Aggiornamento dai fronti siriani del 20-2-2020
Idlib, la giornata.
Come ho scritto oggi verso mezzogiorno, una forte offensiva è stata posta in essere da Al Qaeda affiancata da unità dell’esercito turco, stando alle immagini diffuse dai qaedisti medesimi, l’esercito turco ha schierato sia artiglieria mobile, di cui abbiamo anche un video, in queste immagini si vedono sia le fasi di supporto di artiglieria alle truppe qaediste di terra, qui sono le forze di Al Qaeda stesse a usare i cannoni per supportare l’attacco, in un altro video che non ho potuto scaricare, un drone mostrava i semoventi di artiglieria turchi T-155 “Firtina”, aprire il fuoco contro le postazioni siriane, questo naturalmente ne ha immediatamente fatto dei bersagli legittimi e come tali, l’aviazione russa, li ha colpiti uccidendo, stando alle dichiarazioni turche, solo due soldati e ferendone altri, bisogna vedere se poi sia un dato reale o fittizio per limitare le reazioni dell’opinione pubblica turca.
Erdogan si sta giocando davvero molto e non si tratta certo di Idlib, che non rappresenta affatto un interesse economico per il suo Paese, le poche industrie le hanno smantellate e portate in Turchia, le ferrovie sono state smontate per decine di Km e solo le vuote massicciate rimangono con le traversine di legno o cemento rimangono a fare bella mostra, numerosi trasformatori elettrici sono stati venduti per i metalli in essi contenuti e poco importa l’aver lasciato al buio migliaia di persone, le orde di qaedisti in questi 8 anni hanno fatto razzia di ogni bene.
Un aspetto mi preme far notare, nel video e nelle foto vedrete ad un certo punto dei volti di questi miliziani mandati a morire, sono dei ragazzi, quasi imberbi, avranno massimo 18 anni e ne avevano 10 quando sono stati occupati dai terroristi e la loro vita da bambini è finita, si perchè allora iniziò il loro indottrinamento nelle scuole appositamente istituite da Al Qaeda, in cui invece che fare di conto si insegna l’odio e la violenza, e a diventare assassini. Questo, se non bastassero altri motivi è per me sufficiente a giustificare la liberazione ad ogni costo di tutta la Siria da questa inumana ed incivile occupazione e non lo è solo secondo i nostri di canoni, ma non lo è a maggior ragione per i canoni siriani, Paese laico che ha sempre fatto della pluralità delle etnie, e delle molte religioni che sono sempre coabitate sul suo territorio, la sua bandiera e ricchezza. Questi valori sono ancora oggi difesi dall’esercito siriano, esercito di popolo che sta liberando il Paese metro dopo metro.
Quindi cosa è accaduto? L’offensiva partita da Qaminas e Sarmin è arrivata in breve a coprire la distanza che la separava dalla periferia di Nayrab, nel video vedete alla fine le immagini dei blindati che entrano nell’abitato, i turcoqaedisti pensavano forse che sarebbe finita li, e invece era solo l’inizio.
In quel momento infatti entravano in azione i caccia russi, che iniziarono a perlustrare la zona, guidati anche dai droni di osservazione che designavano ed identificavano i bersagli.
I T-155 Firtina, almeno 4 sono stati distrutti o danneggiati da un SU-24, poi un carro armato ed altri blindati, 10 mezzi turchi in tutto distrutti dall’aviazione in un attacco.
Altri 5 carri armati pare siano stati distrutti dalle forze dell’esercito siriano che ha contrattaccato.
E le cose si sono messe male per i terroristi. Tanto male che non sono più apparsi video dopo l’ultimo spezzone che ho inserito nel filmato.
No, non hanno più pubblicato video, non hanno pubblicato la loro ritirata dalla periferia, e nemmeno i falliti nuovi attacchi che non hanno permesso loro nemmeno di avvicinarsi alla periferia della cittadina strategica.
Non hanno pubblicato le decine di morti lasciati dietro di loro durante la fuga, nulla, tutto si è interrotto di colpo da parte loro e da parte di quei subumani che li appoggiano anche in Italia, spesso sui social media nascondendosi dietro pseudonimi che oltre a celare la loro identità, permettono loro di girare liberamente senza neppure vergognarsi di ciò che scrivono.
È stato interessante come la Turchia abbia cercato di attribuire alla Siria l’attacco aereo che ha distrutto i suoi mezzi e ucciso alcuni soldati, solo due a detta loro…, un gioco durato ben poco, perchè la diplomazia russa ha fatto sapere che solo loro avessero portato attacchi aerei in difesa delle forze siriane di terra attaccate dalle truppe turche.
Inoltre hanno precisato che il caccia russo fosse stato fatto oggetto di lancio di missile antiaereo spalleggiabile e pertanto attaccato direttamente prima del suo attacco avvenuto in risposta, cosa che si vede alla fine del secondo video.
I Turchi hanno dato il via ad una successiva pantomima, con la richiesta agli USA di schierare i missili Patriot, antiaerei, al confine tra Turchia e Siria. Difficile immaginare che gli USA che non riescono a schierarli in Iraq per proteggere le loro basi terrestri li schierino per difendere ora un “Alleato” che ieri ha comprato dai Russi il sistema di difesa missilistico S400.
Sulla carta la Turchia ha moltissimi caccia in più della Russia in Siria, non dovrebbe quindi avere problemi a difendersi.
Brutta giornata per l’esercito turco oggi, nel frattempo un convoglio con altri 55 mezzi è arrivato stanotte ad Idlib, vedremo come si muoveranno dopo i moniti di oggi.
Le iniziali perdite subite dall’esercito siriano, le poche unità presenti in prima linea nell’immediato, non erano preparate a reggere l’offensiva jihadista e ne hanno pagato il sacrificio, ma hanno comunque rallentato l’avanzata abbastanza da consentire una pronta risposta siriana prima che i terroristi potessero creare una linea difensiva dentro l’abitato.
La guerra impone sempre il suo pesante tributo, ma la strada per la fine di questa guerra è stata imboccata e verrà seguita fino al suo compimento.
Al termine della giornata, è stato annunciato che il 6 marzo ci saranno nuovi incontri tra Russia Turchia ed Iran per discutere la questione siriana e prima di questo, le delegazioni russa e turca torneranno ad incontrarsi per cercare una soluzione diplomatica accettabile per le parti.
Stefano Orsi