno già ritenuto incostituzionali, in Kansas, Arizona e Texas, le leggi statali che tentano di punire aziende e individui per il loro boicottaggio di Israele.
Quando il Kansas ha licenziato l’insegnante mennonita Esther Koontz da un programma di addestramento di altri insegnanti a causa del suo rifiuto di certificare che non boicotta Israele (cosa che lei fa), l’ACLU ha portato il caso in giudizio e un giudice federale ha stroncato il regolamento del Kansas. Il parlamento statale lo ha poi riformulato in modo che colpisca solo le grandi imprese in determinate circostanze, cosa anch’essa incostituzionale, ma ha resto un po’ più improbabile che la legga colpisca tutti.
Netanyahu ha cercato di negare il lavoro a un’insegnante mennonita.
Le leggi contro il boicottaggio sono incostituzionali. Sono anche razziste, mirate a tenere soggiogati i palestinesi dalla pelle scura.
da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Informed Comment
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2020 ZNET Italy